IL GRANELLINO (Mt 11,16-19)
Giovanni Battista era senza misericordia nel chiamare la gente a conversione. Nel deserto viveva una vita di grande povertà sia nel mangiare che nel vestire. La sua Parola era forte, offensiva e tagliente. La gente aveva quasi paura di avvicinarlo. Parlava più dell’Inferno che del Paradiso. Più che indignarsi si arrabbiava verso quelli che non si convertivano all’ascolto della sua Parola profetica. La sua voce era forte, perentoria e incuteva paura. La sua personalità non era amabile, ma solo forte e determinata. Però di lui bisogna dire che era sincero nelle sue parole e azioni. Gli ebrei che vivevano la loro religione in maniera borghese si lamentavano di lui dicendo che era legalista, moralista e intransigente e per niente misericordioso. Arrivavano a dire di lui che era un indemoniato. Molti Scribi e Farisei dicevano che anche Gesù era un indemoniato. Perché? Era amabile e misericordioso con i peccatori. Mangiava e beveva con loro. Dicevano che non poteva essere un uomo di Dio perché era gioioso e allegro. Mossi dall’invidia, non perdevano occasione di sparlare di Gesù e di calunniarlo perché la gente non lo seguisse e non lo ascoltasse. Come vuoi che sia il tuo prete? Se è gioioso, allegro, socievole e misericordioso, preferisci non frequentare la chiesa perché, secondo te, il cristianesimo è una religione severa e bisogna viverla in maniera triste e intransigente. Se invece il prete è severo, è un asceta, preferisci non frequentare la chiesa perché, secondo te, il cristianesimo è la religione della festa e della gioia. Chi non si vuole convertire trova sempre una scusa per non farlo. C’è stato Benedetto XVl e la gente si lamentava di lui perché era troppo serio. È venuto poi Francesco e la gente si lamenta di lui perché è troppo misericordioso. Al mio paese si diceva: “Quando l’asino non vuole bere, è inutile fischiare”. Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei vocazionisti)