Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.
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Quesito
Buongiorno Padre,
sono un ragazzo di 17 anni e volevo chiederle aiuto riguardo alla difficile situazione in cui mi trovo. Prima però volevo farle i complimenti per l’ottimo lavoro che lei e lo staff svolgete per la comunità: questo sito per me (ed immagino anche per altri) rappresenta e ha rappresentato una fonte di grande aiuto nella fede e moltissime volte mi è servito per chiarirmi le idee su argomenti di ogni tipo.
Riguardo al mio problema invece: purtroppo sono assediato da pensieri blasfemi. Mi tormentano e non so che fare. È da settimane che per colpa di questi non faccio la comunione, nonostante mi confessi praticamente ogni settimana. So che se non c’è il consenso non c’è il peccato, ma a volte mi sembra proprio di andarli a cercare nonostante io ne abbia riluttanza e sappia che non ci guadagno letteralmente niente (nel senso: se uno, per esempio, commettesse atti impuri “guadagnerebbe” il piacere disordinato, invece con la bestemmia non “guadagno” proprio niente).
Il mio parroco mi ha detto più volte di non farci caso e che non è peccato. So che dovrei ascoltarlo ma ho timore di commettere sacrilegio facendo la comunione.
Inoltre sempre il mio parroco mi ha detto che la confessione è il modo che può sembrare il più completo per chiedere perdono al Signore ma che in realtà ce ne sono tanti e vorrei anche sapere da lei cosa ne pensa di questa affermazione.
Questa situazione mi tormenta al punto che quando sono in stato di grazia mi sembra di essere in una situazione “particolare” e quando sono in stato di peccato mi sembra di essere nella normalità, anche se so che dovrebbe essere il contrario.
A volte sono superstizioso: per capire magari se sono in stato di peccato mortale cerco dei “messaggi” da parte del Signore tramite l’ambiente che ho intorno e mi rendo conto che forse questa cosa sia negativa. A volte chiedo al Signore se sono in peccato mortale e se mentalmente o chiudendo gli occhi “visualizzo” un “NO” per esempio o magari vedo scritta una parola da qualche parte con qualche significato negativo allora credo di essere in peccato e di non dover fare la comunione. Devo confessarmi per questa superstizione?
Volevo anche farle una domanda riguardante la preghiera: quando prego a volte faccio fatica a dire esattamente le parole giuste e nonostante nella mia testa ci sia il significato della preghiera io mi sento come in colpa e per paura che la preghiera non sia ascoltata la ripeto finché non la pronuncio bene e questo mi trascina in un loop infinito: la preghiera diventa un atto meccanico e pesante, e so che è un male ma allo stesso tempo non vorrei rischiare di prendere la preghiera sotto gamba.
Volevo chiederle come ultima cosa se quando prego devo pregare come se già avessi ciò per cui prego. Per alcune cose posso capirlo, ma se, per esempio, prego il Signore affinché (se vuole ovviamente) mi aiuti a mettermi con una ragazza, non mi aspetto che da un giorno all’altro le manipoli la mente per soddisfare la mia preghiera, però allo stesso tempo non voglio avere poca fede. Io in questo caso pregherei chiedendo al Signore e dicendoGli che se vuole e se si presenterà l’occasione sono sicuro che mi darà una mano. È abbastanza secondo lei? La ringrazio infinitamente per la sua pazienza e mi scuso per la lunga email che ha dovuto leggere; mi auguro che il vostro servizio di risposta ai fedeli vada avanti finché sarà possibile perché è veramente utile.
Le faccio i miei saluti e le prometto di ricordarla nella preghiera se mi ricorderò.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. per quanto riguarda i pensieri blasfemi obbedisci al parroco, che è anche il tuo sacerdote confessore.
Mi dispiace che tu da diverse settimane non faccia la Santa Comunione a motivo di questi pensieri.
È vero che ti tormentano, ma poiché non li vuoi e ad essi non dai in nessun modo il consenso sono ancora a livello di tentazione, ma non di peccato.
Il peccato sopraggiunge solo quando c’è il consenso.
Gli antichi autori di teologia morale dicevano: non nocet sensus ubi non est consensum: non nuoce il senso dove non c’è il consenso.
2. Se tralasci la Santa Comunione solo per questo motivo la dai vinta andiamo al demonio che vuole privarti della grazia, della forza e della protezione che ne viene da ogni Santa Comunione.
D’ora innanzi non fare più così.
Il Signore è contento se obbedisci al parroco.
3. Quello che il parroco ti ha detto sulla confessione sacramentale è vero. Ci sono molte altre vie per la remissione dei soli peccati veniali: la preghiera, in modo particolare il Padre nostro, la Santa Comunione, l’elemosina e qualsiasi altro sacrificio fatto per amore del Signore.
Certo, la confessione sacramentale è una via molto più splendida perché oltre a conferire un aumento di grazia santificante, comunica anche la grazia sacramentale.
Pertanto, visto che ti confessi ogni settimana, continui a fare così. È la via migliore. Ringrazia il Signore di averti dato un parroco così disponibile.
4. La superstizione di cui mi parli devi eliminarla dalla tua vita.
Per sapere se si è in grazia di Dio non c’è migliore testimonianza della coscienza. La coscienza è il primo luogo dove il Signore parla.
Poi c’è anche la testimonianza del tuo parroco.
Ma in nessun modo devi cercare la volontà di Dio nelle cose che mi hai detto: è come un voler condizionare la volontà di Dio a determinati segni.
Poiché finora l’hai fatto in buona fede, c’è solo venialità.
Ma d’ora innanzi non farlo più. Anzi, qualora accadesse, lo dirai in confessione, così il tuo parroco ti corregga.
5. Per quanto riguarda la preghiera: non ossessionarti sulle parole perché il Signore non guarda alle parole, ma al cuore.
Inoltre è vero che si va distratti. Ma la cosa più importante è tenere il nostro cuore vicino al Signore.
Pertanto, se ti capita di andare a distratto, vai avanti e non tornare indietro. Diversamente non ti togli più.
6. Va ricordato poi che non c’è solo la preghiera di domanda, ma vi sono anche altre forme di preghiera, come lo stare insieme al Signore per adorarlo, per lodarlo per le sue meraviglie, per ringraziarlo.
Prendere in mano il Vangelo e leggerlo è una cosa molto gradita al Signore perché è la stessa cosa che stare in sua compagnia per lasciarsi illuminare, ammaestrare, correggere e guidare.
7. Nella preghiera di domanda ci sono cose di cui abbiamo bisogno con urgenza e di altre no.
Per il secondo caso, che è quello che tu hai menzionato, dobbiamo essere disposti a ricevere il bene al momento opportuno. E il momento opportuno lo conosce meglio il Signore di quanto possiamo fare noi.
Per cui se chiedi cose buone, se perseveri nella preghiera, chiedi con umiltà e soprattutto vivi in grazia di Dio, il Signore in un modo o nell’altro ti ascolterà sempre.
Non va dimenticato infatti quanto il Signore ci ha insegnato: “Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!»” (Lc 12,9-13).
Ti ringrazio molto per la preghiera che hai promesso, la contraccambio di cuore, ti auguro ogni bene e ti benedico.
Padre Angelo