Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.
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Quesito
Gent.le p. Angelo,
Vorrei porle due domande sul cd. “discorso escatologico” riportato dai Vangeli sinottici (Lc 21, Mc 13 e Mt 24).
In Mc 13, 5-9 Nostro Signore sta parlando di quanto sarebbe avvenuto prima della distruzione del tempio di Gerusalemme. Nel versetto 10 del capitolo 13 però viene così riportato: “Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le genti”. Che cosa s’intende qui? È noto che prima del 70 d.C., anno della distruzione del tempio, molti popoli non fossero ancora stati toccati dalla predicazione cristiana. Il passo mi sembra ancor più oscuro se si tiene conto che in Mt 24, 14 viene riportato: “Frattanto questo Vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti. E allora verrà la fine” – e presumo si tratti della fine del mondo, non della sola Gerusalemme.
In Mt 24, 29 è detto che, subito dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme (“la tribolazione di quei giorni”), il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno dal cielo e le potenze celesti saranno sconvolte. Sant’Agostino nella sua lettera 199 a Esichio dice che queste espressioni vanno intese in senso metaforico: in realtà, si riferirebbero soprattutto alle persecuzioni che subirà la Chiesa. In Mt 24, 30 viene poi detto: “Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria”. Secondo Sant’Agostino queste frasi non si riferirebbero alla Parusia perché in Mt 24, 33 viene riportato: “Quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è alle porte” ed in “tutte queste cose” sarebbe compresa la frase “vedranno il Figlio dell’uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria”, suggerendo che questa frase intende indicare la maggior forza che Cristo, attraverso la sua grazia, darà ai santi per resistere alle persecuzioni future, facendo risaltare ancora di più, ai loro occhi, la sua divinità. Il “sappiate che Egli è alle porte” vorrebbe dire che, dopo questi segni, la fine del mondo sarà “solo” vicina, non imminente. L’interpretazione di Sant’Agostino mi pare sensata, ma mi sorge una domanda sul significato di quel “vicina”: è vero che i tempi di Dio non sono quelli degli uomini, visto che Dio è al di sopra del tempo, ma perché intendere la parola “vicina” stricto sensu quando parla della devastazione di Gerusalemme (Lc 21,20) e poco dopo, invece, in un senso assai ampio, per non dire indeterminato?
La ringrazio per l’eventuale risposta. La saluto cordialmente e la ricordo nelle mie preghiere.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. nel capitolo 13º del Vangelo di San Marco Gesù parla simultaneamente della fine di Gerusalemme e della fine del mondo.
Nella prima parte, vale a dire dal versetto 5 al 13, parla delle calamità e delle persecuzioni cui saranno esposti i suoi discepoli fino alla fine del mondo. Pertanto il versetto 10 che tu hai citato è in riferimento all’approssimarsi della fine del mondo.
Dal versetto 14 al 19 parla maniera ben precisa della distruzione di Gerusalemme.
E poiché la rovina di Gerusalemme è prefigurazione del giudizio finale, dal versetto 20 al 31 parla di nuovo della fine del mondo e dei segni che la precedono.
2. Circa invece quanto si legge in Matteo 24,29: “Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte” aseconda che viene riferito all’ultima venuta ha un senso letterale; a seconda che viene riferito a un’altra, ha un significato mistico”.
3. Pertanto coesistono due interpretazioni.
Secondo l’interpretazione letterale ci sarà una grande perturbazione a livello cosmico che precederà la venuta del Figlio dell’uomo.
Si realizzerà allora ciò che si legge nella Scrittura: “Allora ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribù della terra si batteranno il petto” (Ap 1,7) e: “Riverserò sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione: guarderanno a me, colui che hanno trafitto. Ne faranno il lutto come si fa il lutto per un figlio unico, lo piangeranno come si piange il primogenito” (Zc 12,10).
4. In riferimento al significato mistico San Tommaso riferisce il pensiero di Origene secondo il quale “qualcuno dice che il sole che deve oscurarsi è il diavolo, che alla fine sarà confutato poiché, pur essendo ombra, simula il sole; la luna invece, che sembra all’uomo illuminata dal sole, è tutta l’assemblea dei perversi, che spesso promette di avere e di dare la luce, ma allora, redarguita con i suoi riprovati dogmi, perderà il suo splendore; alcuni poi, sia nei dogmi che nelle virtù false, promettendo la verità gli uomini li seducevano con le menzogne; costoro convenientemente vanno detti stelle cadenti dal proprio cielo, per così dire, dove erano costituite nelle altezze, innalzando se stessi contro la scienza di Dio. A prova di questo discorso prendiamo l’esempio dai Proverbi 4,18 dove leggiamo la luce dei giusti è sempre inestinguibile, mentre la luce degli enti si estinguerà”.
5. Anche per Sant’Agostino sarebbe racchiuso un significato mistico. Scrive infatti: “Il sole si oscurerà e la luna non darà la sua luce fa riferimento alla chiesa poiché la chiesa non apparirà a motivo del fatto che i suoi persecutori infileranno su di lei oltre ogni modo (lettera ad Esichio 199,11).
Allora le stelle cadranno dal cielo e le virtù dei cieli saranno sconvolte perché molti che sembravano rifulgere per la grazia di Dio cederanno ai persecutori e cadranno; e anche i fedeli più forti saranno turbati”.
Augurandoti ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo