
IL GRANELLINO (Lc 21,29-33)
Ti vedevi bello, ma ora il tuo corpo è come un albero in autunno o, forse, anche in inverno. E provi tristezza! Eri capace di ricordarti il tuo passato remoto nei suoi minimi dettagli, ma ora non sei capace neppure di ricordarti cosa hai mangiato a colazione. La tua voce era forte e autorevole (forse anche autoritaria) ma ora è debole e, quando parli, biascichi le parole. Avevi un posto di prestigio nella società e tutti avevano timore di te. Ma ora che sei in pensione nessuno ti pensa e ti considera. Avevi una bella casa, ma il terremoto te l’ha distrutta. Avevi una moglie che era la tua sicurezza affettiva, ma ha chiuso gli occhi alla scena di questo mondo. Avevi una comunità parrocchiale fiorente nella fede, ora sei come un pastore senza gregge. Pensavi che il tuo successo fosse duraturo, ma ora qualcuno ti ha superato. Credevi molto in una ideologia politica, ma è passata di moda. Tutto passa. Tutto si rinnova. Ma una cosa non si rinnova e non passa: è la legge di Dio. È quello che leggiamo nel Vangelo di oggi. Infatti Gesù ci ricorda: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Lc 21,33). Se la Parola di Gesù dice: ama il tuo nemico, nel futuro nessuno può cambiare questa Parola di vita eterna. Il Vangelo di Gesù Cristo non è una filosofia e non può e non dev’essere adattato alla mentalità del mondo. Il Vangelo di Gesù Cristo non è una moda che passa. Il Vangelo è legge eterna. Il peccato consiste nel fare o dire o desiderare qualcosa contro la legge eterna, che è la volontà di Dio. Passano le bellezze, ma non la legge di Dio. Passano i carismi, ma non la legge di Dio. Passa la gloria di questo mondo, ma non la legge di Dio. Passano l’oro, l’argento, il sole, la luna, le stelle, i boschi, il mare, il cielo, ma non la Parola di Dio. Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei vocazionisti)