Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.
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Quesito
Buongiorno Rev. Padre.
So che far celebrare Messe per defunti è il massimo che si possa fare per suffragarle.
Io ne “ho fatte dire” molte per i miei cari e per le anime del purgatorio, (ascoltandole e facendo la Comunione sempre) e in tutte le chiese chiedono un’offerta di 10 euro, cosa che non mi sembra giusta perché se faccio un’offerta la faccio secondo la mia volontà, non imposta dagli altri.
Aggiungo che ogni volta che ho chiesto un favore alle anime ed ho fatto celebrare per esse una Messa, presenziando e facendo la Comunione sono stata aiutata.
Grazie di cuore e Dio la benedica.
Con affetto M. Luisa
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. d’istinto verrebbe da dire: tu chiedi un servizio. Ebbene, cerca di onorare questo servizio.
Ma non è in questi termini che deve essere posta la questione.
2. Qual è il significato dell’offerta per far celebrare la Santa Messa chiedendo al sacerdote di destinare i frutti del sacrificio di Cristo per una determinata intenzione?
Secondo la dottrina della Chiesa, come il sacerdote ha il potere di celebrare il sacrificio di Cristo, così proprio perché agisce in persona Christi ha anche il potere di destinarne i frutti.
3. Come ho ricordato diverse volte, i frutti del sacrificio di Cristo reso presente sull’altare sono di quattro ordini: c’è un frutto generale, di cui ne beneficiano tutti, vivi e defunti, purché non mi pongano ostacolo.
C’è un frutto speciale di cui godono coloro che sono presenti.
C’è un frutto specialissimo di cui gode personalmente il sacerdote che celebra.
C’è infine un frutto ministeriale che è quello destinato ad una particolare intenzione a richiesta dei singoli fedeli.
Ed è quello che costituisce l’oggetto della tua mail.
4. Perché si dà un’offerta al sacerdote per la destinazione di questo frutto?
Non è il compenso per la Messa che celebra. In altre parole non è la paga dovuta per giustizia a chi compie un determinato servizio.
Gesù ha detto: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8).
5. I fedeli intuiscono che dando un’offerta si privano di qualche cosa per il Signore. In altre parole, fanno di quella privazione un sacrificio, una cosa sacra.
Ed è proprio per questo sacrificio personale, per questa partecipazione interiore più forte, che desiderano unirsi al sacrificio di Cristo redentore per appropriarsi maggiormente dei suoi meriti.
È questo il significato più profondo di quello che fanno.
Nel dare l’offerta per la celebrazione della messa c’è indubbiamente una partecipazione più stretta, tanto che la gente, sebbene impropriamente a motivo della quadruplice tipologia di frutti, dice: è la mia Messa, la Messa per i miei morti, la Messa per le mie intenzioni.
6. Attraverso il comando “Fate questo in memoria di me” Cristo ha lasciato alla Chiesa un immenso dono.
Proprio perché si tratta di un dono, ha detto: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.
Tuttavia il Signore ha pure detto per i suoi discepoli che ha mandato in giro per portare i frutti della redenzione che “Chi lavora ha diritto al suo nutrimento” (Mt 10,10). Con queste parole il Signore ricorda il dovere che hanno i fedeli di concorrere per il sostentamento del sacerdote.
7. È parola di Dio anche quella che si legge in San Paolo: “Se noi abbiamo seminato in voi beni spirituali, è forse gran cosa se raccoglieremo beni materiali?” (1 Cor 9,11).
È come dire: “Noi vi diamo la vita spirituale, il nutrimento spirituale senza del quale non sapete per che cosa si vive e che cosa state preparando. Mettiamo a vostra disposizione i meriti infiniti di Cristo perché viene possiate appropriare attraverso la Santa Comunione. Non è doveroso per chi ha dei beni materiali concorrere al mantenimento di chi dona i beni spirituali, che sono infinitamente più preziosi?
Non ci si deve meravigliare allora di leggere anche quest’altra parola di Dio: “Non sapete che quelli che celebrano il culto, dal culto traggono il vitto, e quelli che servono all’altare, dall’altare ricevono la loro parte? Così anche il Signore ha disposto che quelli che annunciano il Vangelo vivano del Vangelo” (1 Cor 9,13-14)).
E ancora: “Chi viene istruito nella Parola, condivida tutti i suoi beni con chi lo istruisce” (Gal 6,6).
8. La Chiesa fin dall’inizio accettato questa prassi.
Nel corso dei tempi ha voluto disciplinare l’offerta dei fedeli per evitare malintesi per un eventuale comportamento diverso tra i vari sacerdoti.
Ma va ricordato che se una persona ha una ristretta disposizione di beni, come nel tuo caso, la tua partecipazione al sacrificio di Cristo è più forte di quella di chi avendo abbondanza di beni dona nella stessa misura.
9. Non mi metto a questionare sulla quantità dell’offerta da donare al sacerdote.
Dico solo che nella misura in cui è più grande la privazione di qualche bene, più abbondante è anche il frutto che se ne riceve.
Papa Francesco ha chiesto di non presentare tariffe e di lasciare ai fedeli di corrispondere liberamente con un’offerta.
Tolto ogni aspetto di venalità nella celebrazione dei sacramenti, tutto diventa più bello e più fruttuoso perché è fatto con amore.
10. Dio dice ancora per bocca di Paolo: “Tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.
Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti: Ha largheggiato, ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno” (2 Cor 9,6-9).
In conclusione, se io fossi in te, non mi metterei a questionare sulla quantità dell’offerta. Sarei sempre il più generoso possibile, persuaso che la partecipazione ai frutti della passione del Signore è più abbondante per chi partecipa con un amore e con una privazione più grande.
Come vedi, mentre tu fai un discorso al ribasso come se si andasse a fare la spesa, io parlo di una maggiore partecipazione per unirsi al sacrificio di Cristo con una privazione e un sacrificio personale più grande.
11. Ne verrai subito ripagata, non solo per il sentimento di aver fatto qualcosa di grande per il Signore ma anche perché il Signore è fedele a quanto promesso: “Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio” (Lc 6,38).
Del resto tu stessa hai scritto: “Aggiungo che ogni volta che ho chiesto un favore alle anime ed ho fatto celebrare per esse una Messa, presenziando e facendo la Comunione sono stata aiutata”.
Se le aiuti con un sacrificio più grande, ancora più grande sarà l’aiuto che darai e che riceverai.
12. Questo per le Messe in cui non c’è il cumulo di intenzioni per le quali il discorso cambia. Perché se il sacrificio di Cristo in se stesso ha un valore infinito, tuttavia il frutto ministeriale comunicato è sempre finito e viene ulteriormente diminuito a favore degli offerenti.
Ti auguro ogni bene ti ricordo al signore e ti benedico.
Padre Angelo