
Messaggi di amore e Misericordia per tutti gli uomini rivelati a Gesù a suor Josefa Menendez, religiosa del Sacro Cuore. Testi tratti da: “Invito all’Amore” – Edizioni Shalom
MESSAGGIO D’AMORE DEL CUORE DI GESU’ A TUTTE LE ANIME
Tratto dai messaggi dati dal Signore alla Ven. Josefa Menendez contenuti nell’opera
COLUI CHE PARLA DAL FUOCO
“Non per te io parlo, ma per tutti quelli che leggeranno le mie parole.. Le mie parole saranno luce e vita per un numero incalcolabile di anime. Tutte verranno stampate, lette e predicate, e darò loro una grazia speciale affinché illuminino e trasforminino le anime..il mondo ignora la misericordia del mio Cuore! Voglio servirmi di te per farla conoscere. Tu trasmetterai alle anime le mie parole..il mio Cuore trova la sua consolazione nel perdonare.. gli uomini ignorano la misericordia e la bontà di questo Cuore, ecco il mio maggior dolore.
Voglio che il mondo sia salvo, che la Pace e l’unione regnino tra gli uomini. Voglio regnare e regnerò mediante la riparazione delle anime e una nuova conoscenza della mia Bontà, della mia Misericordia e del mio Amore”
Parole di Nostro Signore a suor Josefa Menendez
IL MONDO ASCOLTI E LEGGA
« Voglio che il mondo conosca il mio Cuore. Vo-glio che gli uomini conoscano il mio Amore. Lo sanno gli uomini quello che ho fatto per loro? Sap-piano che invano cercano la felicità fuori di Me: non la troveranno…
« Il mio invito lo rivolgo a tutti: alle anime con-sacrate e ai laici, ai giusti e ai peccatori, ai dotti e agli ignoranti, a chi comanda e a chi obbedisce. A tutti lo dico: se volete la felicità, Io sono la Feli-cità. Se cercate la ricchezza, lo sono la Ricchezza senza fine. Se desiderate la pace, Io sono la Pace… Io sono la Misericordia e l’Amore. Voglio essere il vostro Re.
« Voglio che il mio Amore sia il sole che illumina e il calore che riscalda le anime. Perciò desidero che si facciano conoscere le mie parole. Voglio che il mondo intero sappia che Io sono un Dio di Amore, di perdono, di misericordia. Voglio che il mondo intero legga il mio desiderio ardente di perdonare e di salvare, che i più miserabili non temano… che i più colpevoli non fuggano lontano da Me … che tutti vengano. Li aspetto come un Padre, con le braccia aperte per dar loro la vita e la vera felicità.
« Il mondo ascolti e legga queste parole: « Un padre aveva un unico figlio.
« Potenti, ricchi, circondati di gran numero di servi, di tutto quello che fa il decoro e l’agiatezza e la comodità della vita, nulla mancava loro per essere felici. Il padre bastava al figlio, il figlio al padre, e tutti e due trovavano l’uno nell’altro piena felicità, mentre i loro cuori generosi si volgevano con delicata carità verso le miserie altrui.
« Un giorno accadde però che uno dei servi di quell’ottimo padrone si ammalò. La malattia si ag-gravò tanto che, per sottrarlo alla morte, occorre-vano cure assidue ed energici rimedi. Ma il servo dimorava a casa sua, povero e solo.
« Che fare per lui?… Abbandonarlo e lasciarlo morire?… Il padrone buono non può risolversi a questo pensiero. Mandargli uno degli altri servi?… Ma il suo cuore potrà riposare in pace su cure pre-state più per interesse che per affetto?
« Pieno di compassione, chiama il figlio e gli confida le sue ansietà; gli espone le condizioni di quel poveretto sul punto di morire. Aggiunge che solo assidue ed amorevoli cure potrebbero rendergli la salute e assicurargli lunga vita.
Il figlio, il cui cuore batte all’unisono con quello del padre, si offre, se tale è la sua volontà, a curarlo egli stesso con tutta vigilanza non risparmiando né pene, né fatiche, né veglie, fino a riportarlo in salute. Il padre acconsente; fa il sacrificio della dolce compagnia di questo figlio, che sottraendosi alla te-nerezza paterna, si costituisce servo e discende alla casa di colui, che in realtà, è servo suo.
« Trascorre così vari mesi al capezzale dell’infer-mo, vegliandolo con delicata attenzione, prodigan-dogli mille cure e provvedendo non soltanto a ciò che richiede la sua guarigione, ma anche al suo be-nessere, finché non giunge a rendergli le forze.
« Il servo, allora, pieno di ammirazione alla vista. di ciò che ha fatto per lui il suo padrone, gli do-manda come potrà esprimere la sua riconoscenza e corrispondere a così meravigliosa e insigne carità. «Il figlio gli consiglia di presentarsi al padre, e, guarito com’è, offrirsi a lui per essere il più fedele dei suoi servi, in cambio della sua grande liberalità. « Quell’uomo allora si presenta al padrone e nella convinzione di ciò che gli deve, esalta la sua carità e, meglio ancora, si offre a servirlo senza alcun in-teresse, poichè non ha bisogno di essere pagato come un servitore, essendo stato trattato ed amato come un figlio.
« Questa parabola non è che una debole imma-gine del mio amore per gli uomini e della risposta che aspetto da essi. La spiegherò gradatamente af-finché tutti conoscano il mio Cuore ».
La creazione e il peccato
« Dio creò l’uomo per amore. Lo collocò sulla terra in condizioni tali che niente potesse mancare quaggiù alla sua felicità, mentre aspettava l’eterna. Ma per avervi diritto, doveva osservare la legge dol-ce e sapiente imposta dal Creatore.
« L’uomo, infedele a questa legge, cadde grave-mente malato: commise il primo peccato. ” L’uo-mo “, cioè il padre e la madre, il ceppo del genere umano. Tutta la posterità fu macchiata dalla sua bruttura. In lui l’umanità intera perdette il diritto alla felicità perfetta che Dio gli aveva promesso e dovette, d’allora in poi, penare, soffrire, morire.
« Ora Dio nella sua beatitudine non ha bisogno né dell’uomo né dei suoi servizi; basta a se stesso. La sua gloria è infinita e niente la può diminuire.
« Tuttavia, infinitamente potente, e anche infini-tamente buono, lascerà soffrire e morire l’uomo creato per amore? Al contrario, gli darà una nuova prova di questo amore e, di fronte ad un male così estremo, applicherà un rimedio di valore infinito. Una delle Tre Persone della SS. Trinità prenderà l’umana natura e riparerà divinamente il male cau-sato dal peccato.
« Il Padre dà il suo Figlio, il Figlio sacrifica la sua gloria scendendo in terra non in qualità di si-gnore, di ricco o di potente, ma nella condizione di servo, di povero, di bambino.
« La vita ch’Egli condusse in terra, la conoscete tutti ».
La Redenzione
« Sapete come dal primo momento della mia In-carnazione, mi sottomisi a tutte le miserie della na-tura umana.
« Bambino, soffrii il freddo, la fame, la povertà e le persecuzioni. Nella mia vita di operaio fui spesso umiliato, disprezzato come il figlio d’un povero fa-legname. Quante volte il mio padre adottivo ed io, dopo aver portato il peso d’una lunga giornata di lavoro, ci trovavamo alla sera ad aver guadagnato appena quanto bastava ai bisogni della famiglia!… E così sono vissuto per trent’anni!
« Allora abbandonai la dolce compagnia di mia Madre, mi consacrai a far conoscere il mio Padre celeste insegnando a tutti che Dio è carità.
« Sono passato facendo il bene ai corpi e alle anime; ai malati ho dato la salute, ai morti la vita, alle anime ho reso la libertà perduta col peccato, ho loro aperto le porte della vera ed eterna patria. « Venne poi l’ora in cui, per acquistare la loro salvezza, il Figlio di Dio volle dare la sua stessa vita. « E in quale modo morì?… circondato da amici?… acclamato come un benefattore?… Anime carissime, voi sapete bene che il Figlio di Dio non ha voluto morire così; Egli che non aveva sparso altro che amore, fu vittima dell’odio… Egli che aveva portato la pace al mondo, fu oggetto di crudeltà accanita. Egli che aveva reso la libertà agli uomini, fu impri-gionato, legato, maltrattato, calunniato e morì infine su una croce, tra due ladroni, disprezzato, abban-donato, povero e spogliato di tutto.
« Così s’immolò per salvare gli uomini… così compì l’Opera per la quale aveva lasciato la gloria del Padre suo; l’uomo era malato e il Figlio di Dio scese verso di lui. Non soltanto gli rese la vita, ma
gli acquistò la forza e i meriti necessari per pro-curarsi quaggiù il tesoro dell’eterna felicità.
« Come ha risposto l’uomo a tale favore? Si è offerto come il buon servitore al servizio del Mae-stro Divino senza altro interesse che quello di Dio.
« Qui bisogna distinguere le differenti risposte dell’uomo al suo Dio ».
Le risposte degli uomini
« Alcuni Mi hanno veramente conosciuto e, spinti dall’amore, hanno sentito accendersi in cuore il vivo desiderio di dedicarsi completamente e senza inte-resse al mio servizio, che è quello del Padre mio. « Gli hanno chiesto che cosa potrebbero fare di più grande per Lui e il Padre stesso ha loro risposto:- Lasciate la vostra casa, i beni, voi stessi e venite a Me, per fare ciò che vi dirò.
« Altri si sono sentiti commuovere alla vista di ciò che il Figlio di Dio ha fatto per salvarli… Pieni di buona volontà si sono presentati a Lui, doman-dando come corrispondere alla sua bontà e lavorare per i suoi interessi, senza però abbandonare i propri. « A costoro il Padre mio ha risposto:
– Osservate la Legge che il Signore vostro Dio vi ha data. Osservate i miei Comandamenti senza sviarvi né a destra né a sinistra, vivete nella pace dei servi fedeli.
«Altri, poi, hanno capito ben poco quanto Dio li ami. Tuttavia hanno un po’ di buona volontà e vivono sotto la sua Legge, ma senza amore, per l’inclinazione naturale al bene, che la Grazia ha de-posto nell’anima loro.
« Questi non sono servi volontari, perché non si sono offerti agli ordini del loro Dio. Tuttavia, poiché in essi non c’è cattiva volontà, in molti casi basta loro un indizio, perché si prestino al suo servizio.
« Altri poi si sottomettono a Dio più per inte-resse che per amore e nella stretta misura neces-saria per la ricompensa finale, promessa a chi os-serva la legge.
«Con tutto ciò gli uomini si dedicano tutti al servizio del loro Dio? Non ce ne sono forse di quelli che, ignari del grande amore di cui sono oggetto, non corrispondono affatto a ciò che Gesù Cristo ha compiuto per essi?
« Ahimé… Molti lo hanno conosciuto e disprez-zato… Molti non sanno neppure chi sia!
« A tutti dirò una parola di amore.
« Parlerò dapprima a coloro che non mi cono-scono, a voi figli carissimi, che fino dall’infanzia vi-vete lontani dal Padre. Venite. Vi dirò perché non lo conoscete; e quando comprenderete chi Egli sia, e quale cuore amante e tenero abbia per voi, non potrete resistere al suo amore.
« Non accade spesso a coloro che crescono lon-tano dalla casa paterna di non provare alcun affetto per i genitori? Ma se un giorno sperimentano la dol-cezza e la tenerezza del padre e della madre, non li amano forse più ancora di quelli che non hanno mai lasciato il focolare?
« A quelli che non soltanto non mi amano, ma mi odiano e perseguitano, Io chiederò soltanto:
– Perché questo odio accanito?… Che cosa vi ho fatto, perché mi maltrattate? Molti non si sono mai fatta questa domanda, ed ora che lo stesso la rivolgo loro forse risponderanno: – Non lo so!
« Ebbene, risponderò per voi.
« Se dalla vostra infanzia non mi avete conosciu-to, è perché nessuno vi ha insegnato a conoscermi. E mentre voi crescevate, le inclinazioni naturali, l’at-trattiva per il piacere e per il godimento, il desi-derio della ricchezza e della libertà, sono cresciuti in voi.
« Poi, un giorno, avete inteso parlare di Me. Avete sentito dire che per vivere secondo la mia volontà, occorre amare e sopportare il prossimo, rispettare i suoi diritti e i suoi beni, sottomettere e incatenare la propria natura: insomma, vivere secondo una legge. E voi, che fin dai primi anni non siete vissuti che seguendo il capriccio della vostra volontà, e forse gli impulsi delle passioni, voi che non sapevate di quale legge si trattasse, avete protestato con for-za: “Non voglio altra legge che me stesso, voglio godere ed essere libero “.
« Ecco come avete incominciato ad odiarmi e a perseguitarmi. Ma io che sono vostro Padre vi ama-vo; mentre, con tanto accanimento lavoravate con-tro di Me, il mio Cuore, più che mai, si riempiva per voi di tenerezza.
« Così, sono trascorsi gli anni della vostra vita… forse numerosi…
« Oggi non posso più a lungo trattenere il mio Amore per voi. E vedendovi in guerra aperta contro Colui che vi ama, vengo a dirvi Io stesso quello che sono.
« Figli amatissimi, sono Gesù; questo nome signi-fica Salvatore. Perciò ho le mani forate da quei chiodi che mi tennero confitto alla croce su cui sono morto per vostro amore. I miei piedi portano i segni delle stesse piaghe e il mio Cuore è aperto dalla lancia che lo trafisse dopo la morte…
« Così Io mi presento a voi per insegnarvi chi Io sia e quale sia la mia legge… Non abbiate timore, è – legge d’amore… Quando mi conoscerete, troverete la pace e la felicità. Vivere come orfani è ben triste… venite figli… venite al Padre vostro.
« Sono il vostro Dio e il vostro Creatore, il vostro Salvatore…
« Voi siete le mie creature, miei figli, miei re-denti, perché a prezzo della mia vita e del mio San-gue vi ho liberati dalla schiavitù e dalla tirannia del peccato.
« Voi avete un’anima grande, immortale e fatta per la beatitudine eterna; una volontà capace di be-ne, un cuore che ha bisogno di amare e di essere amato…
« Se voi cercate nei beni terrestri e passeggeri l’appagamento delle vostre aspirazioni, avrete sem-pre fame e non troverete mai l’alimento che piena-mente sazia. Vivrete sempre in lotta con voi stessi, tristi, inquieti, turbati.
« Se siete poveri e vi guadagnerete il pane col lavoro, le miserie della vita vi colmeranno di amarezza. Sentirete dentro di voi nascere l’odio contro i vostri padroni e forse giungerete al punto di desi-derare la loro sventura, affinché anch’essi siano soggetti alla legge del lavoro. Sentirete pesare su di voi la stanchezza, la rivolta, la disperazione: perché la vita è triste e poi, alla fine bisognerà morire…
« Sì, considerato umanamente, tutto ciò è duro. Ma io vengo a mostrarvi la vita in una prospettiva opposta a quella che voi vedete.
« Voi che privi di beni terreni, siete obbligati al lavoro sotto la dipendenza di un padrone, per sov-venire ai vostri bisogni, non siete affatto degli schia-vi, ma siete stati creati per essere liberi…
« Voi, che cercate l’amore e vi sentite sempre in-soddisfatti, siete fatti per amare, non ciò che passa, ma ciò che è eterno.
« Voi che tanto amate la vostra famiglia, e che dovete assicurarle, per quanto dipende da voi, il be-nessere e la felicità quaggiù, non dimenticate che, se la morte ve ne separerà un giorno, non sarà che per breve tempo…
« Voi che servite un padrone e dovete lavorare per lui, amarlo e rispettarlo, prendere cura dei suoi interessi, farli fruttare con il vostro lavoro e la vo-stra fedeltà, non dimenticate che sarà per pochi an-ni, poiché la vita scorre rapida e vi conduce là, dove non sarete più degli operai, ma dei re per l’eternità!
« L’anima vostra, creata da un Padre che vi ama, non di un amore qualsiasi, ma di un amore immenso ed eterno, troverà un giorno nel luogo della felicità senza fine, preparatovi dal Padre, la risposta a tutti i suoi desideri.
« Là troverete la ricompensa al lavoro di cui avre-te sopportato il peso quaggiù.
« Là troverete la famiglia tanto amata sulla terra e per la quale avete sparso i vostri sudori.
« Là vivrete eternamente, poiché la terra non è che un’ombra che scompare e il Cielo non passerà mai.
« Là vi unirete al Padre vostro che è vostro Dio; se sapeste quale felicità vi attende!
« Forse ascoltandomi direte: ” Ma io non ho la fede, non credo all’altra vita! “.
« Non avete la fede? Ma allora se non credete in Me, perché mi perseguitate? Perché vi ribellate alle mie leggi, e combattete quelli che mi amano?
« Se volete la libertà per voi, perché non la la-sciate agli altri?
« …Non credete alla vita eterna?… Ditemi se vi-vete felici quaggiù, non sentite anche voi il bisogno di qualche cosa che non potete trovare sulla terra? Quando cercate il piacere e lo raggiungete, non vi sentite affatto soddisfatti…
« Se avete bisogno di affetto e se lo trovate un giorno, presto ne sarete stanchi…
« No, niente di tutto ciò è quello che voi cercate… Ciò che desiderate, non lo troverete sicuramente quaggiù, perché ciò di cui avete bisogno è la pace, non quella del mondo, ma quella dei figli di Dio, e come potrete trovarla nella rivolta?
« Ecco perché voglio mostrarvi dove è questa pa-ce, dove troverete questa felicità, dove estinguerete quella sete che vi tortura da così lungo tempo.
« Non ribellatevi se mi sentite dire: tutto ciò lo troverete nel compimento della mia Legge: no, non spaventatevi per questa parola: la mia Legge non è tirannica, è una Legge d’amore…
« Sì, la mia Legge è d’amore, perché sono vostro Padre ».
La Legge
« Ora, figli miei, udite ciò che il Padre vostro chiede come prova del vostro amore: sapete bene che una disciplina è necessaria in un esercito, ed un regolamento in una famiglia ben ordinata. Così nella grande famiglia di Gesù Cristo si impone una Legge, ma una Legge piena di dolcezza.
« Nell’ordine umano i figli portano sempre il no-me del padre, senza il quale non potrebbero essere riconosciuti come appartenenti alla famiglia.
« Così i miei figli si chiamano cristiani, nome che il Battesimo conferisce loro alla nascita. Voi che avete ricevuto questo nome, siete miei figli e avete diritto a tutti i beni del Padre vostro, se ne osser-vate la Legge.
«V’insegnerò che cosa è la mia Legge. E’ il mio Cuore che ve la dà, questo Cuore che non conoscete e che, così spesso, ferite. Voi mi cercate per darmi la morte, ed Io vi cerco per darvi la vita. Chi di noi trionferà? La vostra anima rimarrà sempre così dura nel contemplare Colui che vi ha dato la sua vita e tutto il suo amore?
« Lo so che non mi conoscete e non mi amate, anzi mi odiate e perseguitate. Tuttavia Io vi amo d’un amore infinito. Voglio farvi conoscere quell’e-redità a cui avete diritto, e quanto poco dovete fare per acquistarla.
« Credete al mio Amore e alla mia Misericordia. « Mi avete offeso? Io vi perdono.
« Mi avete perseguitato? Io vi amo.
« Mi avete ferito con le parole e con le opere? Voglio farvi del bene ed aprirvi i miei tesori.
« Non pensate che Io ignori quale fu la vostra vita fin qui: so che avete disprezzato le mie grazie, forse anche profanati i miei Sacramenti. Ma vi per-dono…
« E se volete vivere felici in terra e assicurare nello stesso tempo la vostra eternità, fate d’ora in-nanzi quanto vi dirò:
« Siete poveri? Quel lavoro che la necessità vi impone, eseguitelo con sottomissione e sappiate che lo pure sono vissuto per trent’anni assoggettandomi alla stessa legge, poiché ero povero, anzi… molto povero.
« Non considerate mai i vostri padroni come ti-ranni, non nutrite verso di loro sentimenti di odio… non desiderate loro del male, ma curate i loro inte-ressi e siate loro fedeli.
« Siete ricchi? Avete sotto di voi operai e servi?… Non sfruttate il loro lavoro… ripagate giustamente le loro fatiche, e date loro prova di affetto con dol-cezza e bontà.
« Poiché, se voi avete un’anima immortale, essi pure l’ hanno: se voi avete ricevuto i beni che posse-dete, non è soltanto per il vostro godimento e be-nessere personale, ma affinché amministrandoli sag-giamente possiate esercitare la carità verso quelli che vi circondano.
« Dopo avere accettato gli uni e gli altri, con sot-tomissione, questa legge di lavoro, riconoscete umil-mente l’esistenza di un Essere che presiede a tutto il creato. Questo Essere è il vostro Dio, e insieme vostro Padre.
« Come Dio, v’impone di obbedire alla sua divina Legge.
« Come Padre, vi chiede di sottomettervi da figli ai suoi comandamenti.
« Così, quando avete trascorso tutta una setti-mana nei vostri lavori, nei vostri affari, ed anche nei vostri sollievi… se Egli vi domanda di dare almeno mezz’ora per l’adempimento del suo precetto, è forse esigere molto?
« Andate dunque alla casa di Dio. Vi attendo giorno e notte. E ogni domenica o giorno di festa, riservategli questa mezz’ora, assistendo a quel mi-stero di amore e di misericordia che si chiama Messa.
« Là, parlategli di tutto: della vostra famiglia, dei figli, dei vostri affari, dei vostri desideri… Espone-tegli le vostre difficoltà e le vostre pene… Se sapeste come vi ascolterà e con quale amore…
« Voi forse mi direte: “Non so come assistere alla Messa… Da tempo non ho varcato la soglia di una chiesa… “. Non temete per questo… Venite a passare soltanto questa mezz’ora ai miei piedi. La-sciate che la vostra coscienza dica quello che dovete fare e non chiudete l’orecchio alla sua voce. Aprite l’anima vostra… e la Grazia vi parlerà.. Essa a poco a poco vi mostrerà come dovete agire in ogni circo-stanza della vostra vita, come comportarvi in fami-glia e negli affari… come allevare i figli, amare gli inferiori, rispettare i superiori… forse essa vi ispi-rerà di lasciare quell’impresa, di rompere una cat-tiva amicizia, di allontanarvi energicamente da quella riunione pericolosa… Vi dirà che odiate la tal persona senza ragione e che di quell’altra, che amate e frequentate, dovete fuggire i consigli e se-pararvi da lei…
« Provate a fare così e, a poco a poco, si prolun-gherà la catena della mia grazia. Tanto nel male come nel bene, tutto sta nell’incominciare… Gli anel-li della catena si seguono l’un l’altro… Se oggi ascol-tate la mia Grazia e la lasciate agire in voi, domani l’ascolterete meglio, più tardi meglio ancora, e così di giorno in giorno la luce verrà, la pace aumenterà e la vostra felicità sarà eterna.
« L’uomo non fu creato per restare sempre quag-giù… è fatto per l’eternità. Se dunque è immortale, deve vivere non per quello che muore, ma per ciò che dura.
« Giovinezza, ricchezza, sapienza, gloria umana, tutto questo è niente… Passa e finisce; Dio solo sus-siste in eterno.
« Se il mondo e l’umana società sono pieni di odio e di continue lotte, popoli contro popoli, nazioni contro nazioni, individui contro individui, è perché il fondamento della fede è quasi del tutto scomparso.
« Rinasca la fede e tornerà la pace e regnerà la carità ».
« La fede non nuoce alla civiltà, né si oppone al progresso. Al contrario, più è radicata negli indi-vidui e nei popoli, più crescono in loro la saggezza e la scienza, poiché Dio è Sapienza e Scienza infi-nita. Ma dove non c’è più la fede, la pace scompare, e con essa la civiltà, la cultura, il vero progresso… poiché Dio non è nella guerra… Allora non ci sono che divisioni di idee, lotte di classe e nell’uomo stesso, ribellione delle passioni contro il dovere. Al-lora sparisce tutto quello che fa la nobiltà dell’uo-mo: non rimane che la rivolta, l’insubordinazione, la guerra…
« Lasciatevi dunque convincere dalla fede e sa-rete grandi. Lasciatevi dominare dalla fede e sarete liberi. Vivete secondo la fede e non morrete eter-namente…
« Sappiano tutti gli uomini che il mio Cuore li attende e si strugge perché vuole attirarli tutti a sé, e perdonarli.
« Inseguo il peccatore come la giustizia il delin-quente. Ma la giustizia lo cerca per punirlo, ed Io per perdonarlo!
« Voglio perdonare…- Voglio regnare… Voglio per-donare alle anime e alle nazioni… Voglio regnare sulle anime, sulle nazioni, sul mondo intero…
« Voglio che il mondo sia salvo… che la pace e l’unione regnino tra gli uomini. Io voglio regnare e regnerò mediante la riparazione delle anime scelte e una conoscenza nuova della mia Bontà, della mia Misericordia, del mio Amore.
« Voglio che le anime possano sempre trovare nelle mie parole il rimedio alle loro infermità.
« Voglio che le anime ritornino a Me. Voglio che s’accendano di un amore ardente, mentre lo mi consumo per loro di amore doloroso. Che tutte sap-piano a che punto il mio Amore le cerca, le desi-dera, le aspetta per colmarle di felicità…
« Sono la Sapienza e la Felicità!… Sono la Miseri-cordia e l’Amore!… Sono la Pace e regnerò…
« Voglio spandere la mia Pace fino ai confini del mondo… per regnare farò Misericordia, per cancel-lare l’ingratitudine del mondo effonderò un torrente di Misericordia ».
INVITO ALLE ANIME
«Io sono l’Amore! Il mio Cuore non può più con-tenere la fiamma che lo divora. Amo le anime a tal segno, che ho dato per esse la vita. Per amor loro ho voluto rimanere prigioniero nel Tabernacolo. Da venti secoli dimoro là, notte e giorno, velato sotto le apparenze del pane nascosto nell’Ostia, soppor-tando per amore l’oblio, la solitudine, i disprezzi, le bestemmie, gli oltraggi, i sacrilegi!…
« Per amore delle anime ho voluto con il Sacra-mento della Penitenza, dar loro il perdono, non una volta o due, ma ogni volta che avranno bisogno di ricuperare la grazia. Là, le attendo… là desidero che esse vengano a lavarsi delle loro colpe, non con l’acqua, ma col mio Sangue.
« Nel corso dei secoli, ho rivelato in diverse ma-niere il mio Amore agli uomini; ho mostrato quanto mi consumi il desiderio della loro salvezza. Ho fatto loro conoscere il mio Cuore! Questa devozione è stata come una luce irradiante sul mondo, e oggi
è il mezzo di cui si servono per commuovere i cuori, la maggior parte di coloro che lavorano alla pro-pagazione del mio Regno ».
« Ora però voglio qualche cosa di più, poiché se chiedo amore in ricambio di quello che mi con-suma, non è questo il mio unico desiderio: voglio che credano alla mia Misericordia, che aspettino tutto dalla mia Bontà, che non dubitino mai del mio Perdono!
« Sono Dio, ma Dio di Amore! Sono Padre, ma un Padre che ama con tenerezza e non con severità. Il mio Cuore è infinitamente santo, ma altresì infi-nitamente sapiente e, conoscendo la miseria e la fra-gilità umana, s’inclina verso i poveri peccatori con una Misericordia infinita.
« Amo le anime dopo il primo peccato, se ven-gono a chiedermi umilmente perdono… le amo an-cora dopo che hanno pianto il secondo, e se cades-sero un miliardo di volte, lo le amo e le perdono sempre, e lavo nello stesso mio Sangue l’ultimo co-me il primo peccato.
« Non mi stanco mai delle anime e il mio Cuore aspetta continuamente ch’esse vengano a rifugiarsi in Lui, e quanto più sono miserabili! Un padre non si prende maggior cura del figlio malato che di quelli sani? Le sue premure e le sue delicatezze non sono forse più grandi per lui? Così il mio Cuore diffonde sui peccatori, con più larghezza ancora che sui giu-sti, la sua compassione e la sua tenerezza ».
« Ecco ciò che desidero far sapere alle anime: insegnerò ai peccatori che la Misericordia del mio Cuore è inesauribile; alle anime fredde ed indiffe-renti che il mio Cuore è un fuoco che vuole infiam-marle, perché le ama; alle anime pie e buone che il mio Cuore è la via per progredire verso la per-fezione e giungere con sicurezza al termine beato. Infine, alle anime a Me consacrate, ai sacerdoti, ai religiosi, alle anime elette e predilette, Io chiedo ancora una volta che mi diano la loro fiducia e non dubitino della mia Misericordia! E’ tanto facile at-tendere tutto dal mio Cuore!
« Farò conoscere alle anime fino a qual punto il mio Cuore le ama e le perdona e come si compiaccia delle loro stesse cadute… sì, scrivilo… me ne com-piaccio! Leggo nel fondo delle anime e vedo il loro desiderio di piacermi, di consolarmi, di glorificar-mi… e l’atto d’umiltà che sono costrette a fare ve-dendosi così deboli, è proprio quello che consola e glorifica il mio Cuore: supplisco lo a ciò che loro manca.
« Farò conoscere come il mio Cuore si serve della stessa debolezza, per dare la vita a molte anime che l’hanno perduta .
« Farò conoscere che la misura del mio Amore e della mia Misericordia verso le anime cadute, non ha limiti. Desidero perdonare, mi riposo perdo-nando. Sono sempre pronto, aspettando con amore che le anime vengano a Me. Non si scoraggino! Ven-gano e si gettino nelle mie braccia! No, non temano affatto, sono il loro Padre!
« Molte mie spose non comprendono abbastanza quello che possono fare per attirare al mio Cuore le anime immerse in un abisso d’ignoranza. T’in-segnerò i miei segreti d’amore, Josefa, e tu sarai un esempio vivente della mia misericordia, poiché se ho tanto amore e predilezione per te, che non sei che miseria e niente, che cosa non farò per altre anime molto più generose di te?
« Vieni, poiché sei nulla, entra nel mio Cuore. E’ così facile al nulla perdersi in questo abisso di Amore!
« In questo modo consumerò la tua piccolezza e la tua miseria. Agirò in te, mi farò conoscere per mezzo tuo. Quante anime troveranno la vita nelle mie parole! Quante riprenderanno coraggio com-prendendo il frutto dei loro sforzi! Un piccolo atto di generosità, di pazienza, di povertà può divenire un tesoro capace di acquistare al mio Cuore un gran numero di anime. Abbandonati all’Amore, lasciati guidare dall’Amore, e vivi perduta nell’Amore ».
« L’anima che vive una vita costantemente unita alla mia, mi glorifica e lavora molto al bene delle anime. Forse il suo lavoro è di per sé insignificante? Se lo bagna nel mio Sangue, o l’unisce a quello che ho fatto lo durante la mia vita mortale, quale frutto non produrrà nelle anime!… più grande forse che se avesse predicato a tutto il mondo… E ciò, sia che studi, sia che parli o scriva, che cucia, spazzi, o si riposi.. purché l’azione sia prima di tutto rego-lata dall’obbedienza, dal dovere e non dal capriccio; inoltre che sia fatta in intima unione con Me, rico-perta del mio Sangue e con grande purità d’inten-zione.Desidero tanto che le anime comprendano que-sto! Non è l’azione in sé che ha valore, ma l’inten-zione con cui è fatta! Quando spazzavo e lavoravo nell’officina di Nazareth, davo tanta gloria al Padre mio, come quando predicavo durante la mia vita pubblica.
« Ci sono molte anime che agli occhi del mondo hanno cariche importanti e procurano al mio Cuore una grande gloria: è vero. Però ve ne sono altret-tante nascoste, che nei loro oscuri lavori sono ope-raie assai utili alla mia vigna, poiché sono mosse dall’amore e sanno bagnare le minime azioni nel mio Sangue e così ricoprirle con l’oro sopranna-turale.
« Il mio Amore tanto può che dal nulla fa rica-vare alle anime immensi tesori. Allorché unendosi a Me al mattino, offrono tutta la loro giornata con l’ardente desiderio che il mio Cuore se ne serva per il vantaggio delle anime… quando con amore com-piono ogni loro dovere, ora per ora, momento per momento, quali tesori non accumulano in un giorno!
« Scoprirò loro ognora più il mio Amore… Esso è inesauribile ed è molto facile per l’anima che ama, lasciarsi guidare dall’Amore! ».
« Il mio Cuore è tutto Amore e questo amore ab-braccia tutte le anime; ma come potrò far comprendere alle mie anime scelte la predilezione del mio Cuore che vuol servirsi di esse per salvare i pecca-tori e tante anime esposte ai pericoli del mondo?
« Perciò voglio che sappiano quanto il desiderio della loro perfezione mi consumi e come questa perfezione consista nel fare tutte le azioni comuni quotidiane in intima unione con Me. Se esse capi-scono bene questo, possono divinizzare la loro vita e tutta la loro attività mediante questa intima unio-ne al mio Cuore, e qual valore ha una giornata di vita divina!
«Quando un’anima è infiammata dal desiderio di amare, nulla le è difficile, ma se è fredda e inerte, tutto le diventa penoso e duro. Venga al mio Cuore ad attingere coraggio! Mi offra l’abbattimento in cui si trova! Lo unisca all’ardore che mi consuma, e rimanga sicura che la sua giornata avrà un valore incomparabile per le anime! Il mio Cuore conosce tutte le miserie umane e le compatisce assai.
« Ma non desidero soltanto che le anime siano unite a Me, in maniera generale; voglio che questa unione sia costante ed intima, come quella di coloro che si amano e vivono insieme; poiché se non si parlano di continuo, almeno si scambiano sguardi e si usano vicendevolmente le delicatezze e le atten-zioni ispirate dall’amore.
« Se l’anima si trova calma e in consolazione, certo le è facile pensare a Me. Ma se è oppressa dalla desolazione e dall’angoscia, non tema! Mi basta uno sguardo: la capisco e quello sguardo solo otterrà dal mio Cuore le più tenere delicatezze.
« Ripeterò di nuovo alle anime quanto il mio Cuore le ami!… Voglio che esse Mi conoscano a fon-do per potermi far conoscere a quelle che il mio Amore loro affida.
« Desidero ardentemente che tutte le anime da Me scelte, fissino gli occhi su Me, senza più disto-glierli… che in esse non vi sia mediocrità, ciò che spesso proviene da una falsa comprensione del mio Amore. No, amare il mio Cuore non è cosa difficile e dura, ma soave e agevole. Non occorre alcunché di straordinario per giungere ad un alto grado d’a-more: purità d’intenzione nelle azioni piccole e gran-di… unione intima al mio Cuore e l’amore farà il resto ».
« Il mio Cuore non è soltanto un abisso di Amore, ma è anche un abisso di Misericordia! E siccome conosco tutte le miserie umane di cui neppure le anime più amate vanno esenti, ho voluto che le loro azioni anche le più piccole, potessero rivestirsi per mezzo mio, di un valore infinito, a vantaggio di quel-le che hanno bisogno di essere aiutate, e per la salvezza dei peccatori.
« Non tutti possono predicare, né andare lontano ad evangelizzare i selvaggi, ma tutti, sì tutti, possono far conoscere ed amare il mio Cuore… tutti possono vicendevolmente aiutarsi per aumentare il numero degli eletti impedendo a molte anime di perdersi… e tutto ciò per effetto del mio Amore e della mia Misericordia!
« Dirò alle anime come il mio Cuore si spinga ancora più in là! Non solo si serve della loro vita ordinaria e delle loro minime azioni, ma vuole an-che utilizzare per il bene delle anime.. le loro debo-lezze, le stesse mancanze.
« Sì, l’Amore trasforma tutto e tutto divinizza e la Misericordia tutto perdona!
« L’anima che si vede circondata da miserie, non si attribuisce niente di buono e quelle stesse miserie l’obbligano a rivestirsi di una certa quale umiltà che non avrebbe se si vedesse meno imperfetta.
« Così, quando nel suo lavoro o nel suo incarico apostolico, essa sente al vivo la sua incapacità… quando prova ripugnanza ad aiutare le anime nel tendere ad una perfezione ch’essa non possiede, al-lora è costretta ad annientarsi. E se in questa umile conoscenza della propria debolezza essa ricorre a Me, chiedendomi perdono del suo scarso slancio, implorando dal mio Cuore forza e coraggio, que-st’anima non può sapere fino a qual punto i miei occhi si fissino su di lei e quanto renda feconde le sue fatiche!
« Altre anime sono poco generose per fare, mo-mento per momento, gli sforzi e i sacrifici di ogni giorno. La loro vita sembra trascorrere in belle pro-messe, senza venir mai alla realizzazione.
« Qui s’impone una distinzione. Se queste anime si formano una certa abitudine a promettere, senza tuttavia menomamente reprimere la loro natura, né dare prova affatto di abnegazione e di amore, Io non dirò loro che queste parole: “Fate attenzione
che non si appicchi il fuoco a tutta questa paglia che ammassaste nei vostri granai, o che il vento non se la porti via in un istante “.
« Ma altre, ed è di queste che intendo parlare, incominciano la giornata piene di buona volontà e animate da vivo desiderio di provarmi il loro amo-re, mi promettono abnegazione e generosità, in que-sta o in quell’altra circostanza… ma giunta l’occa-sione, il carattere, l’amor proprio, la salute, che so Io… impediscono loro di attuare ciò che con tanta sincerità mi avevano promesso qualche ora prima. Tuttavia subito dopo riconoscono la loro debolezza e tutte confuse ne chiedono perdono, si umiliano, rinnovano le loro promesse… Ah! si sappia bene che queste anime mi piacciono come se non avessero nulla da rimproverarsi ».
(Nostro Signore stabilisce qui ben chiara la distin-zione tra le colpe veniali abituali, consentite, e non represse, e le colpe di fragilità, riparate. Egli intende significare con queste parole che è più consolato dalla « riparazione voluta » che non sia stato offeso dalla fragilità dell’anima. Infatti l’atto di umiltà, di fiducia e di generosità, supposto nella riparazione, esige una volontà cosciente e intera che nella colpa di fragilità è stata solo parziale.)
« Vi sono molte anime che ogni mattina fanno orazione: ma non è piuttosto una formalità che un colloquio d’amore?… Ascoltano o celebrano la Messa e mi ricevono nella Comunione… ma una volta uscite di chiesa si lasciano assorbire dagli affari, in modo tale che non pensano più a rivolgermi una parola… « Mi trovo in ciascuna di queste anime come in un deserto; non Mi dice niente, non Mi chiede nien-te; e quando ha bisogno d’essere consolata, molto spesso si rivolge a qualche creatura di cui va in cerca, piuttosto che a Me, suo Creatore, che vivo e sono in lei!
« Non è questa mancanza di unione, mancanza di vita interiore o, ciò che viene ad essere lo stesso, mancanza di amore?
« Voglio ricordare alle anime che ho scelto, che esse devono vivere con Me una vita di intima unione per consolarmi e riparare per quelle che mi offen-dono, è per loro un dovere studiare il mio Cuore, per condividerne i sentimenti e per quanto è loro possibile realizzarne i desideri.
« Scrivi per le mie anime consacrate. Le invito tutte: i miei Sacerdoti, i miei Reli-giosi, le mie Religiose, a vivere in intima unione con Me.
« Spetta ad esse di conoscere i miei desideri e condividere le mie gioie e le mie tristezze.
« Tocca ad esse di occuparsi dei miei interessi, senza risparmiare né fatiche né sofferenze.
« Ad esse il riparare, con le preghiere e le peni-tenze, le offese di tante e tante anime!
Ad esse soprattutto, spetta di raddoppiare la unione con Me, e non lasciarmi solo… Ah! molte non comprendono, e dimenticano che tocca a loro di tenermi compagnia e di consolarmi!…
« Ad esse, infine, di formare una lega d’amore, e tutte unite e identificate nel mio Cuore, implorare per le anime la conoscenza della verità, la luce e il perdono.
« E allorché, penetrate di dolore alla vista delle offese che ricevo da ogni parte, esse, le mie anime scelte, si offriranno a riparare e a lavorare all’Opera mia, la loro fiducia sia intera, poiché non potrò resi-stere alle loro suppliche e le esaudirò pienamente. «Si applichino dunque tutte, a studiare il mio Cuore e ad approfondirne i sentimenti. Si sforzino di vivere unite a Me, di parlarmi, di consultarmi. Rivestano dei miei Meriti e coprano col mio Sangue tutte le loro azioni. Consacrino la loro vita alla sa-lute delle anime e all’accrescimento della mia Gloria!
« Non si rimpiccioliscano, ripiegandosi su se stes-se. Dilatino invece il loro cuore, vedendosi rivestite con la potenza del mio Sangue e dei miei meriti, poiché se agiscono da sole, non potranno fare gran cosa, ma se lavorano con Me, in mio nome e per la mia gloria, allora saranno potenti.
« Le mie Piaghe aperte sulla croce per riscattare il mondo ottengono misericordia e perdono a tante anime che provocano la collera del Padre mio. Sono esse che d’ora in poi daranno luce, forza, amore.
« La piaga del mio Cuore è il Divino Vulcano in cui voglio che s’infiammino le mie anime elette e in special modo le spose del mio Cuore. Questa piaga è loro, con tutte le grazie che racchiude, perché le riversino sul mondo e su tante e tante anime che non sanno venire a cercarle e le disprezzano ».
« Vi raccomando specialmente tre cose:
1) L’esercizio dell’Ora Santa, poiché è uno dei mezzi per offrire a Dio Padre, con la mediazione di Gesù Cristo, suo Divin Figlio, una riparazione in-finita.
2) La devozione dei cinque Pater alle mie Pia-ghe, poiché per mezzo loro il mondo ha ricevuto la salute.
3) Infine l’unione costante, o meglio l’offerta quo-tidiana dei meriti del mio Cuore, perché così darete a tutte le vostre azioni un valore infinito.
« Servirsi continuamente della mia Vita, del mio Amore: è questo un segreto che molte anime non conoscono ancora abbastanza. Voglio che voi… voi lo conosciate e ne approfittiate ».
« Dite sempre alle anime che non temano, perché Io sono un Dio d’Amore.
« Molte fra le mie anime mi conoscono poco e non hanno abbastanza fiducia… Voglio che rianimino la loro fede e il loro amore e vivano in intimità e confidenza con Colui che le ama e che esse amano. « Nella famiglia, è il figlio primogenito che più conosce i segreti paterni che deve poi trasmettere ai fratelli se il padre viene a mancare.
« Nella Chiesa ho dei figli maggiori e sono le anime che ho scelto per Me. Consacrate dal sacerdozio o dai voti religiosi, esse vivono più vicino a Me, esse partecipano alle mie grazie di privilegio, e ad esse confido i miei segreti, i miei desideri… e anche i miei patimenti!
« Esse incarico, per mezzo del loro ministero, di vegliare sui fanciulli e direttamente o indirettamen-te istruirli, guidarli e trasmettere loro i miei inse-gnamenti.
« Se le mie anime elette mi conoscono piena-mente, sapranno farmi conoscere; se mi amano dav-vero, sapranno farmi amare; ma che cosa insegne-ranno agli altri se mi conoscono poco?… Or lo do-mando: si può amare molto Colui che si conosce poco? Si può parlare con vera intimità a Colui da cui ci teniamo lontani? a Colui in cui abbiamo poca fiducia?…
« Ecco quello che voglio ricordare alle mie ani-me elette. Non è cosa nuova certamente, ma esse hanno bisogno di rianimare la loro fede, il loro amo-re e la loro fiducia.
« Voglio che mi trattino con maggior intimità, che mi cerchino nel loro interno, poiché esse sanno che l’anima in grazia è tempio dello Spirito Santo. E là mi vedano come lo sono, cioè come Dio, ma Dio d’Amore! Abbiano più amore che timore, cre-dano al mio Amore senza mai dubitarne! Molte, in-fatti, sanno ch’io le ho scelte perché le ho amate; ma quando si sentono oppresse dalle loro miserie, e forse anche dalle colpe, allora le invade la tristezza al pensiero ch’io non abbia più per loro l’amore di una volta.
« Quelle anime non mi conoscono. Quelle anime non hanno capito che cos’è il mio Cuore. Poichè proprio le loro miserie e le loro colpe inclinano la mia Bontà verso di loro. E quando riconoscono la . loro impotenza e debolezza si umiliano, e vengono a Me con piena fiducia, allora esse Mi glorificano ancor più di prima della colpa.
« Così quando esse pregano per sé o per gli altri, se esitano, se dubitano di Me, non onorano il mio Cuore, mentre mi glorificano quando aspettano con sicurezza ciò che mi chiedono, certe che non potrò rifiutar loro, se non quello che sarebbe dannoso alle loro anime.
« Quando il Centurione venne a supplicarmi di guarire il servitore, mi disse con grande umiltà: ” Non sono degno che tu entri in casa mia… “, ma pieno di fede e di fiducia, aggiunse: ” Tuttavia, Si-gnore, se dici una sola parola il mio servo guarirà “. Quest’uomo conosceva il mio Cuore, e sapeva che non posso resistere alle suppliche di un’anima che aspetta tutto da Me. Quell’uomo mi ha grandemente glorificato, perché all’umiltà ha congiunta una fidu-cia ferma e totale… Sì, quell’uomo conosceva il mio Cuore, eppure non mi ero manifestato a lui come mi manifesto alle mie anime scelte.
« Con la fiducia esse otterranno innumerevoli gra-zie, non soltanto per se stesse, ma per gli altri, e questo voglio che comprendano pienamente, poiché desidero che manifestino i sentimenti del mio Cuore alle anime che non mi conoscono ».
« Lo ripeto ancora: ciò che ora dico non è niente di nuovo. Ma come una fiamma ha bisogno di essere alimentata per non spegnersi, così le anime hanno bisogno di un nuovo incitamento che le faccia avan-zare e di un nuovo calore che le rianimi.
« Tra le anime a Me consacrate, poche ve ne sono che abbiano in Me una vera fiducia, perché ce ne sono poche che vivono in intima unione con Me. Voglio che si sappia che amo le anime quali esse sono. So che la fragilità le farà cadere più d’una volta. So che in molte occasioni non manterranno ciò che mi hanno promesso: ma il loro proposito mi glorifica, l’atto di umiltà che fanno dopo una ca-duta, la fiducia che pongono in Me, mi onorano tal-mente che il mio Cuore sparge sopra di esse un torrente di grazie.
Voglio che si sappia quanto desidero che le mie anime elette si rianimino e si rinnovino in questa vita d’unione e d’intimità con Me. Esse non si limi-tino a parlarmi quando sono ai piedi dell’Altare. Sono là presente è vero, ma lo vivo anche dentro di loro, e mi compiaccio a fare una cosa sola con loro.
« Mi parlino di tutto!… Mi consultino in tutto… Io vivo in loro per essere la loro vita. Dimoro in loro per essere la loro forza… Sì, lo ripeto, non dimen-tichino che mi compiaccio di fare una cosa sola con loro… si ricordino che Io vivo nell’anima loro… e che là le vedo, le ascolto, le amo. Là aspetto che corrispondano al mio Amore! ».
« Non crediate che Io voglia parlarvi d’altro che della mia croce!
« Per mezzo di essa ho salvato il mondo, per mez-zo di essa voglio ricondurlo alla verità della fede e soprattutto alla via dell’amore…
« Vi manifesterò i miei desideri: ho salvato il mondo dall’alto della croce, cioè con la sofferenza. « Voi sapete che il peccato è una offesa infinita e richiede una infinita riparazione… Per questo chie-do che le vostre sofferenze e le vostre fatiche, le offriate unite ai meriti infiniti del mio Cuore. Ben sapete che il mio Cuore è vostro. Prendetelo e ripa-rate per mezzo suo!…
« Alle anime che avvicinerete, inculcate l’amore e la fiducia.
« Vorrei far capire a tante anime che non devono allontanarsi da Me perché sono in stato di peccato. Non devono pensare che non vi sia più rimedio e che mai più saranno amate come lo erano prima. Questi non sono certo i sentimenti di un Dio che sparse tutto il suo Sangue per voi… Venite tutti a Me, e non temete, poiché vi amo…
« Il mondo è certamente pieno di pericoli… quan-te povere anime trascinate al male hanno continua-mente bisogno d’un soccorso visibile o invisibile!
« Un’anima può cadere e cadrà più d’una volta ancora, ma se si umilia, se riconosce il suo nulla, se cerca di riparare le sue mancanze con piccoli atti di generosità e di amore, se essa confida e si abbandona nuovamente al mio Cuore… essa mi dà mag-gior gloria e può fare bene alle anime più che se non fosse caduta.
« Desidero che le anime credano alla mia mise-ricordia, che aspettino tutto dalla mia bontà, che non dubitino mai del mio perdono.
« Nonostante i disordini della vostra giovinezza, l’empietà, l’indifferenza, se vi rimane un istante di vita, potete ancora ricorrere alla mia misericordia e implorare il perdono. I vostri peccati non arrive-ranno mai a sorpassare la mia misericordia, poiché essa è infinita.
« Nelle anime infantili e in quelle delle mie spose, mi rifugio per dimenticare le offese del mondo.
« I bambini sono per il mio Cuore come boccioli di fiori nei quali cerco un rifugio.
« Voglio che quei cuori innocenti che m’ignorano e crescono nel gelo dell’indifferenza, senza sapere il valore dell’anima propria… voglio, sì, che queste piccole anime, mia dolce letizia, trovino un asilo dove s’insegnerà loro a conoscermi, e dove crescano nel santo timore della mia legge, e nell’amore del mio Cuore.
« Quanto alle mie spose, mi nascondo e mi riposo in esse, poiché come rose in piena fioritura, mi di-fendano con le loro spine e mi consolino con l’a-more.
« Le anime a Me consacrate ravvivino i loro desi-deri di riparare e chiedano con fiducia che sorga sul mondo il giorno del Re Divino, cioè il giorno del mio Regno Universale!
« Non temano, sperino in Me, si confidino in Me! « Siano divorate dallo zelo e dalla carità per i peccatori!… Ne abbiano compassione, preghino per loro e li trattino con dolcezza!
« Parlino a tutti gli uomini della mia Bontà, del mio Amore, della mia Misericordia!
« Rivestano i loro cuori apostolici di preghiera, di penitenza, e soprattutto di fiducia non nelle loro industrie, ma nella Potenza e nella Bontà del mio Cuore che le accompagna!
« Nel tuo nome, o Signore, opererò e so che sarò potente! Questa fu la preghiera dei miei Apostoli, uomini poveri ed ignoranti, ma ricchi e sapienti della ricchezza e sapienza divina!… ».
TRE RICHIESTE DEL CUORE DI GESU’
Riparazione
Cioè vita d’unione col Riparatore Divino; operare con Lui, per Lui, in spirito di riparazione, in stretta unione con i suoi sentimenti e con i suoi desideri: « Vengo a riposarmi in te, anima cara, poiché sono così poco amato! Cerco amore e non incontro che ingratitudine. Sono rare le anime che mi amano davvero!».
« Ti chiedo di essere sempre pronta a consolare il mio Cuore, ogni volta che ho bisogno di te. La consolazione di un’anima fedele mi compensa delle amarezze con cui mi affliggono tante anime fredde e indifferenti. Sentirai talora tutto il peso della mia angoscia, ma così mi consolerai. Non temere di nulla, sono con te.
« Un atto solo d’amore compiuto nella solitudine in cui ti lascio, ripara un gran numero di ingrati-tudini che si commettono contro di Me. Il mio Cuore conta questi tuoi atti di amore e li raccoglie come un balsamo, prezioso. Voglio che tu mi dia anime!
A tal fine non chiedo altra cosa che amore in ogni tua azione. Fa’ tutto per amore, soffri per amore, lavora per amore e soprattutto abbandonati al-l’amore ».
« L’oro si purifica nel fuoco e così la tua anima si purificherà e si fortificherà nella tribolazione. Il tempo della tentazione giova assai a te e alle anime.
« Entra nel mio Cuore e studia lo zelo che lo di-vorò per la gloria del Padre.
« Non stancarti mai di soffrire. Se sapessi quanto la sofferenza giova alle anime!
« Valgono tanto le anime! Per salvare un’anima occorre soffrire molto. Non sai che la croce ed lo siamo inseparabili? Se tu m’incontri, incontri anche la croce, e quando trovi la croce, trovi Me. Colui che mi ama, ama la mia croce, e colui che ama la croce, ama Me! Nessuno potrà possedere la vita eterna senza amare la croce, senza abbracciarla vo-lentieri per amor mio.
« il sentiero della virtù e della santità è fatto di abnegazione e di sofferenza.
« La mia croce è la porta della vera vita. L’anima che ha saputo accettarla e amarla, tale quale l’ho data, entrerà per essa negli splendori dell’eterna vita. Io che te la do non ti lascerò mai senza la forza necessaria per sostenerla. Guarda come lo l’ho por-tata per tuo amore. Tu portala per amor mio.
« Ecco quel Cuore che dà al mondo la vita! Ma la dà dall’alto della croce. Così le anime elette per aiutarmi a diffondere la luce e la vita sul mondo, debbono, con grande sottomissione, lasciarsi config-gere in croce, secondo l’immagine e l’esempio del loro Maestro e Salvatore!
« La più grande ricompensa che lo possa dare ad un’anima è di farla vittima del mio Amore, della mia Misericordia, rendendola somigliante a Me, che sono la Vittima divina per i peccatori. Sai che cosa puoi fare per consolarmi? Amarmi e soffrire per le anime senza rifiutarmi nulla… non dimenticare che mi occorrono anime che continuino la mia Passione per trattenere la collera divina… Ma lo ti sosterrò!
« Quando un’anima prega per un peccatore con ardente desiderio che si converta, essa ottiene il più spesso il suo ravvedimento, almeno al termine della vita, e l’offesa ricevuta dal mio Cuore, viene ripa-rata. Ad ogni modo la preghiera non è mai perduta, poiché da una parte consola il dolore che mi ca-giona il peccato e dall’altra la sua efficacia e potenza servono, se non a quel determinato peccatore, al-meno ad altre anime meglio disposte ad accoglierne i frutti.
« Ci sono anime che durante la vita e per tutta l’eternità sono chiamate a tributarmi non solo la lode che sono obbligate a darmi per conto proprio ma anche quella che avrebbero dovuto rendere altre anime che si sono perdute… Così la mia gloria non rimane diminuita e un’anima giusta può riparare i peccati di molte altre. E’ tanto grande il mio Amo-re per le anime, che soffro un martirio quando si allontanano da Me, non tanto per la gloria che vorrebbero sottrarmi, quanto per l’infelicità che si preparano.
« Le anime corrono verso la rovina ed il mio San-gue è perduto per esse! Ma quelle che mi amano, s’immolano e si consumano come vittime di ripara-zione, attirano la Misericordia divina e questo salva il mondo.
« Poveri peccatori, quanto sono ciechi! Io non desidero che perdonarli, ed essi non pensano che ad offendermi.
« Il mondo corre ad inabissarsi nei piaceri. Il numero dei peccati che si commettono è così grande, che il mio Cuore è come affogato in un torrente di mestizia e di amarezza!
« Dimmi, esiste forse un Cuore più amante del mio, e che trovi meno corrispondenza al suo Amore? Esiste un Cuore che, più del mio, si consumi dal desiderio di perdonare? Eppure in cambio di tanto amore, non ricevo che le più grandi offese…
« Povere anime! Chiediamo perdono per loro e ripariamo. ” O Padre mio, abbi pietà delle anime. Non le punire come meritano, ma usa loro mise-ricordia, come il Figlio tuo te ne supplica! ».
« Vengo a riposarmi tra quelle anime che Io stes-so ho scelto. Sappiano esse per mezzo della loro fe-deltà e del loro amore, cicatrizzare le ferite inflit-temi dai peccatori! Quanto è necessario che ci siano delle vittime per riparare l’amarezza del mio Cuore
e alleviarne il dolore! Quanti peccati!… Quante ani-me si perdono!…
« L’ostinazione di un’anima colpevole, ferisce pro-fondamente il mio Cuore, ma la tenerezza di un’ani-ma amante, non solo chiude la mia ferita, ma placa la Giustizia del Padre mio! Quantunque ti faccia soffrire, non credere per questo che ti ami meno: ti amo, e non cesserò di amarti fino alla fine. Ma ho bisogno di sofferenze per guarire le piaghe delle anime! Io m’incarico di riparare per te, tu ripara per le anime. Molte mi offendono, molte si perdono, ma le anime che più feriscono il mio Cuore sono quelle anime che amo tanto e che tuttavia si riser-bano sempre qualche cosa, e non si danno intera-mente a Me. Eppure non do loro prove sufficienti di amore?… Non do loro tutto il mio Cuore?
« Consolami, amami, glorificami mediante il mio Cuore… Ripara per suo mezzo e soddisfa alla Giu-stizia di Dio… Presentalo al Padre mio, come una vittima di amore per le anime… e particolarmente per quelle a Me consacrate. Vivi con Me, Io vivrò con te. Nasconditi in Me, Io mi nasconderò in te. Ci consoleremo vicendevolmente, poiché la tua sof-ferenza sarà mia e la mia sofferenza sarà tua ».
« Voglio che unisca la tua anima allo zelo e al-l’ardore che consumano il mio Cuore. Sappiano le anime che Io sono la loro felicità e la loro ricom-pensa!
Non si allontanino da Me, le amo tanto! ».
« Ecco le mie Piaghe, aperte sulla croce per ri-scattare il mondo dalla morte eterna e ridonargli la vita! Sono esse che ottengono misericordia e per-dono a tante anime che provocano la collera del Padre mio. Sono esse che d’ora in poi daranno luce, forza e amore. Questa piaga del mio Cuore è il divino vulcano in cui voglio che s’infiammino le mie anime elette; tutte le grazie che essa racchiude le riversino sul mondo, su tante e tante anime che non sanno venire a cercarle e su tante altre che le di-sprezzano. Darò alle mie anime elette tutta la luce necessaria, affinché sappiano valersi di questo tesoro, non soltanto per farmi conoscere ed amare, ma per riparare gli oltraggi con cui i peccatori mi opprimono. Sì, il mondo mi offende… ma esso sarà salvato dalla riparazione delle mie anime elette.
« Ama! Poiché l’amore è riparazione e la ripara-zione è amore! ».
Amore
Cioè intimità con Colui che è tutto amore e che si mette al livello delle sue creature, per doman-dare il loro amore.
« L’unica cosa che desidero è l’amore, amore do-cile che si lascia condurre dall’azione di Colui che ama… Amore disinteressato che non cerca il suo piacere né il vantaggio proprio, ma quello dell’Ama-to. Amore zelante, ardente, divorante, che sormonta ogni ostacolo frapposto dall’egoismo: ecco l’amore vero che strappa le anime dall’abisso in cui si pre-cipitano. Contempla il mio Cuore, studialo e impa-rerai da Lui ad amare. Il vero Amore è umile, gene-roso, disinteressato… Se dunque vuoi che t’insegni ad amarmi, incomincia col dimenticarti. Non con-siderare i sacrifici, non far conto di quello che ti costano; non badare ai tuoi gusti!… Ama e avrai la forza.
« Molte anime credono che amare consista sol-tanto nel dire: ” Ti amo, mio Dio! “. No, l’amore è soave, agisce perché ama e fa tutto amando. Voglio che mi ami così, nella fatica e nel riposo, nella pre-ghiera e nella gioia, nella pena e nell’umiliazione, provandomi continuamente questo amore con le opere, perché questo è amore! Se le anime lo com-prendessero bene quanto progredirebbero in perfe-zione e consolerebbero il mio Cuore! Dimmi che mi ami: è ciò che più Mi consola. Ho fame di amore! Voglio che tu bruci dal desiderio di vedermi amato e che il tuo cuore non abbia più altro alimento che questo desiderio.
« Guarda il mio Cuore e la fiamma che lo consu-ma: è l’amore che nutro per le anime da me pre-scelte. Ad esse il mio Cuore riserva una dimora privilegiata… ma quante lo ignorano!
« Entra nel mio Cuore, gustane la dolcezza, ine-briati della sua pace; lascia che il tuo cuore si ac-cenda al contatto della fiamma divina… Partecipa alle mie pene, alla mia tristezza, alle mie ore di solitudine, tienimi compagnia. Amami per tante ani-me che mi lasciano solo e mi disprezzano. L’anima amante desidera di soffrire. La sofferenza accresce l’amore. L’amore e la sofferenza legano strettamente l’anima a Dio e la fanno una sola cosa con Lui. Molte anime mi accolgono bene quando le visito con la consolazione: molte mi ricevono con gioia nella Comunione, ma poche sono quelle che si apro-no volentieri quando busso alla loro porta con la croce.
« Allorché un’anima si stende sulla croce e vi si abbandona, essa mi glorifica, mi consola, mi è la più vicina! Molte non mi conoscono, è vero. Ma più grande è il numero di quelle che mi conoscono e m’abbandonano, per condurre una vita di piacere. Quante anime sensuali si trovano nel mondo! E per-sino fra le anime mie predilette, ce ne sono tante che cercano di godere!… Così esse si sviano… perché la mia via è fatta di sofferenza e di croce. L’amore solo infonde la forza di seguirmi per essa. Perciò cerco l’amore.
« Quando due persone si amano, la minima inde-licatezza basta a ferire l’altra. Così accade al mio Cuore. Se sarai fedele a tutte le delicatezze dell’a-more, lo non mi lascerò vincere in generosità. L’ani-ma tua sarà inondata di pace. Non ti lascerò sola e, nella tua piccolezza, tu sarai grande perché Io vivrò in te!
« Il mio Cuore non può contenere l’ardore che lo consuma di darsi, di immolarsi, di restare sempre con le anime! Ah! come aspetto che esse mi aprano il loro cuore, che mi chiudano in esso, e che il fuoco che consuma il mio le fortifichi e le infiammi! Allora mi do alle anime, e sono per loro ciò che desiderano, sarò loro Padre, se mi vogliono Padre, Sposo, se mi desiderano tale… Forza se hanno bisogno di forza, e se aspirano a consolarmi Io mi lascerò con-solare!… L’unico mio desiderio è di darmi e di col-marle delle grazie che il mio Cuore tiene loro pre-parate.
« Lascia che mi dilati in te. La mia grandezza farà sparire la tua piccolezza. Ormai lavoreremo sempre uniti. Io vivrò in te e tu vivrai per le anime. Il mio Cuore farà tutto, la mia misericordia agirà e il mio Amore annienterà tutto il tuo essere… Più tu sparirai, più lo sarò la tua vita, e tu il mio cielo di riposo.
« Parlami perché sono con te, non sei sola, nep-pure quando non mi vedi. Io ti vedo, ti seguo, ti odo, parlami… sorridimi, perché sono il tuo Sposo… il tuo compagno inseparabile.
« Non ti chiedo che una cosa: amore e abban-dono. Voglio che tu sia come un vaso vuoto che penserò Io a riempire. Lascia al Creatore di incari-carsi della sua creatura. In quanto all’amore, non avere limiti. Se sei povera, lo sono ricco, se sei de-bole, lo sono forte e la forza stessa. Quel che ti chiedo è di non rifiutarmi nulla. Ti difenderò, ti rialzerò, non ti lascerò mai! Abbandonati ed Io farò tutto. Voglio che tu mi offra tutto, anche le minime cose per consolare il mio Cuore di ciò che soffre soprattutto da parte delle anime consacrate. Voglio che tu riposi tranquilla nel mio Cuore. Guardalo e comprenderai a qual punto è capace di consumare in te tutto ciò che si trova d’imperfetto. Voglio che ti abbandoni al mio Cuore e ti preoccupi soltanto di piacergli. Ricordati che sono tuo Padre, tuo Sal-vatore, tuo Dio. Entra in questo Cuore che è un abis-so d’amore e non temere. Non ti domando di meri-tare le grazie che ti faccio: quello che voglio è che tu le riceva, che mi lasci agire in te. Tengo gli occhi fissi su te, fissa i tuoi su Me. Non importa la tua nullità, e neppure le tue cadute… Il mio Sangue can-cella tutto… ti basti sapere che ti amo… tu abban-donati.
« L’anima che si abbandona davvero a Me, mi piace tanto che, nonostante le sue miserie ed im-perfezioni trovo in lei il mio cielo e mi compiaccio di dimorare in lei.
« Se abbandoni tutto a Me ritroverai tutto nel mio Cuore. Ho bisogno di cuori che amino, di anime che riparino, di vittime che s’immolino… ma soprat-tutto di anime che s’abbandonino! Lasciati condurre ad occhi chiusi, perché ti sono Padre e i miei stanno aperti per condurti e guidarti. Quando mi chiami Padre attiri il mio Cuore a prender cura di te. Quan-do il bambino incomincia a parlare e balbetta que-sta parola così tenera: ” padre! ” i genitori esulta-no di gioia e gli aprono le braccia, lo stringono al cuore con tale amore che sembra loro che tutti i piaceri del mondo siano un nulla di fronte a questa felicità. Se così è per un padre e una madre di que-sta terra, che cosa proverà Colui che ad un tempo è Padre, Madre, Creatore, Sposo, Salvatore? Di Colui il cui Cuore non ha l’eguale in tenerezza ed amore? Sì, anima cara, quando sei oppressa ed angustiata, vieni, ricorri a Me, chiamami PADRE e riposa nel mio Cuore. Se nel tuo lavoro tu non puoi gettarti ai miei piedi, come desidereresti, dimmi solamente ” Padre “, allora lo ti aiuterò, ti sosterrò, ti guiderò, ti consolerò.
« Guarda il mio Cuore, è il libro in cui devi medi-tare. T’insegnerà tutte le virtù, specialmente lo zelo per la mia Gloria e la salvezza delle anime. Guarda bene il mio Cuore: è l’asilo dei miserabili e per con-seguenza il tuo: chi più miserabile di te? Guarda bene in fondo al mio Cuore. E’ il crogiuolo in cui i cuori più contaminati si purificano e s’infiammano d’amore. Vieni; accostati a questa fornace. Lascia qui le tue miserie e le tue colpe. Abbi fiducia e credi in Me, che sono il tuo Salvatore. Guarda ancora il mio Cuore. E’ la sorgente d’acqua viva. Immergiti in essa e bevi fino ad estinguere la tua sete. Desidero e voglio che tutte le anime vengano a questa sor-gente a trovarvi il refrigerio.
« In quanto a te, ti ho messa in fondo al mio Cuore. Tu sei così piccola che non avresti potuto venirvi da sola. Approfittane dunque e bevi le grazie che ti do… lascia il mio amore operare in te… e rimani molto piccola! Sì, dici bene: Io sono buono! Per comprenderlo non manca alle anime che una cosa: unione e vita interiore. Se le mie anime vives-sero più unite a Me, mi conoscerebbero di più. Nella Comunione la mia Umanità s’incarna per così dire in esse. Se le mie anime elette vivono così unite a Me e mi conoscono veramente, quanto bene potran-no fare a tante povere anime che vivono lontano da Me e non mi conoscono. Quando le anime elette si uniranno strettamente al mio Cuore sapranno quanto sono offeso! Comprenderanno i miei sentimenti; allora mi consoleranno, ripareranno e, piene di fiducia nella mia bontà, chiederanno perdono e otterranno grazia per il mondo. Tu mi ami perché sono buono. Io ti amo perché sei piccola e perché questa piccolezza, tu me l’hai data! Malgrado le tante offese che ricevo dai peccatori, il mio Cuore è consolato perché ho tante anime che mi amano!… Sento molto dolore per quelle che si perdono, ma quel dolore non tocca la mia gloria. Un’anima aman-te può riparare le offese di molti peccatori e con-solare il mio Cuore ».
Fiducia
Cioè sicurezza in Colui che è Bontà e Misericordia, che ama le anime in modo speciale e le invita perché vivendo con Lui e conoscendo il suo Cuore aspettino tutto da Lui.
« I tuoi peccati? Io li cancello. Le tue miserie? Io le consumo!… La tua debolezza? Io la sostengo… Quanto più la tua miseria è grande, tanto più la mia potenza ti sosterrà. Ti farò ricca dei miei doni. Se mi sei fedele, farò della tua anima la mia dimora e ivi mi rifugerò quando i peccatori mi respingeran-no. Mi riposerò in te e tu avrai la vita in Me! Se tu sei un abisso di miseria, Io sono un abisso di Bontà e di Misericordia! Il mio Cuore è il tuo rifu-gio! Tutto quello di cui hai bisogno, vieni a cercarlo nel mio Cuore, anche se si tratta di quello che ti chiedo. Non considerare la tua piccolezza. Considera la forza del mio Cuore che ti sostiene. Io sono la tua forza e il Riparatore della tua miseria. Se sei nelle mie mani di che vuoi temere? Non dubi-tare né della Bontà del mio Cuore né del mio Amore per te. La tua miseria mi attira… senza di Me che faresti? Più ti fai piccola, più ti sarò vicino: non dimenticarlo e lasciami fare ciò che più mi piace. Non affliggerti troppo per le tue mancanze, poiché non ho bisogno di niente per fare di te una santa. Ma voglio che tu non resista mai a quanto ti do-mando. Ti cercherò nel tuo niente per unirti a Me. Non dimenticare che la tua piccolezza e il tuo nulla sono la calamita che attira il mio sguardo verso di te. Non scoraggiarti, poiché nella tua fragilità ri-splende meglio la mia infinita Misericordia. Il mio Cuore trova la sua consolazione nel perdonare. Non ho desiderio più, grande né gioia maggiore che quel-la di perdonare.
«Quando un’anima ritorna a Me dopo una ca-duta, la consolazione che mi dà è per lei un gua-dagno, poiché la guardo con grande amore. Poco m’importa la miseria di colei il cui unico desiderio è di glorificarmi. Nella sua piccolezza ottiene grazie per molte altre. Quando un’anima desidera con ardore di restarmi fedele, Io sostengo la sua debo-lezza, e le sue cadute invocano con maggior forza la mia Bontà e la mia Misericordia. Altro non le chiedo se non che, dimentica di sé, si umilii e si sforzi, non per soddisfazione propria, ma per darmi gloria.
« Non puoi sapere quanto il mio Cuore si com-piace a perdonare le colpe che non sono che di fragilità. Non ti preoccupare. Appunto perché sei de-bole, ho fissato gli occhi su di te.
« Desidero imprigionarti tutta quanta nel mio Cuore, poiché il mio Amore per te è infinito. E non-ostante le tue colpe e le tue miserie, Mi servirò di te per far conoscere a molte anime il mio Amore e la mia Misericordia. Ce ne sono tante che igno-rano la Bontà del mio Cuore! Ed è il mio unico desiderio che queste anime si gettino e si perdano nell’abisso senza fondo del mio Cuore.
« Sono il tuo Salvatore e il tuo Sposo! Oh! Quan-to le anime comprendono poco queste due parole! Ecco l’opera che voglio compiere per tuo mezzo: il desiderio più ardente del mio Cuore è la salvezza delle anime e voglio che le mie spose, specialmente quelle del mio Cuore, sappiano bene con quanta fa-cilità possono darmi anime. Farò loro conoscere per tuo mezzo il tesoro che così spesso disperdono, perché non approfondiscono bene queste due pa-role: Salvatore e Sposo.
« Il mio Cuore ti ama e la tua piccolezza non mi spaventa. Proprio per essa i miei occhi si sono posati su di te e ti amo con la follia di un Dio. Io sono il Sole che ti scopre la tua miseria. Più la vedi grande e più deve accrescersi la tua tenerezza e il tuo amore per Me. Se la tua anima è una terra infetta, incapace di fruttificare, lo sono il giardi-niere che la coltiva e vi manderò un raggio di sole per purificarla… e la mia mano seminerà…
« Più una cosa è piccola, più la si maneggia con facilità. Perciò lo mi servo di te come voglio, perché appunto sei un niente.
« Non credere che possa cessare di amarti per le tue miserie: al contrario il mio Cuore ti ama e non ti abbandonerà mai. Sai che il fuoco ha la pro-prietà di distruggere e d’infiammare. Così il mio Cuore ha quella di perdonare, di purificare, di amare.
« Lo so, che non hai altro che miserie e debolez-ze, ma siccome Io sono il fuoco che purifica, ti avvolgerò con la fiamma del mio Cuore e ti puri-ficherò.
« Non ti ho detto assai spesso che il mio unico desiderio è che le anime mi diano le loro miserie? Se non osi avvicinarti a Me, lo mi avvicinerò a te.
« Più debolezza troverò in te e più amore tu tro-verai in Me; non m’importano le tue miserie; quello ch’io voglio è essere padrone delle tue miserie.
« La tua piccolezza ha fatto posto alla mia Gran-dezza. La tua miseria e anche le tue colpe alla mia Misericordia.. La tua fiducia al mio Amore e alla mia Bontà! Vieni! Appoggiati al mio Cuore e riposati in Esso ».
« Quando un Re od un Principe sposa la figlia di uno dei suoi sudditi, si obbliga, pel fatto stesso, a darle tutto quanto esige lo stato a cui l’innalza. Io vi ho scelte e mi sono impegnato a darvi tutto quello di cui siete sprovviste… Non vi chiedo altro che quello che avete… datemi il vostro cuore vuoto ed Io lo riempirò… datemelo con le vostre miserie e Io le consumerò!… ».
« Molte anime credono in Me, ma poche credono al mio Amore… tra quelle che credono al mio Amore troppo o che contano sulla mia Misericordia… Mol-te mi conoscono come Dio, ma poche confidano in Me come Padre! Mi manifesterò… e alle mie anime, a quelle soprattutto che sono l’oggetto della mia predilezione, farò vedere che non chiedo niente di ciò che non hanno. Esigo che mi diano tutto ciò che posseggono, perché tutto è mio.
« Se non hanno che miserie e debolezze, quelle Io desidero… se anche non hanno che colpe e pec-cati, quelli Io chiedo. Le supplico di darmeli tutti e di non conservare altro che la fiducia nel mio Cuore… Vi perdono, vi amo ed lo stesso vi santifi-cherò.
« Poco m’importano le miserie: quello che voglio è l’amore.
« Poco m’importano le debolezze: ciò che voglio è la fiducia! ».