Fonte dell’articolo mauroleonardi.it
Si può leggere il Vangelo, in maniera paradossale, come se fosse il “miglior manuale di business”? Il parallelo acquista qualche significato se si considera, suggerisce il sacerdote-saggista don Mauro Leonardi, che «tutto il Vangelo porta verso una grande verità: l’uomo deve imparare a fidarsi del suo Signore». E cos’è il successo del business se non «una questione di fiducia»? Lo abbiamo visto in tempi di Covid-19: se non c’è fiducia un Paese intero si ferma, ma si fermano anche le piccole e grandi aziende. La fiducia è il tratto più prezioso che un leader, fondamentale in ogni organizzazione, deve sapersi guadagnare. E deve saperlo fare sul campo, conquistandosi la vera stima degli altri e non solo chiedendo loro di sottoporsi alla sua autorità in forza di un titolo. È quello che viene richiesto ogni giorno ai grandi manager aziendali, ma non è forse quello che ha fatto Gesù, così come ce lo raccontano i Vangeli?
Sono questi i paralleli che ci offre lo stesso Leonardi nel suo “100 volte tanto”, sottotitolo “Diventa manager della tua vita con il Vangelo”, edito da San Paolo, un’analisi che in tutte le sue pagine sa trovare riferimenti lucidi alle pagine degli evangelisti pur affrontando argomenti “aziendali”. Si parla di vocazione e di motivazione, di fedeltà e di ascolto, di autorità e di merito. E don Leonardi riesce a scriverne alternando ai passi biblici e alle loro interpretazioni, puntuali case studies aziendali, da Swatch a Mercedes a Airbnb e molti altri. Un passaggio è dedicato alla coerenza, che equivale a sposare la propria vocazione non solo nel momento iniziale ma giorno per giorno. Dal punto di vista aziendale, sottolinea l’autore, «la coerenza è tutto, e bisogna aver chiaro che, a volte, coerenza non significa mera ripetizione di quanto fatto fino a quel momento. Se si capisce questo, sarà facile verificare che solo con una coerenza aziendale portata avanti negli anni è possibile rendere unica la propria impresa, il proprio marchio, e così emergere nel marasma di un mercato supercompetitivo come è quello globalizzato».
Quante volte le business school indicano, sottolinea Leonardi, nella complacency, nell’autocompiacimento che porta a non mettersi in discussione e a non innovarsi più, il killer invisibile di un’azienda? Chi si ricorda oggi più del Blackberry? Gesù, come sembra evidenziare il capitolo sesto del Vangelo di Giovanni, rifugge il rischio dell’autocompiacimento. Dopo la prima moltiplicazione dei pani e dei pesci, scrive Leonardi, «non solo le folle lo seguono ma vogliono addirittura farlo re (cfr. Gv 6,15)». Dopo aver fatto allontanare i discepoli, Gesù «rivolge alla folla un discorso durissimo che fa fuggire praticamente tutti». Un discorso «fallimentare» nel breve periodo, ma che «nel caso di Cristo è quello che arriva fino alla fine dei tempi, ed è di straordinaria efficacia perché è la dove Gesù spiega il mistero dell’Eucaristia».
Si affrontano poi i temi dell’umiltà, della fiducia, dell’amicizia come meta relazionale dell’azienda. E si parla di trasparenza, richiamando quanto accaduto ad esempio a Mercedes, che nel 1997, lanciando la Classe A, fallì il cosiddetto “test dell’alce”, con il ribaltamento dell’ultima vettura lanciata sul mercato. Un fallimento a cui la casa automobilistica rispose interrompendo subito la produzione, richiamando tutte le vetture già vendute e accettando i propri errori, trasformando la criticità in un punto di forza. Allo stesso modo, «a una persona che aveva deciso di seguirlo ma che gli chiedeva il tempo di seppellire il padre, Gesù dà una risposta apparentemente durissima: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti, tu seguimi” (Mt 8,22). Quel lasciar andare i morti significa saper accettare le proprie sconfitte, i propri errori, i propri sbagli, i propri limiti». Con trasparenza. Uno degli ingredienti, secondo Leonardi, che insieme a franchezza, verità e fiducia «sono gli ingredienti della ricetta più efficace per migliorare la propria vita e quella degli altri».
Sono questi i paralleli che ci offre lo stesso Leonardi nel suo “100 volte tanto”, sottotitolo “Diventa manager della tua vita con il Vangelo”, edito da San Paolo, un’analisi che in tutte le sue pagine sa trovare riferimenti lucidi alle pagine degli evangelisti pur affrontando argomenti “aziendali”. Si parla di vocazione e di motivazione, di fedeltà e di ascolto, di autorità e di merito. E don Leonardi riesce a scriverne alternando ai passi biblici e alle loro interpretazioni, puntuali case studies aziendali, da Swatch a Mercedes a Airbnb e molti altri. Un passaggio è dedicato alla coerenza, che equivale a sposare la propria vocazione non solo nel momento iniziale ma giorno per giorno. Dal punto di vista aziendale, sottolinea l’autore, «la coerenza è tutto, e bisogna aver chiaro che, a volte, coerenza non significa mera ripetizione di quanto fatto fino a quel momento. Se si capisce questo, sarà facile verificare che solo con una coerenza aziendale portata avanti negli anni è possibile rendere unica la propria impresa, il proprio marchio, e così emergere nel marasma di un mercato supercompetitivo come è quello globalizzato».
Quante volte le business school indicano, sottolinea Leonardi, nella complacency, nell’autocompiacimento che porta a non mettersi in discussione e a non innovarsi più, il killer invisibile di un’azienda? Chi si ricorda oggi più del Blackberry? Gesù, come sembra evidenziare il capitolo sesto del Vangelo di Giovanni, rifugge il rischio dell’autocompiacimento. Dopo la prima moltiplicazione dei pani e dei pesci, scrive Leonardi, «non solo le folle lo seguono ma vogliono addirittura farlo re (cfr. Gv 6,15)». Dopo aver fatto allontanare i discepoli, Gesù «rivolge alla folla un discorso durissimo che fa fuggire praticamente tutti». Un discorso «fallimentare» nel breve periodo, ma che «nel caso di Cristo è quello che arriva fino alla fine dei tempi, ed è di straordinaria efficacia perché è la dove Gesù spiega il mistero dell’Eucaristia».
Si affrontano poi i temi dell’umiltà, della fiducia, dell’amicizia come meta relazionale dell’azienda. E si parla di trasparenza, richiamando quanto accaduto ad esempio a Mercedes, che nel 1997, lanciando la Classe A, fallì il cosiddetto “test dell’alce”, con il ribaltamento dell’ultima vettura lanciata sul mercato. Un fallimento a cui la casa automobilistica rispose interrompendo subito la produzione, richiamando tutte le vetture già vendute e accettando i propri errori, trasformando la criticità in un punto di forza. Allo stesso modo, «a una persona che aveva deciso di seguirlo ma che gli chiedeva il tempo di seppellire il padre, Gesù dà una risposta apparentemente durissima: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti, tu seguimi” (Mt 8,22). Quel lasciar andare i morti significa saper accettare le proprie sconfitte, i propri errori, i propri sbagli, i propri limiti». Con trasparenza. Uno degli ingredienti, secondo Leonardi, che insieme a franchezza, verità e fiducia «sono gli ingredienti della ricetta più efficace per migliorare la propria vita e quella degli altri».
Altri articoli nella stessa categoria:
Blog - Sinner vittima del giustizialismo
Blog - Gli anziani di oggi, spesso, invece di maturare invecchiano soltanto
Blog - Otto secoli fa le stimmate di san Framcesco
Blog - Che senso ha soffrire?
Blog - Sinner, quanti 23enni sarebbero capaci di portare un peso come il suo?
Blog - La lezione di Tamberi che Sinner converrebbe imparasse
Blog - Il Cristianesimo è possibile solo come comunione