Quando lo Spirito Santo ti chiama a compiere un’opera di carità verso un fratello che sta soffrendo, niente e nessuno ti dev’essere d’impedimento. Il vangelo di oggi ci insegna che la legge dell’amore è al di sopra di ogni legge fatta dall’uomo.
Se, mentre ti rechi in chiesa per celebrare l’Eucaristia, ti imbatti in un incidente stradale e per terra c’è un uomo che bisogna portare in ospedale, non puoi dire: “Non posso fermarmi perché il precetto della Chiesa mi obbliga ad andare a messa”. In questo caso, non fermandoti, commetteresti un grave peccato, che si chiama ‘peccato di omissione’.
Quando ero giovane e stavo nel vocazionario c’era una legge che, dopo le preghiere della sera, si doveva osservare il silenzio rigoroso. Per nessun motivo si doveva parlare. Una sera d’inverno le mie mani mi davano dolori atroci a causa dei geloni. In quel tempo nel vocazionario non c’era il riscaldamento. Si soffriva molto il freddo. Bene, chiesi a un mio compagno, ritenuto da tutti un grande osservante delle leggi vigenti nella vita del vocazionario di quel tempo, di spalmare un pò di crema sulle mie mani, mettendo il dito sulla sua bocca mi fece capire di fare silenzio. Così andai a letto con le mani che dolevano fortemente.
Non andrai in Paradiso se sei solo un osservante intransigente di rituali e rubriche scaturite e stabilite dall’uomo. L’amore è un dono che bisogna offrire sempre e ovunque. Il male, invece, dev’essere evitato sempre e ovunque. Andrai in Paradiso se avrai osservato il duplice comandamento dell’amore: dare gloria a Dio dando dignità all’uomo. Questa è la legge del vangelo. Fai questo e vivrai. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)