Sono un ragazzo di 14 anni e mi pongo tante domande. Chi è Dio? Non sa…

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Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.

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Quesito

Salve padre Angelo,
Innanzitutto la ringrazio di cuore per riuscire con immensa sapienza a sciogliere pregiudizi e sfatare dubbi con disponibilità a tutti.
Sono un ragazzo di 14 anni, sono molto appassionato di scienza e ho a cuore la lotta alla povertà, l’amore, l’empatia e da qualche mese a questa parte mi sono avvicinato alla religione cristiana cattolica.
Faccio una premessa: purtroppo il mio avvicinarmi alla fede scaturiva da una forte paura che avevo (e un po’ ancora porto oggi) di cosa ci sia dopo la morte, dell’inferno e di essere punito da Dio.
Poi, 2 mesi fa ho capito cosa significasse Dio per me e ho vissuto la fede in modo più genuino e con gran passione.
Da un po’ di tempo però sto sviluppando una serie di forti dubbi. E se Dio non esistesse? Se fosse frutto dell’invenzione umana e alla fine di tutto non sentiremo più nulla?
Se non fosse vera la risurrezione?
Quindi una serie di dubbi che mi inducono a non capire come e dove trovare Dio, e soprattutto ho paura che quest’ultimo non esista.
Io ho molto a cuore la figura di Gesù, che prendo come esempio e cerco di seguire come posso, ma ho dei dubbi sulla parte spirituale come avrà intuito.
Io seguirò Gesù come uomo, ma vorrei arrivare a seguirlo anche come figlio di Dio, e capire soprattutto cos’è Dio. 
Ecco, cos’è Dio?
Ho paura che, pur essendo un ragazzo di cuore e che cerca di ascoltare tutti e aiutare tutti, se ho dei dubbi sull’esistenza di Dio, quest’ultimo possa punirmi se dovessi morire prima di una fede certa e solida. 
Per adesso, con i miei dubbi (anche se continuerò a chiedere la fede in preghiera), posso continuare a seguire Gesù e fare opere di bene, pur non credendo saldamente nella parte spirituale e soprannaturale?
Padre, spero lei capisca la mia disperazione, la quale mi causa tanta ansia.
Grazie mille per l’aiuto, attendo una risposta da parte sua.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. se Dio è un’invenzione umana, il mondo che l’ha inventato? 
Perché evidentemente non si è fatto da solo.

2. Noi non possiamo vedere Dio con i nostri occhi.
I nostri occhi colgono solo le cose materiali.
Quelle spirituali sono una deduzione della nostra mente. Ma esistono realmente.
Ad esempio noi diciamo che una famiglia è bella (questa è un’affermazione spirituale!) quando in essa scorgiamo l’armonia, la comunione delle persone, il vivere non soltanto gli uni con gli altri, ma anche il vivere gli uni per gli altri.
In altre parole, diciamo che è bella perché c’è un cuore solo e un’anima sola.
La stessa cosa la diciamo anche delle amicizie, delle compagnie, delle scolaresche, delle comunità religiose.

3. Analogamente noi giungiamo a Dio perché egli si manifesta, ci parla di se stesso.
Si manifesta anzitutto attraverso le opere da lui fatte.
Come non si può non dire insieme al poeta italiano Pietro Metastasio: “Ovunque il guardo io giro immenso Dio ti vedo, nell’opre Tue ti ammiro, ti riconosco in me.
La terra, il mare, il cielo parlan del Tuo Potere, Tu sei presente in Tutto ma più lo sei in me”?

4. San Tommaso d’Aquino presenta cinque vie per giungere alla conclusione dell’esistenza di Dio.
Ad esempio scrive così: “La quinta via si desume dal governo delle cose.
Noi vediamo che alcune cose, le quali sono prive di conoscenza, cioè i corpi fisici, operano per un fine, come appare dal fatto che esse operano sempre o quasi sempre allo stesso modo per conseguire la perfezione: donde appare che non a caso, ma per una predisposizione raggiungono il loro fine.
 Ora, ciò che è privo d’intelligenza non tende al fine se non perché è diretto da un essere conoscitivo e intelligente, come la freccia dall’arciere.
Vi è dunque un qualche essere intelligente, dal quale tutte le cose naturali sono ordinate a un fine: e quest’essere chiamiamo Dio” (Somma teologica, I, 2, 3).

5. Si giunge alla conclusione dell’esistenza di Dio attraverso i grandi interrogativi che l’uomo si pone: chi sono? Donde vengo? Dove vado? Qual è il senso della mia esistenza? Che cosa c’è dopo la morte?
Solo l’uomo si pone queste domande perché, pur essendo un essere composto di materia, tuttavia la trascende, cosa che gli animali non riescono a fare.
Questa realtà che trascende la materia è lo spirito, è ciò che noi chiamiamo anima razionale.
L’uomo si interroga sul suo post mortem.
Blaise Pascal diceva che l’uomo è l’unico animale che sa di morire e pensa alla morte.
Inoltre l’uomo si domanda se nella vita presente bene e male abbiano la medesima retribuzione, come emerge anche dalla mitologia greco romana.
Ma quella era solo immaginazione dell’uomo.

6. In Cristo invece le cose sono diverse perché Gesù Cristo è Dio, ci parla di se stesso, conosce la verità intera sull’uomo e quale sia il motivo per cui ci ha creati.
Se vai a cliccare sul motore di ricerca del nostro sito, potrai trovare diversi segni incontrovertibili della divinità di Cristo. Non devi avere alcun dubbio su questo.
Gesù Cristo non è paragonabile a nessun uomo per quanto grande.
Gesù, in quanto Dio, è il nostro creatore, è colui che ci dà l’esistenza istante per istante, è “colui che suscita in noi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni” (Fil 2,13). Nessuno ci è il più prossimo di lui.
Sant’Agostino diceva che Dio è “intimior intimo meo et superior summo meo” (Confessioni, III,6,11). È più intimo a me di quanto io non lo sia a me stesso e nello stesso tempo mi trascende infinitamente.

7. Chiedi: chi è Dio?
Ricordo che questa domanda un giorno me la sono posta anch’io quando avevo i tuoi stessi anni.
Subito mi venne in mente la risposta che avevo imparato al catechismo: “Dio è l’Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra”.
Ho riflettuto su ognuna di queste parole. In quel momento ebbi la sensazione di aver trovato una risposta fondamentale per la mia vita. Mi sentii più sicuro anche nella fede.
Prova a fare anche tu la stessa cosa!

8. Certo, esiste il rischio dell’inferno.
Ma noi cerchiamo di vivere in maniera retta perché questa è la maniera giusta di vivere, e non semplicemente per evitare l’inferno. Anzi all’inferno non ci pensiamo neanche, sebbene siamo assolutamente certi della sua esistenza.

9. È vero che il pensiero dell’inferno può essere un’ultima e importante remora per un delinquente per non perseverare nella sua via.
La Sacra Scrittura dice infatti: “In omnibus operibus tuis memorare novissima tua et in aeternum non peccabis”.  “In tutte le tue opere ricòrdati della tua fine e non cadrai mai nel peccato” (Sir 7,36).
Sì, è un pensiero salutare, ma non è il motivo dominante del nostro vivere, del nostro amare, del nostro operare. 
Ciò che ci attrae è il bene. Il bene, non la paura, è il motore che mette tutto in movimento.

10. Chiedi infine se la risurrezione di Gesù sia vera.
Ebbene, se l’esistenza di Dio può essere provata con la ragione, la risurrezione di Cristo invece è un dato di fede.
Tuttavia l’intera esistenza di Gesù è in accordo con questo dato.
Gesù, come ho ricordato tante volte, manifesta la sua divinità in tanti modi: per il suo assoluto dominio sulla materia, sulla natura, sulle malattie, sulla morte, sui demoni, per la sua perfetta capacità di conoscere i segreti dei cuori, per la sublime santità della sua vita, per il suo insegnamento che è quello di colui che dice ciò che ha visto e udito dal Padre.
Le sue parole: “Io ho il potere di dare la vita e di riprenderla di nuovo” (Gv 10,18) sono in perfetta sintonia con l’attestazione della sua divinità.
E l’ha ripresa non per tornare alla vita precedente per poi morire di nuovo, ma per andare al Padre con la sua umanità gloriosa, come premessa del nostro ingresso in Dio con un’umanità altrettanto trasfigurata e gloriosa.
Come si vede, tutto è perfettamente logico.

11. Continua a domandare a Dio di ingrandire la tua fede e di renderla più forte.
Ti accorgerai che lo farà volentieri perché “è lui che suscita in noi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni” (Fil 2,13).

Con l’augurio che l’attrazione per Gesù Cristo in te diventi sempre più forte, ti benedico e ti ricordo volentieri nella preghiera.

Padre Angelo

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P.Angelo Bellon op, docente di teologia morale.