…. Voglio essere come Abramo

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La fede senza le opere è come

un corpo senza lo Spirito

La Fede, se è vera, se è reale,

diventa amore, diventa carità,

si esprime nella carità.

Una fede senza carità, sarebbe fede morta.

Da una parte, ci sono le “opere della carne” che sono “fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria…” (Gal 5,19-21):

tutte opere contrarie alla fede;

Dall’altra, vi è l’azione dello Spirito Santo, che alimenta la vita cristiana suscitando “amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22): sono questi i frutti dello Spirito che sbocciano dalla fede.

La carità non cerca il proprio interesse…” (1 Cor 13,1.4-5).

Possiamo fare milioni di opere e pensare di essere a posto, ed invece No! – dice San Paolo – è indispensabile la fede.

La Salvezza nasce da una relazione personale di fede della persona umana con la persona divina;

è necessario che io mi abbandoni con fiducia al Signore, che mi affidi a lui, che confidi in lui. Riconoscendo che da solo non ce la faccio – che con le mie opere non sono capace di salvarmi – io mi affido al Signore.

Le opere di cui parla Giacomo sono le opere della carità cristiana. Queste non sono la causa della salvezza, non mi salvo cioè grazie a loro, per merito delle mie azioni, ma sono l’effetto, la conseguenza di questo mio abbandono fiducioso e assoluto in Dio, in Gesù. Poiché mi sono affidato a Dio, lui mi dà, la capacità di operare bene.

Con il suo aiuto riesco a superare la mia naturale inclinazione al male e agire secondo il volere di Dio, realizzando così il progetto che lui ha su di me!

Non vi guadagnate niente con le buone opere, non vi dovete guadagnare il paradiso, non dovete farvi dei meriti, questo è un linguaggio vecchio e sbagliato. È davvero sbagliato

perché il paradiso non ve lo dovete guadagnare, non ce la fareste mai; il paradiso vi è regalato dalla misericordia di Dio.

È come dire,IO, con le mie forze sono riuscito a fare tutto…

Qualcuno aveva dedotto che allora non serve fare qualcosa, non serve agire: se il paradiso ci è regalato, se la salvezza è gratis non facciamo niente. Ognuno faccia quello che vuole, è sufficiente credere e tutto viene di conseguenza. No! – dice l’apostolo –

le opere non sono necessarie all’inizio per conquistare il paradiso, ma sono il frutto di una grazia che ti è data e che deve essere messa in pratica concretamente.

Le opere non sono frutto della tua iniziativa privata e personale con cui ti fai dei meriti.

Una persona di fede la si riconosce da come vive, da come parla, da come si rapporta con le persone.

Quando uno è innamorato vive di conseguenza; quando è preso da un grande amore fa anche delle pazzie, fa delle cose inimmaginabili, ma le fa per amore ed è disposto anche a grandi sacrifici. Una madre con un bambino piccolo, quanti sacrifici fa? Perché fa quei sacrifici, per guadagnarsi il bambino? No! Fa quei sacrifici perché gli vuole bene e basta. L’amore c’è prima e, essendoci l’amore, di conseguenza vengono anche i sacrifici, le notti di veglia, tutto il lavoro che c’è in più. Ma quel lavoro viene dopo, è l’effetto dell’amore; proprio perché c’è l’amore… di conseguenza seguono certe opere anche faticose e pesanti; è questo il modo corretto di ragionare.

Quante volte per amore siamo disposti a farci schiacciare, quante volte per amore perdoniamo tutto, quante volte permettiamo che una persona, solo perché siamo innamorati ce la facciamo andare bene cosi com’è, vediamo oggi quante donne ancora subiscono i soprusi dai loro mariti dai compagni quante ragazze ammazzate dai loro fidanzati e tutto questo PER AMORE…. Ma questo non è amore… l’amore è quando si opera nel nome di Dio, quando in una sofferenza non si punta il dito, una pistola, un coltello, non si lanciano parole di offesa, ma si Opera Perdonando !

Le Opere non sono solo quelle dell’elemosina al mendicante, o della spesa fatta alla signora nel palazzo che non ha possibilità economiche, certo è cosa buona, ma affinché essa sia OPERA DI FEDE, deve essere compiuta con coscienza, con concretezza, con coerenza, deve essere compiuta con il totale abbandono nello Spirito Santo, nella totale fiducia in Gesù!

La nostra vita cristiana deve essere operosa, ma come conseguenza di un amore, un amore incondizionato!

La fede di cui l’apostolo parla è proprio questa relazione d’amore con il Signore.

Che utilità c’è, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Dove è l’utile?

Se non ci sono le opere la fede è morta, è un corpo morto: la fede è amore, relazione di fiducia che incontra il Signore personalmente, quella fede cambia la vita, segna fortemente la vita; quella fede è l’accoglienza alla grazia di Dio

Tante volte sentiamo dire che bisogna aiutare, concretizzare il tutto, e tante volte però restano sempre e solo belle parole e belle prediche.

La rivelazione di Dio, l’opera di Gesù Cristo non è una bella teoria, ma è il dono di una capacità di intervenire praticamente per cambiare la realtà.

Anche nelle nostre comunità c’è il rischio della teorizzazione, del “bisognerebbe”, ma sono sempre gli altri quelli che dovrebbero fare qualcosa..

Questo è un atteggiamento di fede morta, di fede che non giova.

Mi veniva in mente quando alcune volte conosciamo più di un medico e abbiamo, nonostante loro abbiano stessa laurea e stesse competenze,impressioni completamente diverse…. Un medico infatti non lo si nota da come cura l’ammalato, ma lo si nota da come si prende cura del’ ammalato, con quale compassione e tenerezza…

Curare e prendersi cura possono sembrare parole uguali, ma sono molto diverse tra loro!

Non serve andare a Messa 20 volte in una settimana o essere prete suora e fare Il Papa per essere uomo o donna di Chiesa operante nella fede.

Non è la quantità di tempo che si dedica agli altri importante ma è la qualità e con che cuore e spirito ti poni verso l’altro!

Sono quelle le opere della fede.

Allora dobbiamo interrogarci.

Esiste realmente questa mia relazione con il Signore che determina le opere che faccio? Quello che faccio, lo faccio per amore, come conseguenza?

Abramo credette in Dio e credette al punto da arrivare a offrirgli il figlio.

Il Signore lo fermò, ma la fede di Abramo non si è fermata, egli si fidava di Lui…

e lo ha lasciato OPERARE NELLA SUA VITA OBBEDENDO E LASCIANDOSI GUIDARE.

Come dice Papa Francesco, dobbiamo fare in modo che la fede diventi uno stile di vita, non teoria, ma vita.

Il Signore ci ha salvato gratis, il Signore ci regala il paradiso, ma – avendoci fatto un grande dono – ci chiede di usare questo dono. La grazia, la salvezza, è proprio un regalo che cambia la nostra vita; il modo migliore per rispondere a chi ci ha fatto un regalo è usare bene il regalo, è valorizzare il regalo. Se non lo usi o lo butti via è segno che non hai apprezzato il regalo.

Giacomo ci prospetta quindi il capovolgimento della mentalità. Noi siamo abituati a dire: vai in chiesa! Per essere un buon cristiano devi andare in chiesa. Non funziona! Bisogna capovolgere il discorso:

se sei un buon cristiano, di conseguenza andrai in chiesa.

Ci vai senza interesse, annoiandoti, guardando sempre l’orologio, aspettando che finisca. Nella nostra vita la fede serve o non serve? Il fatto di credere produce qualche effetto dentro di noi o no? A che giova avere fede? La domanda è seria. Si vede dal tuo comportamento che hai fede? Se non avessi fede come faresti, ti comporteresti in modo diverso?

Chiediamo al Signore che risvegli in noi la fede e ci faccia diventare sempre di più coerenti nella vita concreta;

Anche i diavoli credono. Come sarebbe a dire che i diavoli credono? Dipende da cosa intendiamo. Il diavolo non si fida di Dio, non si affida a Dio, ma sa che c’è. Anche lui sa che c’è un Dio solo, che ha un figlio che si chiama Gesù Cristo, che ha mandato lo Spirito Santo. Tutto questo lo sa anche il diavolo; dicono addirittura che il diavolo sia il miglior teologo!

Sa tutte queste cose, ma non vive di conseguenza; non c’è un cambiamento nella sua vita. Sa la teoria, ma non vive come Dio e allora?

Allora la nostra fede deve essere diversa da quella del diavolo, essendo una fede che aderisce al Signore per essere come il Signore e degni discepoli suoi per donarci GRATUITAMENTE AL PROSSIMO, AL VICINO CON IL QUALE DISCUTIAMO, A UN FORNITORE CHE NON CI PAGA, A DEI COLLEGHI CHE METTONO ZIZZANIA, A UN MARITO O A UNA MOGLIE INFEDELE A DEI FIGLI CHE QUASI SEMBRANO DIMENTICARSI DI NOI DOPO I TANTI SACRIFICI FATTI PER LORO… MORIRE ALL’ALTRO CON AMORE E PER AMORE…

Dice Papa Francesco: Che bello sarebbe se alla sera ognuno di noi potesse dire: oggi ho compiuto un gesto d’amore verso l’altro!

QUESTO E’ OPERARE NELLA FEDE..

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Informazioni su Giusy Cantone 9 Articoli
Giusy Cantone si avvicinò per un periodo alla chiesa poi abbandonò il percorso di fede che aveva intrapreso. Ha sperimentato la morte e il buio delle tenebre ed è tornata " Alla Casa del Padre". Frequenta un Cammino di Fede presso la chiesa di Santa Maria della Libera - Portici (Na). Ha sperimentato che Senza La Parola di Gesù, la sua vita è vuota!