Sulla preziosità di alcune pratiche di pietà popolare e sull’impossibi…

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Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.

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Quesito

Grazie,
le vorrei anche chiedere se può scrivermi anche tutte le cose che menziona la religione cattolica da fare per la salvezza dell’anima è importantissimo per me, come ad es. lo scapolare di S. Simone che indosso, e cosa più importante di tutte se è possibile fare una confessione a distanza con lei per me perché adesso non riesco ad andare in Chiesa e vorrei fare una confessione completa di peccati molto importanti.
Grazie infinitamente.
Mario


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. Le cose essenziali della salvezza della nostra anima sono costituite dall’osservanza dei comandamenti e dalla pratica dei sacramenti.
Qui c’è tutto.

2. Per i comandamenti vale ciò che si legge nel Vangelo: ad un tale che aveva chiesto al Signore che cosa dovesse fare per entrare nella vita eterna Gesù rispose: “Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti” (Mt 19,17).
Nei singoli comandamenti è racchiuso tutto ciò che siamo chiamati a fare. 
L’osservanza dei comandamenti è insostituibile per la salvezza di tutti, anche dei non cristiani.

3. Per tutti i sacramenti vale ciò che Gesù ha detto per quel sacramento che è la porta di tutti gli altri, il battesimo: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato” (Mc 16,16).
Sono tutti sacramenti di salvezza: tutti sono necessari in vario modo per attingerla, per ricuperarla, per accrescerla, per donarla.

4. Sono importanti anche alcune pratiche, come ad esempio quella da te menzionata: lo scapolare di San Simone, più conosciuto come lo scapolare carmelitano.
Sono preziose perché stimolano all’osservanza dei comandamenti, alla pratica dei sacramenti e alla crescita nella santità.
Su questa linea troviamo anche altre pratiche preziose come la corona del Santo Rosario, la cosiddetta medaglia miracolosa, il crocifisso di San Benedetto,…
Tuttavia va ricordato che tutte queste pratiche appartengono alla cosiddetta pietà popolare, che è importante, ma che non può essere messa a confronto con i sacramenti, con la liturgia della Chiesa.

5. I sacramenti infatti sono di per se stessi santificanti perché comunicano la grazia.
Tutte le altre pratiche non sostituiscono l’osservanza dei comandamenti e la celebrazione dei sacramenti.

6. Sull’importanza delle pratiche appartenenti alla devozione popolare c’è una bella pagina nel Direttorio su pietà popolare e liturgia, della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.
Vi si legge: “Il Magistero rileva ancora l’importanza della pietà popolare per la vita di fede del popolo di Dio, per la conservazione della fede stessa e per l’assunzione di nuove iniziative di evangelizzazione.
Si osserva che non è possibile non tenere conto di quelle devozioni che sono praticate in certe regioni dal popolo fedele con un fervore e una purezza di intenzione commoventi; che la sana religiosità popolare, per le sue radici essenzialmente cattoliche, può essere un antidoto contro le sette e una garanzia di fedeltà al messaggio della salvezza; che la pietà popolare è stato un provvidenziale strumento per la custodia della fede, là dove i cristiani erano privi di assistenza pastorale; che dove l’evangelizzazione è stata insufficiente, la popolazione in gran parte esprime la propria fede soprattutto nella pietà popolare; che la pietà popolare, infine, costituisce un valido e imprescindibile punto di partenza per ottenere che la fede del popolo acquisti maturità e profondità” (n. 64).

7. Per quanto concerne la comprensione online con me: non è possibile la confessione al di fuori della presenza fisica.
Il 20 marzo 2020 – nel periodo più cruciale della pandemia coronavirus – mons. Krzysztof Nykiel, reggente della Penitenzieria Apostolica, alla domanda: “In questa situazione di emergenza, il telefono o l’email possono essere considerati in casi eccezionali strumenti idonei per la confessione? Ci si può confessare, in alcuni casi, senza la mediazione del sacerdote, interiormente e direttamente con il Signore?” ha risposto così: “La Confessione sacramentale non può avvenire per telefono o l’email o con altri strumenti di comunicazione per motivi legati alla tutela del sigillo sacramentale. E soprattutto ci vuole la presenza fisica del penitente.
Tramite questi mezzi di comunicazione invece, il sacerdote può eventualmente fornire utili consigli spirituali al fedele, consolarlo o rinfrancarne la speranza, ma non impartire l’assoluzione sacramentale.
Quanto alla possibilità di confessarsi interiormente, senza l’intervento di un sacerdote, la Chiesa ha sempre ribadito che la confessione individuale e integra dei peccati con l’assoluzione egualmente individuale costituisce l’unico modo ordinario con cui il fedele, consapevole di peccato grave, è riconciliato con Dio e con la Chiesa” (Reconciliatio et paenitentia, 33).

Ti auguro ogni bene in occasione delle feste natalizie, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo

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P.Angelo Bellon op, docente di teologia morale.