Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.
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Quesito
Reverendo Padre Angelo,
vorrei chiederle una chiarificazione. Secondo Mt 28,10 Gesù ordinò ai discepoli di andare in Galilea, dove lo avrebbero visto.
Invece in Gv 20, 19 e in Lc 24, 37 e segg. viene raccontata l’apparizione di Gesù Risorto ai discepoli chiusi nel Cenacolo a Gerusalemme la sera stessa della domenica della Risurrezione e anche otto giorni dopo.
Come va intesa questa discordanza?
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. secondo l’evangelista Matteo sia l’angelo apparendo alle donne il mattino di pace sia Gesù quando le incontra mentre fuggivano dal sepolcro dicono di annunciare ai discepoli di andare in Galilea perché lì lo avrebbero visto.
Di fatto però il medesimo giorno il Signore si manifestò in Giudea ai discepoli di Emmaus, a San Pietro e agli apostoli radunati nel cenacolo.
Che tra la prima e la terza apparizione sia apparso a San Pietro risulta dal fatto che gli apostoli dissero ai discepoli di ritorno da Emmaus: “Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone” (Lc 24,34).
Sappiamo che il Signore fece anche altre apparizioni in Giudea, come quella narrata otto giorni dopo la sua risurrezione. Lì apparve agli apostoli chiusi nel cenacolo, presente anche Tommaso.
2. Il padre Marco Sales commenta: “I discepoli di Gesù erano Galilei, E dopo l’ottava di Pasqua dovevano tornarsene in patria” (Commento a Mt 28,7).
Essi dunque rimasero a Gerusalemme fino a quando non si conclusero le feste.
3. Le parole di Gesù: “Vadano in Galilea, là mi vedranno” non escludono che il Signore potesse manifestarsi anche in Giudea mentre gli apostoli si tenevano nascosti in Gerusalemme per il timore di farsi vedere in giro.
4. Padre Marco Sales porta due motivazioni per cui era conveniente che Gesù si manifestasse innanzitutto in Giudea, la cui capitale era Gerusalemme.
La prima: “Le apparizioni della Giudea narrate dagli altri evangelisti hanno un carattere privato, sono cioè destinate a pochi privilegiati, ossia alle pie donne, agli apostoli, a pochi discepoli; nella Galilea invece Gesù si manifesterà a tutti i discepoli, converserà nuovamente alla familiare con loro, istruendoli di ciò che appartiene al Regno di Dio” (Commento a Mt 28,10).
Che li abbia istruiti su ciò che appartiene al Regno di Dio viene ricordato negli Atti degli Apostoli: “Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio” (At 2,3).
5. La seconda motivazione è ancora più forte.
Dice infatti padre Sales: “D’altra parte lo stato d’animo degli apostoli esigeva qualche apparizione in Giudea. Se essi infatti non prestarono fede alle donne, che attestavano la risurrezione del Signore, come avrebbero potuto credere a loro comando di recarsi in Galilea?
Gesù dovette ripetute volte manifestarsi i suoi discepoli in Gerusalemme al fine di dissipare ogni dubbio dalla loro mente, prima che obbedissero alla sua parola” (Ib.).
6. Pertanto non vi è discordanza. Le apparizioni in Giudea erano necessarie perché gli Apostoli fossero certi della risurrezione del Signore e potessero stare familiarmente con Lui in Galilea lontano dai sommi sacerdoti e dal pericolo di essere arrestati.
Lì in Galilea non avevano bisogno di stare a porte chiuse per timore dei giudei come avvenne a Gerusalemme.
Ti ringrazio del quesito, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo