“Il popolo che camminava nelle tenebre – dice Isaia nella prima lettura – vide una grande luce”. Le tenebre, simbolo del nulla e del male, realtà personale di un animo travagliato dal peccato, dall’egoismo, dalla superficialità. Le tenebre, negazione di qualsiasi tipo di speranza, di serenità e di gioia.
In queste tenebre – ci dice il Vangelo – appare una luce: Cristo salvatore. Ed è una luce ch ci svela delle sorprese. La gioia, innanzitutto, la gioia che il male è sconfitto, la gioia di dire nuovamente a Dio: Tu sei Padre.
Poi la pace e la libertà. Le catene, le sbarre e i bastoni degli oppressori sono spezzati dal Dio dei poveri e dei deboli. La nostra debolezza trova in quel Bambino un definitivo liberatore.
Un Bambino nascerà per noi, un bambino straordinario, segno di un nuovo mondo e di una nuova vita ed è proprio in questo bimbo, fragile ai nostri occhi umani, la radice di ogni nostra speranza.
Gioia, pace, libertà, speranza: questo è il Natale. Tutte le altre cose sono impalcature e sovrastrutture, che durano un momento e crollano al primo colpo di vento.
Le video riflessioni di Don Mauro Manzoni