Libro di Tobia narra un fatto storico ed è sempre stato annoverato tra…

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Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.

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Quesito

Caro Padre Angelo, salve,
leggendo il libro di Tobia, mi chiedevo perché per scacciare il demonio hanno bruciato il cuore e fegato di un pesce. E come mai hanno usato il fiele per guarire la cecità di Tobia (padre)?
Ho sentito un frate su YouTube, che chiamava il libro di Tobia “favola”.
Io penso che se è un racconto biblico, non può essere una parabola, ma un fatto realmente accaduto.
Lei cosa ne pensa?
Grazie per l’eventuale risposta, e che il Signore la benedica.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. la Bibbia di Gerusalemme, nell’introduzione al libro di Tobia, non tratta della storicità del libro. Sembra darlo per scontato.
Si limita a dire: “il libro di Tobia è una storia familiare. (…).
Si tratta di un racconto edificante in cui hanno un posto di rilievo i doveri verso i morti e la pratica dell’elemosina.
Il senso della famiglia invece si esprime con una incantevole vivezza.
Ne emerge una nozione molto alta, cristiana ante litteram, del matrimonio.
L’angelo Raffaele manifesta e nasconde nello stesso tempo l’azione di Dio di cui è lo strumento.
Il messaggio del libro è appunto l’invito a riconoscere questa provvidenza quotidiana, questa prossimità del Dio compassionevole”.
Questa introduzione dà per scontato che si tratta di parola di Dio e va al nocciolo del racconto. Questo è l’essenziale.

2. Il domenicano Marco Sales ne sostiene la storicità e scrive: “È sentenza comune dei cattolici che nel libro di Tobia si narri una storia vera e reale.
Che infatti l’autore abbia voluto narrare una storia oggettivamente vera è manifestato da tutte quelle particolarità genealogiche, storiche, cronologiche, geografiche che si incontrano ad ogni pagina del libro e suppongono una serie di avvenimenti reali.
D’altra parte se tutti ammettono che l’autore si propose come fine la giustificazione della provvidenza, oppure vuole inculcare l’osservanza della legge o la pratica delle opere di misericordia ecc…, non si vede come gli avrebbe potuto raggiungere tale scopo raccontando una storia inventata.
Con miracoli immaginari e con favole non si eccitano gli animi alla virtù, e Dio non ho bisogno di tali espedienti per giustificarsi.
Si aggiunga il fatto che Tobia fu sempre annoverato tre i libri storici.
L’allegoria, la parabola, le amplificazioni poetiche non sono certamente incompatibili con la ispirazione sacra, ma nel caso si dovrebbe provare con sodi argomenti e non con semplici congetture, che l’autore del libro di Tobia non vuole scrivere propriamente una storia vera, ma proporre un’allegoria, una parabola, un fatto politicamente amplificato eccetera
Tale prova non è stata ancora data”.

3. Come vedi, senza aver fatto studi biblici, hai dato una risposta praticamente identica a quella del domenicano.

4. Prosegue Marco Sales: “I protestanti in maggioranza considerano il libro di Tobia semplicemente come una specie di romanzo sacro poggiato su pochi elementi storici e perciò la rigettano dalle loro bibbie.
I loro argomenti però non poggiano che su pregiudizi razionalistici, o tutt’al più dimostrano che alcuni nomi propri non ci furono conservati con tutta fedeltà”.
I pregiudizi razionalistici, rifiutando il miracolo, cercano di spiegare tutto con la ragione e considerano i miracoli come allegorie, favole…
Ma i miracoli ci sono anche oggi, come quello della ragazza spagnola Jemena di 16 anni ormai ceca che partecipando le giornate mondiali dei giovani a Lisbona durante la recita del rosario col Papa ha recuperato la vista: “Quando ho aperto gli occhi vedevo perfettamente. È stato troppo, bisogna ringraziare molto per il miracolo, perché ho visto l’altare, il Tabernacolo, c’erano le mie amiche, e le vedevo perfettamente. Questa è stata una prova di fede, la Vergine mi ha fatto un regalo che non dimenticherò”.

5. Per l’uso del fegato, del cuore ecc.e non va cercato un significato particolare in questi organi.
Scrive Marco Sales: “Fegato e cuore del pesce non furono che strumenti nelle mani di Dio e dell’angelo per scacciare il demonio. Lo stesso deve dirsi del fumo”.

Ti benedico, ti ricordo al Signore e ti auguro ogni bene.
Padre Angelo

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P.Angelo Bellon op, docente di teologia morale.