Ho diritto anche io a vivere un abbraccio, un bacio, un amore dopo tan…

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Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.

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Quesito

Buongiorno padre,
sono una cristiana praticante da sempre, all’età di 23 anni mi sono sposata con un uomo che poi nel corso del tempo non si rivelato un uomo onesto e dedito alla moglie e ai figli, per anni faccio finta di nulla, sfinita vado a dormire in un’altra stanza della casa, anche se questo non comportava nulla perché era da anni che mio marito era impotente ed io mi sono adeguata silenziosamente alla situazione.
Un bel giorno mio marito, malgrado tutto, ha deciso di andare via e da allora non lo vedo più e se dovesse accadere non mi degna di uno sguardo. Continuo ad andare in Chiesa e a farmi la Comunione tutte le domeniche: prendere il corpo di Cristo mi dà forza di affrontare il mondo.
 Qualche mese fa ho incontrato un uomo … credo che noi ci siamo innamorati… La mia domanda è questa: posso vivere questo amore senza rinunciare al corpo di Cristo la domenica? Ho diritto anche io a vivere un abbraccio, un bacio, un amore… dopo tanta sofferenza e indifferenza, senza dover rinunciare a Gesù? Che rimane la mia forza più grande e il mio amore più grande? Aiutami a vivere amico.


Risposta del sacerdote

Carissima, 
1. il vincolo che si stabilisce nel giorno del matrimonio dura fino a quando la morte non separa.
Nel giorno del proprio matrimonio si promette di essere fedeli nella buona e nella cattiva sorte.
Cattiva sorte può essere anche quella che è capitata a te.

2. Nel matrimonio cristiano, proprio perché sacramento, gli sposi sono l’uno per l’altro segno e richiamo di un altro Sposo, di cui nessuno può prendere il posto: Nostro Signore Gesù Cristo.
Tutte le vicende della vita servono ad unirci sempre di più a Lui che non è soltanto la nostra consolazione, ma è anche il nostro tutto.

3. Alla luce di questo, cercare un conforto episodico in un altro uomo è privo di significato e probabilmente non piace neanche ai figli, i quali – dopo aver perso praticamente il padre – preferiscono che l’affetto della loro madre sia esclusivo per loro. 
La loro presenza per te è immensamente più preziosa che la carezza di un uomo che non è il proprio marito.

4. Per cui le strade da percorrere sono due: o ricorrere al tribunale ecclesiastico per ottenere un riconoscimento della nullità del matrimonio e regolarizzare la situazione con il nuovo uomo (dubito però che venga concessa perché al momento del matrimonio non c’erano gli impedimenti che si sono manifestati successivamente) oppure vivere in castità tendendo alla santificazione, alla quale tutti siamo chiamati.
Dopo tutto l’affetto che ci viene dal Signore è immensamente più grande di quello che può venire da un uomo. Lo sperimenti in continuazione perché nella Santa Comunione Gesù Cristo ti riempie il cuore e ti riempie l’anima, come nessun altro può farlo.
Questa è già la tua esperienza alla quale non vuoi rinunciare perché senti che
ti dà forza. 
Nessun uomo, per quanto santo, può essere presente con la sua persona dentro il cuore e dentro l’anima di un altro.
Questo è prerogativa esclusiva di Gesù Cristo.

5. La gente da un punto di vista umano si domanda: ma non ho diritto anch’io di ricevere un abbraccio, un bacio e via dicendo?
Se si osservano le cose solo dal punto di vista della vita presente, si può comprendere.

6. Ma noi non possiamo dimenticare di essere chiamati a santità di vita e la vita eterna.
Piace ricordare che la parola matrimonio in ebraico viene detta kadushim, che significa: santificazione.

7. Il punto capitale sta proprio qui: nella consapevolezza di essere chiamati a santità di vita e a rendere sempre più forte la nostra unione con Gesù Cristo nella buona e nella cattiva sorte.
È così che prepariamo la nostra eternità.

Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
 Con te benedico anche i tuoi carissimi figli e prego anche per loro.
Padre Angelo

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P.Angelo Bellon op, docente di teologia morale.