Perché Natanaele apostolo fa quella professionale di fede dopo che Ges…

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Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.

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Quesito

Caro Padre Angelo, 
Grazie per tutto. Perché Natanaele apostolo fa quella professionale di fede dopo che Gesù gli ha detto di averlo visto sotto l’albero di fichi? Il vangelo di oggi Gv 1,43-51.
La ringrazio

Risposta del sacerdote

Carissima, 
1. a beneficio dei nostri visitatori è opportuno presentare il passo evangelico di cui mi parli.
“Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!»” (Gv 1,45-49).

2. Natanaele si meraviglia che il Signore lo conosca e gli dice: Come mai mi conosci? Qualcuno forse ti ha parlato di me?
Gesù gli risponde: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”.
Rivelandogli qualche fatto importante della sua vita avvenuto proprio quand’era sotto l’albero di fichi gli manifesta che Egli lo sa in forza della sua virtù divina, per la quale in Siracide 23,28 si legge: “Gli occhi del Signore sono più lucenti del sole”.
In forza della sua virtù divina egli è presente dappertutto e vede nel più profondo del cuore.

3. Di fronte ad una tale affermazione Natanaele prorompe nel riconoscere la divinità di Gesù (il Figlio di Dio) e che è il Messia atteso (il re d’Israele!).

4. Secondo San Tommaso in quel momento Natanaele riconosce in Cristo la potenza di Dio.
Infatti riconosce la sua pienezza di conoscenza perché lo chiama “Rabbi”, che significa maestro.
Riconosce la sua natura divina chiamandolo “il Figlio di Dio”, che è la Sapienza eterna di Dio.
Riconosce che è il Messia perché è l’atteso di Israele, come suo re e difensore, secondo le parole del profeta Daniele: “”Il suo potere sarà un potere eterno” (Dn 7,14).

Con l’augurio che il Signore possa riconoscere in te quello che ha detto di Natanaele: “Ecco con vero israelita”, ecco una persona che ha tutto quello che io attendo da lei, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo

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P.Angelo Bellon op, docente di teologia morale.