Le donne possono essere esorciste? – Amici Domenicani

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Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.

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Quesito

Buonasera Padre,
volevo chiederle: le donne possono essere esorciste?
La ringrazio in anticipo e la raccomando al Signore.

Risposta del sacerdote

Carissima, 
1. il codice di diritto canonico dice così:
Can. 1172 – § 1. Nessuno può proferire legittimamente esorcismi sugli ossessi, se non ne ha ottenuto dall’Ordinario del luogo peculiare ed espressa licenza.
§ 2. L’Ordinario del luogo conceda tale licenza solo al sacerdote che sia ornato di pietà, di scienza, di prudenza e d’integrità di vita”.
Pertanto secondo la disciplina della Chiesa il ministero dell’esorcista è legato al solo sacerdote indicato dal vescovo.

2. Ciò significa che i riti legati alla benedizione dell’esorcismo possono essere compiuti solo dal sacerdote che ne ha ricevuto l’incarico.

3. Tuttavia i demoni possono essere cacciati anche in altri modi, come si evince esempio dalla vita di Santa Caterina da Siena.
Il Beato Raimondo da Capua, suo primo biografo e confessore, intitola il capitolo nove della vita della Santa con queste parole: “nemica dei demoni”.

4. E narra alcuni episodi di persone possedute dal demonio che vennero liberate da Caterina.
Ne menziono uno solo, quello di una ragazza di nome Lorenza di otto anni che era stata portata in monastero per ricevervi educazione e istruzione. Va ricordato che a quei tempi non c’erano le scuole pubbliche come oggi. Sicché chi voleva istruire i propri figli li mandava nei monasteri oppure chiamava in casa un precettore.

5. Ebbene la bambina di otto anni venne posseduta dal demonio senza che lei avesse peccato e senza che avessero peccato i suoi genitori, come sottolinea il beato Raimondo.
Quando veniva tormentato dal demonio, “e ciò accadeva spessissimo in modo violento, tutte le suore erano spaventate e disturbate”.
I segni della possessione erano chiarissimi.  Il beato Raimondo dice che “lo spirito maligno che travagliava Lorenza parlava per bocca sua un latino elegante, nonostante che la bambina non conoscesse affatto questa lingua, rispondeva a quesiti profondi e difficili, scopriva i peccati e lo stato di coscienza delle persone, e da molti indizi faceva capire apertamente di essere uno spirito maligno che per permissione divina e per una causa allora ignota agli uomini tormentava quell’innocente” (Vita di Santa Caterina, n. 269).

6. Per liberarla dal demonio, portarono la bambina a visitare diverse reliquie di santi perché per i loro meriti e le loro virtù lo spirito maligno fosse costretto a fuggire. 
In modo particolare si appellavano al domenicano beato Ambrogio Sansedoni, senese e sepolto nella chiesa dei domenicani. 
Era famoso, oltre che per la santità e la dottrina, per cacciare i demoni. Dice il beato Raimondo che a cento anni dalla sua morte era sufficiente toccare la sua cappa o il suo scapolare per essere liberati dagli spiriti cattivi.
Portarono dunque Lorenza sulla tomba del beato Ambrogio, ma questa volta non si ottenne l’effetto sperato.
O, meglio, il beato Ambrogio voleva dal cielo glorificare Santa Caterina ancora vivente.

7. I genitori venuti a conoscenza che Caterina aveva la forza di cacciare i demoni, vollero portarle la bambina, ma Santa Caterina disse di no con queste parole: “Ohimè! Ogni giorno sono tormentata dagli spiriti maligni; ho ora forse bisogno anche di quelli degli altri?”. E se ne andò cercando ogni pretesto per non farsi trovare.
Allora aggirarono l’ostacolo andando dal confessore di Caterina chiedendogli di costringerla per obbedienza a liberare quella ragazza dal demonio.
La porto lui stesso nella casa dove abitava Caterina. Ma la santa in quel momento era assente. La lascio lì, comandando di riferire che egli aveva fatto e che per suo comando cacciasse il demonio dalla bambina.

8. Ed ecco come avvenne la liberazione: “Ricorse alla preghiera, costringendo la fanciulla ad inginocchiarsi con lei. Passò tutta la notte in preghiera e in continuo combattimento con il nemico. Prima che si facesse giorno, quel demonio, benché di malavoglia, costretto dalla divina virtù, se ne andò lasciando la fanciulla senza farle alcun male” (Ib., n. 271). 
Quando i genitori seppero che Lorenza era ormai liberata andarono a prenderla. Ma Caterina chiese di lasciarla con lei ancora qualche giorno e ne approfittò per darle molti buoni consigli.
Successe che poco dopo Caterina fosse costretta ad uscire di casa per una incombenza. Il demonio ne approfittò per tornare a impossessarsi della ragazza. Da lontano, Caterina subito lo intuì e tornò indietro.
Entrata in casa, trovò Lorenza del tutto cambiato in viso, infuocata e in un certo modo furiosa. Appena la vide, Caterina disse: “Ah, dragone infernale! Come hai osato invadere di nuovo una verginella innocente? Confido nel Signore Gesù Cristo Salvatore e Sposo mio che questa volta sarai cacciato in modo che non tornerai più”.
Detto questo, condusse con sé la fanciulla al luogo dell’orazione; vi si fermò per poco tempo e quando ne uscì la fanciulla era perfettamente liberata. Allora Caterina comandò che la mettessero a letto. Al mattino mandò a chiamare i genitori e disse loro: “Ora conducete pure con voi la vostra figliola, perché da qui in avanti non soffrirà più”.
E da quel giorno non fu più infestata o posseduta. Guarita torno al monastero. Al momento in cui il beato Raimondo scriveva queste cose erano passati 16 anni (cfr.Ib., 272).

9. Questa narrazione è importante perché rivela che Caterina non ha compiuto i riti di esorcismo. Ha pregato, è stata vicina alla bambina. Ad un certo momento ha anche comandato al demonio di andarsene e questi se n’è andato.
Non ha usato il formulario dell’esorcismo.
Ebbene, anche noi possiamo dire al demonio di andarsene.
Possiamo dirglielo nel medesimo modo in cui l’ha fatto Caterina. Avendo tuttavia la consapevolezza che la nostra santità e la nostra potenza non resistono al confronto con la santità e la potenza di Caterina.

Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera. 
Padre Angelo

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P.Angelo Bellon op, docente di teologia morale.