La necessaria distinzione tra precetti morali positivi e precetti mora…

logo amicidomenicani bozza scritte crop


Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.

Questo articolo è disponibile anche in:
Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo, 
ho letto con commozione la lettera della persona che mantiene la sua
Preghiera nel pudore, e si alza dall’ essere inginocchiata quando sente arrivare qualcuno.
Mi è stata di gran consolazione la sua risposta, caro Padre, perché anch’io agisco così.
Mi rendo conto di, oltre voler preservare appunto il pudore nell’ Intimità con Il Signore, non voler assolutamente che le persone possano biasimare, non me, ma le Cose Sante.
Tengo celata la mia Fede intima perché non voglio siano offese o denigrate le Persone Sante attraverso di me.
In questo argomento cade un invito che molti Sacerdoti di questi tempi fanno all’esibirsi in segni di Croce plateali, bollando invece chi mantiene il pudore, come ridicoli timidi, i “famosi” tiepidi che verranno vomitati, condizionati da un “pensiero moderno” presunto giudicante il cristiano, ed il cristiano cattolico in particolare… Mah..
Una preghiera per Lei e per il Vostro Importantissimo Ordine.
Lara.

Risposta del sacerdote

Cara Lara
1. la tua mail mi spinge a scriverti di nuovo per rinforzare ulteriormente quanto hai scritto e per applicarlo ad altri ambiti.
San Tommaso, e con lui il magistero della Chiesa come vedremo, ricorrono ad una distinzione tra i precetti morali positivi e i precetti morali negativi.
I precetti morali positivi sono quelli che obbligano a compiere un’azione buona.
I precetti morali negativi sono quelli che proibiscono di compiere un’azione cattiva.

2. Ebbene i precetti morali positivi obbligano sempre, ma non in ogni caso, come ad esempio il precetto di pregare.
Questo precetto obbliga sempre, ma non necessariamente in ogni momento ci si deve mettere a pregare poiché dobbiamo compiere anche altri doveri e talvolta improcrastinabili.

3. San Tommaso dice che i precetti positivi obbligano sempre come disposizione dell’animo, ma non sempre obbligano a concretizzare una determinata azione perché “obbligano in tempi e luoghi determinati e secondo altre precise circostanze alle quali l’atto umano è legato per essere virtuoso.
Non è quindi necessario alla salvezza manifestare la fede sempre e in qualsiasi luogo, ma solo in luoghi e tempi determinati, cioè quando l’omissione di tale professione comprometterebbe l’onore dovuto a Dio o anche l’utilità del prossimo: per esempio quando uno, interrogato sulla sua fede, tacesse, e con ciò facesse credere di non averla, o che se non sia vera, oppure distogliesse altri dalla fede con il suo silenzio. In questi casi infatti la manifestazione esterna della fede è necessaria alla salvezza” (Somma teologica, II-II, 3, 2).

4. Anche il santo Papa Giovanni Paolo II nell’enciclica nell’enciclica Veritatis splendor ricorda la necessità della distinzione tra precetti morali positivi e precetti morali negativi.
Ecco che cosa scrive: “Nel caso dei precetti morali positivi, la prudenza ha sempre il compito di verificarne la pertinenza in una determinata situazione, per esempio tenendo conto di altri doveri forse più importanti o urgenti. 
Ma i precetti morali negativi, cioè quelli che proibiscono alcuni atti o comportamenti concreti come intrinsecamente cattivi, non ammettono alcuna legittima eccezione; essi non lasciano alcuno spazio moralmente accettabile per la «creatività» di una qualche determinazione contraria. Una volta riconosciuta in concreto la specie morale di un’azione proibita da una regola universale, il solo atto moralmente buono è quello di obbedire alla legge morale e di astenersi dall’azione che essa proibisce” (VS 67).

5. Più avanti Giovanni Paolo II ricorda “la validità assoluta dei precetti morali negativi che obbliga senza eccezione. I fedeli sono tenuti a riconoscere e a rispettare i precetti morali specifici, dichiarati e insegnati dalla Chiesa in nome di Dio, Creatore e Signore” (VS 76).

6. Di recente Papa Francesco ha dovuto ribadire la dottrina morale cattolica secondo la quale l’esercizio della sessualità è lecito solo all’interno del matrimonio.
Da ciò segue che ogni esercizio della sessualità fuori del matrimonio, per quanto attiene alla materia, costituisce sempre materia grave e cioè peccato grave.
Ciò significa che non è mai lecito, neanche tra i divorziati civilmente risposati.
Per cui rimane sempre valido ciò che è stato scritto in Familiaris consortio (di Giovanni Paolo II): “La riconciliazione nel sacramento della penitenza – che aprirebbe la strada al sacramento eucaristico – può essere accordata solo a quelli che, pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, sono sinceramente disposti ad una forma di vita non più in contraddizione con l’indissolubilità del matrimonio.
Ciò comporta, in concreto, che quando l’uomo e la donna, per seri motivi – quali, ad esempio, l’educazione dei figli – non possono soddisfare l’obbligo della separazione, «assumono l’impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi»” (FC 84).

7. È doveroso tuttavia ricordare che la materia grave non è sufficiente perché soggettivamente si compia sempre un peccato grave.
Come ha ricordato il magistero della Chiesa: “Le particolari circostanze che accompagnano un atto umano oggettivamente cattivo, mentre non possono trasformarlo in un atto oggettivamente virtuoso, possono renderlo incolpevole o meno colpevole o soggettivamente giustificabile” (risposta della Congregazione del clero al caso Washington, 26.4.1971).
Pertanto mentre quella trasgressione non potrà mai diventare un atto virtuoso e santo al punto che meriti di essere offerto a Dio, tuttavia può essere diminuito o anche azzerato del tutto nella responsabilità personale.

8. Ti ringrazio infine per la preghiera che hai promesso per me e per l’Importantissimo Ordine al quale appartengo.
Sì, quest’Ordine suscitato dallo Spirito Santo, è importantissimo e io aggiungerei anche preziosissimo per la Chiesa perché il suo obiettivo è quello di annunciare la parola di salvezza nella sua purezza.
Qualsiasi inesattezza o errore sarebbe sempre dannoso per la vita dei cristiani.
Per mantenersi fedele a questo obiettivo l’Ordine domenicano gode di una grazia particolare, quella rivelata dall’Eterno Padre a Santa Caterina da Siena: “A questo fine, per mio dono straordinario, è dato a lui e i suoi frati di comprendere la verità delle mie parole e di non allontanarsi mai dalla verità” (Beato Raimondo da Capua, Vita di Santa Caterina da Siena, n. 205).

Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo

Dona

Aiutaci con una donazione, con un tuo piccolo contributo ci aiuterai a mantenere in vita il nostro sito web e ad attivare nuovi servizi. Grazie, Dio ti benedica!

Lode a Te App

Lode a Te App

Lode a Te App è un app semplice che raccoglie articoli, catechesi, video, audio, podcast, in un unica e app completamente GRATUITA! L’app è compatibile con tutti i dispositivi Android

Scarica Lode a Te App per Android

Video Recensione del mio libro

Informazioni su Padre Angelo Bellon op 1115 Articoli
P.Angelo Bellon op, docente di teologia morale.