Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.
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Quesito
Buongiorno Padre Angelo,
vorrei che mi spiegasse l’importanza di ricevere l’Eucaristia tutti i giorni.
Quando ricevo il Corpo del Signore, io provo nel mio cuore una pace, rimango con tutti miei problemi, ma sono in pace. Vorrei capire bene.
La ringrazio e la saluto con tanto affetto,
Sono contentissima di avervi conosciuto
Simonetta
Risposta del sacerdote
Cara Simonetta,
1. sull’importanza di partecipare all’Eucaristia tutti i giorni e di comunicarsi con il Corpo e il Sangue del Signore ne ha parlato Gesù quando nel Padre nostro ci ha insegnato a domandare il nostro pane quotidiano.
La traduzione italiana e anche quella latina purtroppo vela questa grande verità
Ma il testo greco, e il Vangelo è stato scritto in greco, lo evidenzia chiaramente.
2. Il Vangelo dice letteralmente: “Dacci oggi il nostro pane il soprasostanziale” (in greco: tòn àrton tòn epiùsion dòs emìn sémeron).
Quando San Girolamo si è trovato dinanzi a questo testo si è accorto di quell’aggettivo epiùsion che non esisteva nel vocabolario greco.
Si trattava di un neologismo e cioè di una parola appena coniata.
Che cosa ha fatto per non alterarne il significato? Ha tradotta letteralmente quell’aggettivo. Poiché epì in greco significa verso, sopra e ousìa significa sostanza, ha tradotto con l’aggettivo soprasostanziale.
Ora il pane soprasostanziale è Cristo, che ha definito se stesso dicendo: “Io sono il Pane della vita” (Gv 6,35) perché chi ne mangia non muoia, ma abbia la vita eterna e cioè il possesso di Dio di qua e di là.
3. Nel Vangelo abbiamo due versioni del Padre nostro. Una è presentata da Matteo e l’altra da Luca.
Nella traduzione di Matteo San Girolamo scrive: “Panem nostrum supersubstantialem da nobis hodie” (dacci oggi il nostro pane soprasostanziale).
Nella versione di Luca scrive: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.
Nella formulazione che noi recitiamo c’è l’aggettivo “quotidiano”.
4. In questo aggettivo “quotidiano” c’è tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Ma soprattutto c’è il Pane soprastanziale, Cristo stesso, che è l’obiettivo supremo di ciascuno di noi.
Tutti gli altri beni, in riferimento al Pane soprasostanziale, sono semplicemente una premessa.
Sappiamo dagli Atti degli Apostoli che i primi cristiani erano perseveranti nello spezzare il pane (At 2, 42). E poco più avanti si legge che “Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo” (At 2,46-47).
Spezzare il pane era il nome dato a quella realtà che noi chiamiamo Eucaristia.
Dunque già la prima comunità cristiana ogni giorno spezzava il pane nelle case.
5. Tu chiedi perché celebrare quotidianamente l’Eucaristia.
Innanzitutto viene celebrata per rendere presente sui nostri altari Gesù Cristo nel momento supremo della sua vita, nel sacrificio di sé compiuto sulla croce.
Lo offriamo alla Santissima Trinità come atto supremo della nostra adorazione, del nostro rendimento di grazie, della supplica in espiazione dei peccati e nell’invocazione di grazie.
Non c’è niente di più grande che rendere presente Gesù sull’altare nel momento supremo della sua vita a nostro beneficio.
San Leopoldo Mandic, il santo cappuccino di Padova, a chi gli chiedeva di pregare per lui perché ne aveva bisogno, rispondeva: “Vai a Messa e durante la consacrazione dì a Dio: “È così poco quello che ti domando in confronto di quello che ti offro”. A confronto di ciò che domandiamo, la nostra offerta (il sacrificio di Cristo) è sempre immensamente più grande perché ha un valore infinito.
6. Nell’Eucaristia, oltre ad offrire il sacrificio di Cristo, facciamo anche la Santa Comunione.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica elenca i vari frutti della Comunione. Eccoli:
1- “Ciò che l’alimento materiale produce nella nostra vita fisica, la Comunione lo realizza in modo mirabile nella nostra vita spirituale. La Comunione alla Carne del Cristo risorto, vivificata dallo Spirito Santo e vivificante, conserva, accresce e rinnova la vita di grazia ricevuta nel Battesimo. La crescita della vita cristiana richiede di essere alimentata dalla Comunione eucaristica, pane del nostro pellegrinaggio, fino al momento della morte, quando ci sarà dato come viatico (CCC 1392).
2- “La Comunione ci separa dal peccato. Il Corpo di Cristo che riceviamo nella Comunione è dato per noi, e il Sangue che beviamo, è sparso per molti in remissione dei peccati.
Perciò l’Eucaristia non può unirci a Cristo senza purificarci, nello stesso tempo, dai peccati commessi e preservarci da quelli futuri” (CCC 1393)
A questo punto il CCC riporta le seguenti parole di Sant’Ambrogio: “Se, ogni volta che il suo Sangue viene sparso, viene sparso per la remissione dei peccati, devo riceverlo sempre, perché sempre mi rimetta i peccati. Io che pecco sempre, devo sempre disporre della medicina”.
3- “Come il cibo del corpo serve a restaurare le forze perdute, l’Eucaristia fortifica la carità che, nella vita di ogni giorno, tende ad indebolirsi; la carità così vivificata cancella i peccati veniali. Donandosi a noi, Cristo ravviva il nostro amore e ci rende capaci di troncare gli attaccamenti disordinati alle creature e di radicarci in lui” (CCC 1394).
E riporta le seguenti parole di San Fulgenzio di Ruspe: “La nostra preghiera chiede quello stesso amore per cui Cristo si è degnato di essere crocifisso per noi. Anche noi, mediante la grazia dello Spirito Santo, possiamo essere crocifissi al mondo e il mondo a noi… Avendo ricevuto il dono dell’amore, moriamo al peccato e viviamo per Dio”.
4- “Proprio per la carità che accende in noi, l’Eucaristia ci preserva in futuro dai peccati mortali. Quanto più partecipiamo alla vita di Cristo e progrediamo nella sua amicizia, tanto più ci è difficile separarci da lui con il peccato mortale. L’Eucaristia non è ordinata al perdono dei peccati mortali. Questo è proprio del sacramento della Riconciliazione. Il proprio dell’Eucaristia è invece di essere il sacramento di coloro che sono nella piena comunione della Chiesa” (CCC1395).
5- Procura “l’unità del Corpo mistico: l’Eucaristia fa la Chiesa. Coloro che ricevono l’Eucaristia sono uniti più strettamente a Cristo. Per ciò stesso, Cristo li unisce a tutti i fedeli in un solo corpo: la Chiesa. La Comunione rinnova, fortifica, approfondisce questa incorporazione alla Chiesa già realizzata mediante il Battesimo” (CCC 1396).
6- Il CCC aggiunge poi che impegna nei confronti dei poveri e dell’unità dei cristiani (CCC 1397-1398).
8. Piace ricordare anche ciò che diceva San Gregorio Magno Papa: “Se in virtù del sangue di un animale, che era prefigurazione del sangue di Cristo, il popolo di Israele fu risparmiato dall’angelo sterminatore, da quanti mali dell’anima e del corpo non ci libera il sangue stesso di Cristo?”.
E concludeva: “Per l’ascolto della Messa l’uomo viene liberato da molti mali”.
9. Piace anche ricordare ciò che il sacerdote dice in una preghiera sottovoce prima di comunicarsi al Corpo e al Sangue del Signore: “La comunione al Corpo e al Sangue di Gesù Cristo non sia per me motivo di condanna, ma rimedio e difesa dell’anima e del corpo”.
In queste parole “rimedio e difesa dell’anima e del corpo” sono racchiusi tutti i beni riportati dal Catechismo della Chiesa Cattolica.
Con l’augurio che tu possa avere la grazia di nutrirti quotidianamente dell’Eucarestia e fruire di tutti questi grandi benefici, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo
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