
Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.
Quesito
Buona sera padre,
sono credente, ma non praticante. Prego per i defunti.
Mi è stato detto che perché possano averne beneficio devo essere in grazia di Dio.
Io, oltre a non essere praticante, vivo anche in una situazione irregolare.
Le chiedo se tutte le mie preghiere siano vane.
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. a proposito gli effetti della preghiera San Tommaso dice che è necessario distinguere due aspetti: quello di meritare per la vita eterna e quello di impetrare, vale a diredi domandare una grazia.
2. Perché la preghiera sia meritoria per noi per la nostra vita eterna è necessario essere uniti a Cristo mediante la grazia.
Per questo San Tommaso dice: “La preghiera fatta senza la grazia santificante non è meritoria, come non lo è neppure alcun atto virtuoso” (Somma teologica, II-II, 83,15, ad 1).
La ragione di questa affermazione è la seguente: poiché la vita eterna è un bene di ordine soprannaturale, le nostre azioni per meritarla devono avere il carattere soprannaturale che ne deriva dalla grazia, cioè dall’essere in comunione viva con Cristo.
3. Un esempio illustra questa verità: se voglio che il legno scaldi, è necessario che sia immerso nel fuoco. Ma se rimane spento non può produrre l’effetto del calore.
In questo senso Gesù ha detto: “Chi non raccoglie con me disperde” (Mt 12,30).
E anche: “Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Gv 15,4-5).
4. Impetrare invece significa domandare grazie o favori da parte di Dio.
E questo non dipende dalla santità di chi prega, ma dalla misericordia di Dio.
Allora sotto questo aspetto Dio ascolta anche le preghiere di chi non è in grazia.
Sant’Agostino dice: “Dio non ci esorterebbe a pregare se non volesse concedere” (Sermoni,105).
San Giovanni Crisostomo, commentando Lc 18,1, dice: “Non nega mai i suoi benefici a chi prega Colui che con la sua misericordia spinge a pregare senza interruzione”.
San Tommaso: “Sebbene tale preghiera non sia capace di meritare (sottinteso: sotto il profilo soprannaturale per il soggetto che prega, n.d.r.), tuttavia può essere capace di impetrare: poiché il merito si fonda sulla giustizia mentre l’impetrazione si fonda sulla benevolenza di Dio” (Somma teologica, II-II, 83,15, ad 2).
5. Si potrebbe obiettare: “Ma si può giovare soprannaturalmente al nostro prossimo solo se è in comunione con Dio. E perciò chi non è in comunione con Dio non può giovare soprannaturalmente alle anime del Purgatorio”.
San Tommaso però replica: come chi non ha la virtù della giustizia può compiere delle azioni giuste, così anche chi non è in piena comunione con Dio può domandare cose conformi alla comunione con Dio (cfr. Ib.).
E tale è la preghiera di chi non è in grazia, ma prega per le anime del Purgatorio.
Pur non essendo in grazia, compie un’azione santa e gradita a Dio.
6. Continua pertanto a compiere molti suffragi per le anime del Purgatorio perché sono utili a queste anime e sono sempre benedetti e ricompensati da Dio.
Ti benedico, ti ricordo nella preghiera e ti auguro ogni bene.
Padre Angelo