Gli Ebrei non si convertirono né alla predicazione di Giovanni Battista né a quella di Gesù Cristo. Non accolsero il Battista perché dicevano che era austero, duro e intransigente. Non accolsero il Nazzareno perché dicevano che era un beone, un mangione e un frequentatore di pubblici peccatori e di prostitute.
Intanto la Chiesa cominciò la sua esistenza grazie ai pubblici peccatori e prostitute che, con gioia e passione, si convertirono alla parola di Gesù che era seria (non severa), ma misericordiosa. Chiedo a Giovanni: “Giovanni, perché non vai in chiesa?”. La risposta è: “Non vado in chiesa perché è un luogo di festaioli. È frequentata da gente che, per anni, è vissuta allegramente. E ora dice di aver cambiato vita. Ma io ne dubito. Poi c’è il prete che non sopporto. Non sembra affatto un consacrato del Signore. Non veste da prete. Lo trovo spesso nelle pizzerie della città. Ecco perché ho deciso di non appartenere a nessuna chiesa.”.
Chiedo a Pietro: “Pietro, perché non vai in chiesa?”. La risposta è immediata: “Quando vado in chiesa, mi sembra di accompagnare un morto al cimitero. L’aria è funebre. Il volto della gente è serioso. Non vedo volti che sorridono. Il prete poi è austero. Alla sua presenza uno si sente a disagio. Rimprovera sempre. Non ha capito che i tempi sono cambiati. C’è una nuova mentalità e deve adeguarsi ad essa. Non siamo più nel medioevo. Perciò ho deciso di essere cristiano fuori della chiesa.”.
Quando ero piccolo, davanti a casa mia c’era un abbeveratoio per gli animali. A sera, ritornando dalla campagna, i contadini vi portavano i cavalli o gli asini ad abbeverarsi. Quando vedevano che l’animale tardava a bere, fischiavano per indurlo a bere. Ma, nonostante il fischio, l’animale si rifiutava di bere.
Da qui il proverbio: se l’asino non vuol bere, è inutile fischiare. Così per l’uomo che non vuole convertirsi seriamente: giustifica sempre il suo rifiuto di convertirsi. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)