
La santità non consiste nel fare solo culto. Molti anni fa ho conosciuto un impredititore cattolico, il quale passava la sua mattina nell’andare di chiesa in chiesa a partecipare alla Messa e ricevendo più volte anche la Comunione. Ma dava niente per niente. Nel mio ministero sacerdotale ho conosciuto cattolici che pensano di essere a posto con la coscienza solo perché vanno a messa regolarmente, danno qualche contributo alla parrocchia e fanno anche qualche pellegrinaggio. Questa è una santità farisaica il cui scopo è quello di apparire santi per essere considerati e ritenuti uomini giusti, pii e cristiani. Non è questo il tipo di santità che vuole il Signore da me e da te. Il Signore vuole una santità che genera sentimenti umili, miti, compassionevoli, generosi, misericordiosi e puri di cuore. Se vai a messa, ma disprezzi chi non è bello, ricco e famoso come te, tu non sei santo. Se doni una ingente somma di danaro alla chiesa, ma non dai la giusta paga agli operai, tu non sei santo. Se con la bocca benedici, ma con il cuore maledici, non sei santo. Se quando celebri la messa o annunci il vangelo con volto serafico, ma nel tuo cuore c’è autoglorificazione, tu non sei santo. Se dici il rosario ogni giorno, ma dalla tua bocca escono continuamente parole volgari, offensive, violente e dispregiative, tu sei non santo. La santità non è perbenismo, ma è purezza di cuore. Chi vuole apparire santo è come quella donna o uomo che indossa un vestito elegante su un corpo che emana cattivi odori. La santità consiste nell’essere rivestiti di sentimenti e pensieri di umiltà, mitezza e misericordia. Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)