Le folle seguivano Gesù per ascoltarlo, per essere guarite dalle loro infermità e per essere liberate dagli spiriti immondi. L’evangelista Luca dice che da Gesù usciva una forza che non era umana.
Da dove Gesù, l’Uomo-Dio, attingeva questa sapienza e forza soprannaturale? Se leggo l’inizio del Vangelo di oggi, Luca ci presenta Gesù che trascorre la notte, l’aurora, e l’alba in preghiera. Per Gesù pregare era stare alla presenza del Padre per conoscere la sua Volontà. Come ogni buon Israelita, Gesù diceva: “Padre, parlami perché il tuo Figlio ti ascolta!”. Pregare, per Gesù, era ascoltare il Padre che gli rivelava la sua volontà. Sono certo che, dopo aver conosciuto la volontà del Padre, lo supplicava dicendo: “Padre mio, dammi la sapienza e la forza di compiere non la mia, ma la tua volontà”.
Dopo questa intima, personale, vivente comunione con il Padre, Gesù, ricolmo di sapienza e forza soprannaturale, ritornava in mezzo alle folle per istruire, confortare, guarire ogni sorta di infermità e per liberare quelli che erano afflitti dagli spiriti immondi.
Oggi Gesù, attraverso i suoi ministri della Parola e dell’Eucaristia, continua la sua opera di salvezza in mezzo alle folle. Ci sono sacerdoti dai quali esce una sapienza e una forza che non è di questo mondo. Questi sacerdoti non soffrono di solitudine. Sono sempre seguiti da folle che chiedono di essere illuminate, guidate e sanate nello spirito e nel corpo. Questi sacerdoti, come Gesù, amano la preghiera e amano meditare la parola di Dio. Essi amano soprattutto compiere la volontà del Padre celeste.
Purtroppo, bisogna dire che nella Chiesa ci sono sacerdoti che amano più il chiasso del mondo che il silenzio della preghiera. Ecco perché si sentono soli, vuoti e si aggirano per le strade senza sapere cosa fare. Pregate molto per noi sacerdoti. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)