Nell’incontro con Gesù – ha scritto Benedetto XVI – ci nutriamo dello stesso Dio vivente, mangiamo davvero il pane del cielo, un cibo che non si può guadagnare con il lavoro umano mediante le proprie prestazioni. Può venire a noi soltanto come dono di Dio ed è un dono da riciclare.
Gesù è presente nella Eucaristia come pane “spezzato” che continua a offrire la sua vita e la sua persona per la nostra salvezza. Continua a frantumarsi versando il suo Sangue per la nostra santificazione. Quel “pane” contesta decisamente, pur nel grande silenzio, il nostro modo di vivere sempre alla ricerca affannosa dei nostri interessi personali e rannicchiati solo su noi stessi.
Le processioni che in questo giorno sfilano lungo le strade delle nostre abitazioni è perché urge il bisogno di vedere il Corpo di Cristo camminare nei luoghi della nostra vita per aiutare, assistere e sostenere il nostro vivere.
Anche se Cristo, in realtà, continua a camminare sulle nostre vie ogni giorno e noi non ce ne accorgiamo, o facciamo finta. Sono le processioni quotidiane di poveri e bisognosi in cerca di un po’ di pane e di solidarietà. Anche loro sono “Corpo di Cristo”, spezzato, martoriato e oppresso. Ma la nostra indifferenza è di gran lunga superiore alla nostra fede.
Fede di persone che dovrebbero vivere in unità con tutti, come quel pezzo di pane, formato da tanti piccoli chicchi di grano, macinati e impastati insieme diventa Corpo di Cristo, e come quegli acini di uva, macerati e spremuti insieme diventano Sangue di Cristo.
Lasciamoci anche noi impastare e spremere insieme, per diventare in lui e nei nostri fratelli, una unità perfetta, che è la sua chiesa.
Le video riflessioni di Don Mauro Manzoni