Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.
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Quesito
Pace padre,
vorrei chiederle come effettivamente potrei fare qualcosa di concreto per le anime bisognose che non hanno conosciuto Gesù. Per esperienza appunto so che più si insiste a parole più si ottiene l’effetto opposto.
Il mio gruppo di amici, con cui ho confidenza da un punto di vista umano e non spirituale, sono di fatto atei, agnostici e tiepidi.
Vorrei sapere cos’altro oltre alla preghiera posso fare per loro.
Desidero vedere la loro conversione prima che la scuola finisca e perché con essa purtroppo finiranno probabilmente anche i legami stretti che ho con loro
La ringrazio.
Martin
Risposta del sacerdote
Caro Martin,
1. la cosa che ti sta maggiormente a cuore è questa: che cosa puoi fare per la conversione dei tuoi compagni, perlopiù atei, agnostici e tiepidi.
2. Certamente conta molto la preghiera perseverante.
Il Rosario è una preghiera perseverante perché impegna a stare in preghiera per un certo tempo.
In tal modo tu, mediante la carità che ti unisce a Cristo e ai tuoi amici, permetti a Nostro Signore di rendersi presente e di operare nel loro cuore.
3. Conta molto questa preghiera se è fatta in maniera pia, e cioè in grazia di Dio.
E ancora di più conta se è fatta in maniera umilein modo che tu ti rivolga al Signore come si è rivolto Abramo: “Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere” (Gn 18,27).
Abramo nel domandare non accampa i propri meriti, la propria fedeltà, ma dice a Dio: “Io sono polvere e cenere” e cioè sono una nullità.
4. San Giuseppe Cafasso, che è stato un grande maestro di teologia morale nonché confessore di San Giovanni Bosco, diceva che la preghiera pia, umile e perseverante è infallibilmente imperatoria.
Pertanto ti esorto a pregare molto con il Santo Rosario.
Se ne hai la possibilità, non accontentarti di dirne uno al giorno.
Se vuoi essere apostolo, se vuoi convertire molti, devi pregare molto.
Questo perché, come ho detto, la preghiera rende presente e operante Gesù Cristo con la sua potenza salvifica nel cuore dei tuoi amici.
5. Se la preghiera è indispensabile, non è tuttavia l’unico strumento. Ce n’è un altro altrettanto indispensabile ed è il sacrificio.
Per questo Santa Teresa di Gesù bambino diceva: “Ah, preghiera e sacrificio formano tutta la mia forza, sono le armi invincibili che Gesù mi ha date, toccano le anime ben più che i discorsi, ne ho fatto esperienza spesso” (Storia di un’anima, 315).
6. Oggi è la festa dell’esaltazione della croce.
Questa festa ci ricorda la potenza salvifica della croce. In essa si è manifestata la sapienza di Dio e la potenza di Dio (cfr 1 Cor 1,24).
Certo non sono i nostri sacrifici che convertono le persone.
Salvatore e convertitore di tutti è solo Gesù Cristo che con la sua passione e morte ha espiato i peccati dell’umanità.
Inoltre solo lui ha il potere di trarre tutti a Sé (cfr. Gv 12,32).
Tuttavia, uniti a Cristo e al nostro prossimo mediante la carità, a mezzo dei nostri sacrifici possiamo distribuire i meriti della passione e morte del Signore.
In questo senso San Paolo dice: “Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24).
7. L’Eterno Padre, parlando con Santa Caterina da Siena del nostro Santo Padre Domenico e dei suoi frati, ha detto: “In su che mensa (San Domenico) fa mangiare e’ figli suoi col lume della scienzia?
Alla mensa della croce in sulla quale croce è posta la mensa del santo desiderio, dove si mangia anime per onore di me.
Egli non vuole ch’e’ figli suoi attendano ad altro se non a stare in su questa mensa con lume della scienzia, a cercare solo la gloria e loda del nome mio e la salute dell’anime” (Trattato dell’obbedienza, 158).
8. Un solo sacrificio per la conversione dei nostri amici è più sapiente di una grande predica.
Un solo sacrificio, unito a quello di Cristo, porta con sé la potenza della morte e della risurrezione del Signore. Questa potenza è stata manifestata attraverso il duplice terremoto che ha accompagnato gli eventi centrali della nostra redenzione.
9. Non ci meravigliamo allora che Pio XII abbia potuto dire queste parole: “Mistero certamente tremendo, né mai sufficientemente meditato: che cioè la salvezza di molti dipenda dalle preghiere e dalle volontarie mortificazioni, a questo scopo intraprese dalle membra del mistico Corpo di Gesù̀ Cristo, e dalla cooperazione dei Pastori e dei fedeli, specialmente dei padri e delle madri di famiglia, in collaborazione col divin Salvatore” (EE 6, 193)278.
10. In termini ancora più concreti la Madonna ha chiesto nella prima apparizione ai tre pastorelli di Fatima: “Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi in atto di riparazione per i peccati con cui egli è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori”?”.
I tre bambini risposero: “Sì, vogliamo”.
La Madonna soggiunse: “Allora dovrete soffrire molto, ma la grazia di Dio sarà il vostro conforto” (Memorie di suor Lucia, 13 maggio, p. 162).
11. Ecco, ti ho detto tutto.
L’unica cosa che rimane da fare, ed è la più importante, è passare dalle parole ai fatti.
Mentre mi compiaccio del tuo desiderio di portare i tuoi amici al Signore (San Giovanni Bosco diceva che questo è il segno più vero che siamo suoi amici), ti auguro di essere sempre generoso in questa cooperazione con Cristo.
Per questo in modo tutto particolare ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo