Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.
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Quesito
Caro Padre,
come sta?
Le volevo porre delle domande.
Innanzitutto, qual è la differenza tra diritto divino e diritto ecclesiastico?
Diritto canonico sta ad indicare l’insieme dei due?
Sappiamo che l’indissolubilità del matrimonio è di diritto divino, come anche l’accusa dei peccati in confessione.
Facendo questa premessa le volevo porre questo altro quesito:
Se una persona dovesse chiedere l’indissolubilità su una sua azione o una sua promessa a Dio, gli sarebbe concessa? Assumerebbe la sfera del “diritto divino” nel caso che venga concessa? E se poi si pentisse e volesse tornare indietro?
(Ad esempio: Un tale promette a Dio di non sposarsi mai nella sua vita, chiedendoGli che questa cosa sia indissolubile.
Dio permetterebbe che sia indissolubile? Tipo imprimendo un sigillo come avviene per i sigilli sacramentali? E se poi quel tale volesse sposarsi?).
Mi è capitato di leggere un articolo sul suo blog dove in merito all’indissolubilità del matrimonio viene detto che non vengono fatte deroghe (come giusto che sia) poiché Dio non è contraddittorio.
Proprio su questa parola “contraddittorio” sono nati i miei dubbi. Perché qualche tempo fa le chiesi, in un’altra mail, se potesse essere dispensato un voto per il quale qualcuno avesse chiesto di non poter essere dispensato più.
Lei mi ha risposto che la misericordia di Dio non ha limiti e che quel voto potesse essere dispensato.
Quindi in riassunto il mio dubbio rispetto anche a quest’ ultima cosa è: Non è contraddittorio se Dio accetta le nostre condizioni e poi in seguito ci dispensa?
L’unica via d’uscita che vedo è ragionare nell’ottica per il quale Dio non accetti questa condizione di rendere indissolubile ma che tratti tutti allo stesso modo e con la stessa bontà di Padre e che, quindi, renda possibile a tutti coloro che sono pentiti di essere dispensati qualora lo chiedessero (seguendo ovviamente le opportune modalità).
Mi scuso in anticipo se il discorso può sembrare difficile.
La ringrazio anticipatamente!
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. Il diritto divino riguarda le leggi che hanno per autore Dio.
Queste leggi possono essere comunicate attraverso le leggi naturali scritte nel cuore dell’uomo, e allora si parla di diritto naturale, oppure attraverso la divina rivelazione, come ad esempio quelle che fanno riferimento all’istituzione dei sacramenti e alla costituzione divina della chiesa.
2. Gesù Cristo ha dato alla Chiesa ampio potere di insegnare e anche di emanare norme vincolanti per la vita dei fedeli quando ha detto: “In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo” (Mt 18,18).
Il diritto ecclesiastico si fonda sul diritto divino.
Si può dire che si tratta di un’applicazione più dettagliata e più circostanziato del diritto divino alla vita dei fedeli.
3. Il Codice di diritto canonico fornisce le norme emanate dalla chiesa.
Ma nello stesso tempo ne presenta anche il fondamento, che è appunto il diritto divino. Per cui è un codice che presenta tante norme di diritto divino e di diritto ecclesiastico.
4. Giustamente riconosci che l’indissolubilità del matrimonio e l’accusa dei peccati sono di diritto divino.
5. Tu chiedi se si possa chiedere a Dio l’indissolubilità su una promessa.
Ebbene, ciò che tu chiami indissolubilità di una promessa è ciò che nella Sacra Scrittura e nel diritto della Chiesa si chiama voto.
6. Il voto intende rinforzare una preghiera o una promessa. La Sacra Scrittura presenta il caso di voti tanto nell’Antico quanto nel Nuovo Testamento.
Giacobbe, ad esempio, promise di costruire a Dio una casa in Betel e di dargli una tenda se gli fosse stato concesso un ritorno sicuro nella casa di suo padre (cfr. Gn 28,20-22).
Anna promise di portare il figlio al tempio qualora avesse ricevuto la grazia della maternità (cfr. 1 Sam l,l0ss).
In At 18,18 si parla della soddisfazione di un voto da parte di Paolo.
7. Il voto è un legame, una legge, che una persona di propria iniziativa contrae con Dio. Di sua natura ha una certa indissolubilità perché si tratta di un volontario legame stabilito con Dio.
Per cui non è necessario chiedere a Dio di sancirlo come indissolubile, dal momento che questa indissolubilità è già all’interno stesso della natura del voto.
Inoltre, come faresti a sapere se Dio l’ha reso indissolubile attraverso un ulteriore sigillo? Questo ulteriore indissolubilità non ci è garantita da nessuna parte della divina rivelazione.
8. Dal momento però che rimane sempre una legge di iniziativa umana, il voto può essere sciolto, reso solubile, da chi all’interno della Chiesa ha autorità su chi l’ha fatto, come avviene nel caso dei voti privati, oppure da chi all’interno della Chiesa l’ha accettato, come avviene nel caso dei voti pubblici (per intenderci, quelli fatti dai religiosi).
Augurandoti ogni bene ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo