
Gesù non andava nella sinagoga solo quando aveva voglia o tempo. Per Gesù l’andare nella sinagoga era un impegno settimanale e ci andava con gioia. Nella sinagoga si pregava e si ascoltava la Sacra Scrittura. Il tempo che si trascorreva nella sinagoga era lungo. Non c’era fretta. Noi cristiani cattolici abbiamo l’obbligo di andare in chiesa per celebrare l’Eucaristia ogni domenica.
Con tristezza bisogna dire che solo l’8% dei cattolici italiani celebra l’Eucaristia domenicale; però se, in una strada affollata, chiedi alle persone: “Sei cattolico?”, sono certo che il 90% degli intervistati risponderà “sì”.
La parola EUCARESTIA significa rendimento di grazie. Quindi, quanta ingratitudine nel cuore di molti cattolici! Nella celebrazione eucaristica noi cattolici celebriamo il mistero della nostra fede. Qual è il mistero della nostra fede? Riviviamo misticamente la morte e la risurrezione di Gesù nell’attesa della sua venuta.
Ora a te che vai ogni domenica a celebrare l’Eucarestia rivolgo le seguenti domande: Vai a celebrare l’Eucaristia con gioia? Per te l’Eucaristia è una festa? Cosa provi durante la celebrazione eucaristica? Dopo la celebrazione eucaristica ritorni a casa con lo zelo di essere uomo o donna di pace, di concordia, di condivisione, di perdono e di misericordia?
Dopo ogni celebrazione eucaristica, ritornando nel mondo sei chiamato a dire: Lo Spirito del Signore è su di me. Perciò amo il Signore, sono paziente, perdono, amo i poveri, annuncio il Vangelo con coraggio, non sono classista e amo anche chi mi metto in croce.
L’Eucaristia è una Pentecoste. Celebrata con fede, gioia, verità,
l’Eucaristia ci dona il fuoco della Verità e il fuoco della Carità. L’uomo eucaristico è un altro Gesù Cristo. Egli può veramente dire: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)