“Tutti riceveranno – dice la seconda lettura di questa festa – riceveranno la vita in Cristo. Bisogna che egli regni finchè non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte”.
La morte. Eccola la rete che imbriglierà tutto e tutti. Una rete solida e senza scampo. Una rete che si stringe piano piano, fino a soffocarci. Una rete che non fa distinzioni: pesci piccoli e grossi, buoni e meno buoni, ricchi o poveri, malati e sani, giovani e vecchi.
Ma ci accorgiamo che in questa rete c’è ormai uno strappo, una smagliatura. E’ stato Cristo che ha vinto la morte. E in questo strappo – ecco il significato di questa festa – è già passato qualcuno. La Madonna. E la festa dell’Assunzione è quindi promessa e realtà che la morte sembra uccidere, ma non distrugge, sembra finire, ma non annienta.
Tutta l’umanità intera passerà per quella smagliatura per ricomporsi nel regno per sempre. Al di là e al di sopra di tutto quello che ci può succedere in questa nostra vita terrena. Al di là dei furiosi assalti del male e dell’odio. Al di sopra della cattiveria nostra e degli altri, Perchè siamo fatti per la vita, non per la morte.
Quella vita che sussultò – mi riferisco al Vangelo – nell’incontro tra le due madri, Maria ed Elisabetta. Complici, custodi e testimoni di un mistero di salvezza. Il sussulto di vita nel grembo di Elisabetta è più forte dei sussulti impazziti delle guerre e del male. Perchè è sussulto di vita.
Le video riflessioni di Don Mauro Manzoni