Dal Patto d’alleanza alle perfezione evangelica. ||| L’evento più importante e decisivo della nostra storia è sicuramente la scoperta dell’Unico Dio, quella che ci ha consentito di comprendere al meglio la sua identità e di riflesso, la nostra divina somiglianza. Il monoteismo ha segnato profondamente il percorso dell’uomo. Per noi credenti questo è avvenuto in forza della rivelazione: l’Onnipotente si è fatto conoscere, ha parlato con accenti umani, e l’uomo ha scoperto la sua vera origine e la verità del suo essere. Per rafforzare questa conoscenza, dopo l’annebbiamento del peccato, il Creatore e Signore, infinitamente amabile, ha stretto un patto di alleanza con la sua creatura ferita dal peccato. Ha chiesto poi all’uomo la fedeltà, come via al ritorno nella casa paterna. Ha implorato l’uomo: “Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo”. Ha ribadito per questo la sua Legge e i suoi divini Comandamenti da osservare nella totale fedeltà. Ha proclamato ancora il suo primato assoluto e indiscutibile: “Io sono il Signore”. San Paolo ci svela gli effetti mirabili della nuova ed eterna alleanza sgorgata da Cristo Gesù: “Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” Ci viene indicata una nuova appartenenza, una più elevata somiglianza, siamo figli di Dio, e una nuova più sublime dignità. Da questa consapevolezza scaturisce il nostro vero ed autentico valore, valore della nostra anima irrorata dalla Luce divina e il valore anche del nostro corpo, che, diventando tempio dello Spirito, si arricchisce di una divina sacralità. Da questa realtà altamente teologica si deduce la bellezza della castità e il valore della consacrazione verginale e del celibato sacerdotale. Gesù nel vangelo odierno inizia col l’affermare: “Ma io vi dico …”. Annuncia la novità evangelica, la perfezione non più come scrupolosa osservanza della legge, sostenuta dal timore, ma sorretta, illuminata e guidata dall’amore. Un amore che non può più essere negato neanche al nemico, memori di essere stati noi per primi perdonati, redenti e amati benché peccatori. Perché irrorati di grazia, illuminati dallo Spirito e deificati in Cristo possiamo sperare di poter adempiere il comando del Signore: “Siate voi dunque perfetti com’è perfetto il Padre vostro celeste”. Il Signore ce lo conceda.
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