Se venissi da me per essere assolto dai tuoi peccati, ma ti rifiutassi di perdonare chi ti ha fatto soffrire, non venire perchè il Signore ha detto: “Perdonate e vi sarà perdonato”.
Durante l’ascolto delle confessioni spesso mi si dice: “Padre, non chiedermi di perdonare chi mi ha fatto piangere con la sua cattiveria perché non intendo e non voglio farlo”. A questo dico al “penitente”: “Allora ritorna da me quadro avrai deciso di perdonare”. Intanto prega perché lo Spirito Santo ti dia la grazia di perdonare”.
Il vero cristiano è creatura nuova, per questo adegua il suo vivere quotidiano al suo nuovo stato. Il suo amore non conosce barriere: anche il nemico, vicino o lontano, diventa oggetto di stima, fratello da aiutare.
Chi è il tuo nemico? Colui che dice male di te, chi ti calunnia, chi ti umilia ingiustamente, chi prende il tuo danaro, chi ti schiaffeggia, chi ti spoglia dei tuoi averi con la pistola in mano. A tutti costoro il cristiano risponde con l’arma del perdono, non invocando la vendetta, ma con il perdono di cuore.
L’uomo che invoca vendetta acuisce il conflitto invece di annullarlo, accresce la fiamma del male invece di spegnerla. Per il discepolo di Gesù Cristo l’unica tattica per combattere il malvagio è perdonare, rinunciando alla violenza anche come strumento di difesa.
La legge evangelica del perdono non è solamente per una convivenza sociale più umana, ma è la via per cui i figli di Dio operano a somiglianza di Lui” che fa sorgere il sole sopra i malvagi e sopra i buoni e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti” (Mt6,45).
Una cosa è certa: ogni volta che ho perdonato chi mi ha fatto del male ho provato sempre una gioia che non è di questo mondo. Fallo anche tu e avrai la stessa gioia. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)