Vorrei chiederLe se sia corretto dire che Dio, essendo Egli carità per…

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Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.

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Quesito

Caro Padre Angelo,
Le scrivo oggi, giorno della Sua partenza per il pellegrinaggio a Lourdes e nei luoghi domenicani della Francia meridionale, e ottava dell’Assunzione di Maria (nonché festa del Suo Cuore Immacolato), per porLe una domanda cui naturalmente risponderà al Suo ritorno e quando ne avrà il tempo (la domanda gliela faccio ora onde evitare di dimenticarmi la questione nel dettaglio).
Vorrei chiederLe se sia corretto dire che Dio, essendo Egli carità perfetta, perdona tutte le persone anche prima del loro pentimento (anche coloro che non credono in Lui) e che dunque la dannazione delle anime è dovuta al loro rifiuto di essere salvate.
Mi spiego meglio: da ciò che ho potuto concludere, credo che parte del valore di una confessione valida sia l’affermazione di una volontà da parte del penitente, che è quella di unirsi a Dio e pertanto di essere salvati. Coloro che consci di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato peccano (e magari si rifiutano di confessarsi), lo fanno perché permettono alla loro inclinazione al peccato di prevalere sulla volontà di unirsi a Dio. A seguito di una tale decisione, Dio stesso decide di rispettare la libera scelta di ognuno, separando definitivamente da sé quelli che da Lui hanno voluto separarsi.
La ringrazio e Le auguro un felice pellegrinaggio denso di devozione
Assumpta est Maria in caelum: gaudent Angeli, laudantes benedicunt Dominum.
Matteo


Risposta del sacerdote

Caro Matteo,
1. grazie innanzitutto per il gaudio celeste che hai voluto comunicare in occasione della Madonna assunta in cielo e costituita regina del cielo della terra.
Assumpta est Maria in caelum: gaudent Angeli, laudantes benedicunt Dominum” (Maria è assunta in cielo: gioiscono gli angeli e lodando benedicono il Signore).
In quei due giorni benedetti veniamo particolarmente associati alla gioia e al tripudio degli angeli.
Dovrebbero essere per tutti due giornate di paradiso.
Mi auguro che lo siano state per te.
E poiché i doni e le grazie del Cielo riempiono di gioia, mi auguro anche che tu sia stato arricchito di molte grazie.

2. Vengo adesso al tuo quesito e dico subito che la risposta è affermativa.
Dio ha già perdonato tutti in anticipo per due motivi.
Il primo perché Dio è essenzialmente misericordia.
San Tommaso, dopo aver riferito le parole del salmo: “Paziente misericordioso è il Signore” (Sal 110,4) scrive: “La misericordia va attribuita a Dio in modo principalissimo: non per quanto al sentimento o passione, ma per gli effetti che produce.
A chiarimento di ciò si osservi che misericordioso si dice colui che ha in certo qual modo un cuore misero, nel senso che alla vista delle altrui miserie è preso da tristezza come se si trattasse della sua propria miseria. E questo è l’effetto della misericordia.
Rattristarsi dunque della miseria altrui non si addice a Dio; però gli conviene in grado sommo liberare dalla miseria, intendendo per miseria qualsiasi difetto.
Ora, i difetti non vengono tolti se non con qualche perfezione di bene: ma la prima fonte di ogni bontà è Dio” (Somma teologica, I, 21, 3).
Ulteriormente San Tommaso aggiunge che Dio è misericordia perché le perfezioni e le grazie che ci dona eliminano le deficienze (cfr. Ib.).

3. Il secondo motivo per cui Dio è essenzialmente misericordia e ha già perdonato tutto in anticipo è dovuto al sacrificio di Cristo, che ha compiuto un’espiazione sovrabbondante dei nostri peccati.

4. Con questo siamo tutti salvi in anticipo?
No.
Se il sole per sua natura è luce e calore (lo è sempre e lo sarà sempre), non significa che tutto sia illuminato è riscaldato dal sole.
Lo sono solo la realtà che a lui si aprono.
Così analogamente: Dio è per natura bontà e misericordia. Ma per accogliere la sua bontà e la sua misericordia è necessario aprirsi a Lui.
Come una stanza rimane al buio se si tengono porte e imposte ben chiuse e serrate, e rimane al buio anche se fuori il sole è splendidissimo, così analogamente si può essere separati da Dio, nonostante che Dio sia per natura misericordia e perdono.

5. Scrive San Tommaso: “La grazia è causata nell’uomo dalla presenza di Dio, come la luce nell’aria dalla presenza del sole” (Somma teologica, III, 7, 13).
Ora Dio è sempre presente: egli è in cielo in terra in ogni luogo. Egli è l’immenso.
Anche se nel nostro modo di parlare diciamo che Dio si allontana dall’uomo, in realtà è sempre e solo l’uomo che si allontana da Dio.
Allontanandosi, si priva della sua misericordia e del perdono meritatoci da Cristo.
Questo perdono è sempre vivo. È come il Roveto ardente, visto da Mosé sul Sinai, che brucia e non si consuma.

6. A questo proposito mi piace riportare la testimonianza del nostro Santo Padre Domenico il quale passava la notte pregando per la conversione dei peccatori e diceva, gemendo: “Dio mio, misericordia mia, che ne sarà dei peccatori”.
Non pregava per informare Dio sull’esistenza dei peccatori.
Piuttosto pregava e passava tutta la notte in preghiera per rendere presente e operante Dio nel cuore dei peccatori.
Si faceva tramite tra Dio, che è perdono e misericordia, e i peccatori.
La carità lo teneva simultaneamente unito a Dio e ai peccatori. E proprio per questo era in grado di rendere presente e operante il perdono e la misericordia di Dio nel loro cuore.
Non dobbiamo dimenticare infatti che la conversione dei cuori è solo opera di Dio.

7. Mi piace riportare anche la bella testimonianza di Santa Teresa di Gesù bambino che offrì se stessa vittima all’amore misericordioso di Dio.
Con questo atto intese offrire a Dio ogni sua azione per rendere presente e operante la misericordia di Dio nel cuore dei peccatori, con i quali era unita mediante la carità.

8. È corretta pertanto la tua riflessione e merita che si faccia come ha fatto il Santo Padre Domenico e come ha fatto Santa Teresa di Gesù bambino.
L’unica espressione che modificherei è questa: “A seguito di una tale decisione, Dio stesso decide di rispettare la libera scelta di ognuno, separando definitivamente da sé quelli che da Lui hanno voluto separarsi”.
Anziché dire “separando definitivamente da sé quelli che da Lui hanno voluto separarsi” io direi: “accettando che siano separati definitivamente da sé quelli che da Lui hanno voluto separarsi”.
Sebbene la tua espressione sia biblicamente corretta perché il testo sacro dice che nel giudizio universale Gesù Cristo separerà gli uni degli altri come fa il pastore che separa le pecore dai capri (cfr. Mt 25,32).

Ti ringrazio di cuore per l’augurio che mi hai fatto.
Avrei desiderato che il pellegrinaggio fosse “denso di devozione”, come tu mi hai augurato.
Certamente è stato denso di grazie.

Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera. 
Padre Angelo

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P.Angelo Bellon op, docente di teologia morale.