Il confessore mi ha negato l’assoluzione perché piuttosto di ricevere …

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Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.

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Quesito

Caro Padre Angelo,
sabato mi sono confessata con un nuovo sacerdote e sono rimasta molto turbata, avrei bisogno di alcuni chiarimenti.
Dopo aver esposto i miei pensieri, in particolar modo che faccio la comunione spirituale perché non mi sento all’altezza di tenere Dio nelle mie mani, piuttosto dovrebbe essere il contrario, il sacerdote non ha voluto darmi l’assoluzione se non avessi preso l’eucaristia sulle mani.
Ha motivato la sua decisione dicendomi che non la meritavo perché non ho fede, che la comunione spirituale non serve a niente e che non significa niente che lui abbia le mani consacrate perché quando tocca il corpo di Cristo lui è una persona come me e che ero andata lì per provocarlo.
Confesso che con l’uscita dall’emergenza sanitaria ho la speranza di potermi comunicare di nuovo in bocca e non avendo più il mio padre spirituale ne ho parlato con diversi sacerdoti avendo reazioni diverse: due di essi mi hanno comunicato in bocca, uno mi disse che celebra Messa ma senza dare la comunione e che comunque avrei potuto chiederlo perché è un mio diritto, un altro ancora mi urlò che sono eretica.
Io vorrei soltanto amare, servire e adorare Gesù in tutta la sua pienezza ed ho sofferto tanto tutte le volte che al momento della consacrazione vedevo il sacerdote mettere i guanti, vedevo Gesù che veniva maltrattato invece di essere rispettato come Dio.
Lo so che i sacerdoti devono obbedienza al Vescovo, ma vorrei chiederLe se non avendo ricevuto l’assoluzione mi sono allontanata da Lui, facendoGli del male piuttosto che alleggerire le Sue pene, sarebbe un grande dolore per me  e se fare la comunione spirituale ha ugualmente valore, cosa in cui io credo profondamente.
Attendo con ansia una sua risposta e le chiedo di benedire la mia famiglia, io chiederò a Dio di benedire lei.
Grazie 


Risposta del sacerdote

Carissima,
a mio parere vi sono state diverse scorrettezze da parte del confessore ma anche da parte tua.

1. Da parte del confessore anzitutto, perché ha iniziato la celebrazione del sacramento e poi la interrotta senza sufficiente motivo.
Quando si celebra un sacramento si fa intervenire Gesù perché compia la sua azione salvifica
Nel tuo caso gli si è impedito di operare e si è interrotta la celebrazione senza un cenno di lode, di ringraziamento.
Di fatto il sacramento è stato profanato e questo costituisce oggettivamente un peccato grave.

2. Da quanto tu mi hai esposto, da parte del sacerdote non c’erano motivi sufficienti per negare l’assoluzione.
Sebbene sia sbagliato preferire la Comunione spirituale rinunciando a quella sacramentale piuttosto di prenderla in mano, il sacerdote, dopo aver fatto la sua parte, doveva lasciarti libera.
Non aveva motivo sufficiente per negarti l’assoluzione.

3. È vero che alcuni penitenti non vogliono prendere in mano perché vanno dietro a presunte apparizioni mariane nelle quali viene detto che si tratta di un sacrilegio.
Ma è impossibile che la Madonna dica che una disposizione temporanea della Chiesa per motivi di pandemia sia un sacrilegio.
L’incitamento a non fare la Comunione sacramentale piuttosto di riceverle in mano non può venire dal cielo.
Questo è un segno sufficiente per mettere in dubbio il carattere soprannaturale dell’apparizione.
Tuttavia negare l’assoluzione anche per questo motivo mi sembrerebbe sproporzionato, tanto più che c’è il rischio di chiudere i fedeli nei giri delle apparizioni e di tenerli lontani dai sacramenti.

4. Tuttavia, a mio parere, c’è stata qualche imprudenza anche da parte tua.
La prima: se eri convinta che è meglio fare la Comunione spirituale piuttosto di riceverla in mano, non era necessario dirlo in confessione.
Infatti la materia (remota) della confessione è costituita dai peccati.
Se per te non si trattava di peccato, perché l’hai detto?

5. Diverso sarebbe stato se tu avessi posto la questione in termini dubbiosi per ricevere una risposta dal sacerdote e attenerti umilmente alla sua sentenza.
Ma da quanto pare tu eri determinata a non fare la Santa Comunione in ogni caso.
Per questo la domanda è stata inutile e sotto un certo aspetto anche provocatoria.

6. Ma l’aspetto più grave è un altro ed è quello di rinunciare piuttosto alla grazia del sacramento che sottomettersi ad una legittima (sia pure discutibile) disposizione dell’autorità ecclesiastica.
L’Eucaristia, come ogni sacramento, comunica la grazia sacramentale che consiste in una forza soprannaturale legata al Sacramento che si riceve.
È vero che la grazia non è legata ai sacramenti.
Ma è anche vero che i sacramenti comunicano una grazia propria, della quale non è lecito privarsene per motivi sproporzionati e insufficienti.

7. Se la grazia sacramentale fosse superflua, Gesù avrebbe potuto non istituire i sacramenti e dire che è sufficiente il desiderio.
Invece a proposito dell’Eucaristia ha usato una terminologia chiara e forte dicendo: “In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita” (Gv 6,53).
È fuori di ogni dubbio che almeno sotto il profilo psicologico la Comunione sacramentale crea maggiore coinvolgimento e ci si sente come obbligati a stare insieme col Signore a motivo della sua presenza sacramentale.
Senza dire degli effetti che produce la presenza di Gesù in colui che lo riceve sotto il profilo sacramentale.
È un fiume di grazia che dona i meriti della passione di Cristo, che lo difende dal maligno mettendolo in fuga, che dona lumi all’intelligenza, forza alla volontà, stimola a compiere atti di amore per Dio e per il prossimo, irrobustisce la vita spirituale ed è medicina anche per il corpo, se questo rientra nelle disposizioni divine.
Il tuo errore è stato questo: pensare di compiere un atto di umiltà rinunciando alla grazia sacramentale.
Mentre avresti compiuto un bell’atto di umiltà obbedendo alle disposizioni della Chiesa e ricevendo la grazia sacramentale di cui non puoi fare a meno.

8. Adesso provvedi a confessarti di nuovo, dicendo che la volta precedente ti è stata negata l’assoluzione.
Dopo averne detto il motivo, non dare spiegazioni a meno che non ti vengano richieste.
Così potrai di nuovo fare la Santa Comunione.

Con l’augurio che ben presto finisca questa pandemia e possano terminare tutte queste discussioni, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo

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P.Angelo Bellon op, docente di teologia morale.