La Madonna può fare miracoli? E se no, in che senso è onnipotente per …

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Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.

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Quesito

Salve Padre,
nella supplica alla Madonna di Pompei, ma anche in altre preghiere minori, ci si riferisce a Maria come “l’onnipotente per grazia”.
Mi chiedo se ciò abbia significato simbolico o letterale. Maria può fare miracoli senza “passare per Dio”? Non ho trovato quasi nulla in giro su questo argomento.
Se non dovesse essere così, cosa significa “onnipotente per grazia”? 
E se invece dovesse essere così, quando Maria intercede e quando compie Lei stessa il miracolo?
Grazie come sempre per il tempo.
Dio la benedica e la Madonna la custodisca sempre.
Paolo


Risposta del sacerdote

Caro Paolo,
1. il beato Bartolo Longo nella bella supplica alla Madonna del Rosario ad un certo momento si esprime così: “Tu sei l’onnipotente per grazia, tu dunque puoi aiutarci”.
Onnipotente per grazia si distingue da onnipotente per natura.
Per natura solo Dio è onnipotente.

2. San Tommaso precisa che Dio “può fare tutto ciò che è possibile”. Vale a dire che non può fare ciò che è intrinsecamente contraddittorio, come ad esempio che un evento che si è realizzato nel passato non si sia realizzato.
E neanche può peccare perché il peccare è un difetto di perfezione nell’agire. 

3. Poiché la Madonna è una creatura, e pertanto essa stessa bisognosa di essere mantenuta nell’esistenza istante per istante, non è onnipotente per natura.
Pertanto la Madonna non può fare ciò che solo Dio può fare come ad esempio un miracolo. Perché il miracolo è un’azione compiuta al di sopra del potere di ogni natura creata.
La Madonna, per quanto alta, rimane sempre una creatura.
Certo lo può domandare, lo può ottenere, ma solo Dio lo può fare.

4. Si dice, tuttavia, e giustamente che la Madonna è onnipotente per grazia e cioè è stata resa onnipotente.
Non è stata resa onnipotente nel creare il mondo, perché questo appartiene solo a Dio, ma è stata resa onnipotente nella sua preghiera, nella sua intercessione. Per questo San Bernardo la chiamava: “Onnipotenza supplichevole” (omnipotentia supplex).

5. Da dove deriva questa onnipotenza?
Dalla sua singolare partecipazione al sacrificio di Cristo, alla sua passione e morte.
Singolare non semplicemente perché l’ha accettata pienamente senza ostacolarla, ma anche perché la sua volontà era pienamente conforme a quella di Cristo.
Come Cristo volontariamente si offrì alla passione e morte, così la Madonna volontariamente, e non soltanto passivamente, offrì il sacrificio del suo figlio e il suo.
Santa Caterina da Siena dice che se per assurdo Cristo avesse certato di scendere dalla croce, la Madonna – per lo straordinario e soprannaturale amore che aveva per Dio e per l’umanità – lo avrebbe rimesso lì.
C’è stata da parte della Madonna una partecipazione non solo passiva, ma attiva al sacrificio della Redenzione.
Singolare pertanto è anche il suo merito.

6. Come nel giorno dell’annunciazione disse il suo sì all’angelo loco totius Ecclesiae (al posto di tutta la Chiesa e al posto di tutti noi), così ugualmente la sua attiva e meritoria partecipazione al sacrificio del calvario è stata fatta a nome di tutta la Chiesa e di ciascuno di noi.
C’è stato dunque un merito di Maria davanti a Dio per ciascuno di noi.
Per questo meritò di diventare dispensatrice di tutte le grazie. Per tutte le grazie infatti ha pregato, ha sofferto, ha offerto e ha meritato.

7. Dal cielo la Madonna vede tutte le nostre necessità e a tutte vuole provvedere con il suo sconfinato amore materno.
E come Cristo in cielo è sempre vivo per intercedere a nostro favore, così anche la Madonna in cielo continua a offrire il sacrificio di Cristo e la sua personale partecipazione per tutte le nostre necessità.
Dinanzi ad un merito e ad un sacrificio così grande come può l’Eterno Padre può dire di no?
Soprattutto se quanto domandiamo viene chiesto bene e cioè con umiltà, con perseveranza e in riferimento alla nostra eterna salvezza?
Ecco perché la sua preghiera è onnipotente, può tenere tutto.

Con l’augurio che tu ne possa fare incessantemente l’esperienza, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo

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P.Angelo Bellon op, docente di teologia morale.