E’ dal 1967 che in tutta la Chiesa, oggi primo dell’anno, si celebra la giornata mondiale della pace. E’ la preghiera universale di tutto il mondo a Dio, perché conceda ai popoli pace e concordia.
Oggi, se tiriamo un po’ le somme, viene da pensare che: o noi non sappiamo pregare per la pace, o il Signore è indifferente alle nostre richieste. Infatti si continua a morire di guerra. Si continua a piangere i morti e i campi di battaglia sono ricoperti di cadaveri assurdi e inaccettabili di donne, anziani e bambini. Sì, forse non sappiamo pregare o Dio non si interessa delle sue creature.
Ma, riflettendoci bene e superando l’angoscia delle notizie e dei bollettini di ogni giorno, potrebbe esserci un terzo motivo che ci coinvolge direttamente. La pace ha la radice nel cuore dell’uomo, non è necessario e non bisogna cercarla altrove. Per dirla col Papa Paolo VI “la pace dipende anche da me”.
La pace non è mancanza di guerra e non si trova solo dove le armi tacciono. La pace inizia dove inizia la volontà di distruggere i contrasti, dove inizia il dialogo e il consenso, dove si ricerca la civiltà dell’amore. Inizia dove noi, ognuno di noi, analizza e corregge i propri gesti personali, semplici e quotidiani, nei rapporti con la famiglia, i vicini, con le persone con le quali siamo a contatto. Analisi e correzione della nostra superbia, vanità, egoismo, vendetta. Difesa dei valori fondamentali, quelli della vita appena concepita o quella ormai giunta al termine.
E’ la pace che deve esplodere prima in noi, per esplodere poi negli altri. Ed è questo il momento, all’alba di un nuovo anno.
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