Dona perdonando e perdona donando. Non è un gioco di parole, ma lo stile di Dio verso di noi.
Se abbiamo causato del male, riscattiamolo col bene. “Vogliatevi – dice San Pietro nella sua lettera – vogliatevi molto bene tra voi, perché l’amore cancella una grande quantità di peccati” ( 1Pt 4,8).
Se abbiamo ingannato, frodato, sfruttato, speculato, allora copriamo e riscattiamoci con la verità, l’onestà, col servizio e la giustizia, perché noi siamo solo amministratori, non padroni o proprietari.
Quando il dono sostituisce lo sfruttamento, quando l’ingiustizia è rimpiazzata dall’accoglienza, diventiamo amministratori responsabili e discepoli del Cristo. Responsabili dei doni e dei talenti ricevuti dal Signore, per renderci utili agli altri nella condivisione e partecipazione fraterna.
C’è una falsa fede: quella di chi pensa di essere a posto in coscienza perché compie pratiche religiose costantemente, partecipa a celebrazioni e liturgie, o si mette la mano in tasca per elemosinare il resto di un caffè.
E non vedono l’ora che siano finite le funzioni sacre per poter tornare ai propri affari, che sono perlomeno discutibili, tutti tesi a creare una ingannevole ed iniqua ricchezza, acquisita sulle spalle degli altri, soprattutto dei più poveri.
Certamente non ci salveremo per le nostre elemosine, ma perché, anche nel poco, condividiamo del nostro.
Le video riflessioni di Don Mauro Manzoni