Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.
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Quesito
Caro padre Angelo,
Avrei da proporle una interpretazione psicologica riguardo Giuda Iscariota riguardo la sua azione empia.
Egli credeva senza dubbio che Gesù fosse il Figlio di Dio (a meno che non pensasse come alcuni ebrei che Gesù facesse prodigi grazie a Beelzebul) però era di animo infimo ed ipocrita (teneva la cassa dei soldi e rubava soldi) però non penso che lui volesse uccidere Dio fatto uomo. Sarebbe un pazzo e perché avrebbe voluto dannare la sua anima con la colpa più grave?
Io penso che Giuda volesse creare una situazione ad hoc per far manifestare a Gesù la sua piena potenza e far adempiere le Scritture, secondo il suo modo contorto di vedere la cosa. Gli ebrei si aspettavano un Messia con spada che avesse liberato Israele dal giogo romano.
Forse Giuda si immaginava che Gesù si sarebbe ribellato con un evento soprannaturale, tipo chiamando a sé una schiera di angeli, così da far credere anche ai più scettici che Gesù è il Figlio di Dio e non un seguace di qualche demone. Tuttavia quando Giuda vide che Gesù era in croce, colto dal rimorso, si impiccò.
Questa teoria è presente anche nel film di Giuda che uscì a Pasqua in TV e la reputo una interpretazione plausibile alla luce delle sue azioni.
Poi se fosse stato felice del suo tradimento, non si sarebbe impiccato.
Comunque è scontato che ogni sua motivazione sia ingiustificabile.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. la tua interpretazione e fantasiosa e suggestiva.
Ma non risponde a quanto dice il Vangelo.
2. Ecco che cosa Gesù ha detto di Giuda nel capitolo sesto di San Giovanni: “Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito” (Gv 6,64).
E poco dopo aggiunge: “«Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici” (Gv 6,70-71).
3. San Tommaso commenta: “Diavolo non per natura, ma per l’imitazione della malizia diabolica”. (…). Più il là in Gv 13,27 si legge: “dopo quel boccone Satana entro in lui”, perché appunto divenne a lui conforme nella malizia””.
4. Aggiunge ancora San Tommaso: “Ma se Cristo elesse Giuda, e questi divenne cattivo, sembra che lui abbia sbagliato nella scelta.
A ciò si risponde, prima di tutto, con il Crisostomo, che qui non si tratta della scelta di predestinazione, ma dell’elezione a un ufficio e allo stato della presente giustizia, alla quale talora alcuni vengono scelti non in considerazione del futuro, bensì per la loro condizione presente: e da questa elezione non viene tolta né la libertà del libero arbitrio, né la possibilità di peccare. Di qui l’esortazione paolina: «Chi crede di star saldo, stia attento a non cadere» (1 Cor 10, 12). Perciò il Signore scelse Giuda mentre non era ancora cattivo, ma la sua scelta non gli tolse la possibilità di peccare.
In secondo luogo si può rispondere, con Agostino, che il Signore scelse Giuda già cattivo; e questo rientra nella capacità del Bene: servirsi del malvagio per un fine buono, sebbene lo sappia cattivo. Dio si è servito bene di lui, tollerando di essere da lui tradito per redimere noi.
Oppure uno può rispondere che l’elezione dei dodici apostoli non riguarda qui le singole persone, ma il loro numero, in questo senso: Io ho scelto in voi il numero dodici. Infatti questo numero è ben appropriato per coloro che dovevano predicare ai quattro lati del mondo la fede della santa Trinità. E questo numero non andò perduto; perché al posto del traditore fu sostituito Mattia.
Ovvero potremmo rispondere, con sant’Ambrogio, che il Signore scelse Giuda per confortare la nostra debolezza, quando ci capita di essere traditi dagli amici, sapendo che anche lui, Signore e Maestro, è stato tradito da un discepolo (Commento al Vangelo di San Giovanni, 6,71).
Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera
Padre Angelo