Chi ha conquistato il ruolo di capo con l’astuzia e con la violenza teme sempre che qualcuno lo detronizzi; per questo motivo uccide la persona che potrebbe togliergli il posto di comando. Tra persone che pensano di essere civili o religiose non si arriva a uccidere fisicamente il presunto oppositore, ma si progetta di ucciderlo con la calunnia, con una lettera anonima o con un disinteresse completo verso i suoi carismi. L’attaccamento morboso verso il potere porta chi ce l’ha ad essere cattivo, malvagio e ipocrita nelle relazioni umane. Per paura di perdere il potere, l’invidioso è capace di usare qualsiasi mezzo per non perderlo. Fino a quando ciò accade nel mondo senza Dio è comprensibile, ma è scandaloso che ciò possa accadere nel mondo religioso dove fedeli e clero sono invitati a vivere con sentimenti reciproci di umiltà, di mitezza e di unità. Il potere non logora chi non ce l’ha, come disse un famoso politico passato al cielo qualche anno fa, ma,secondo me, chi ce l’ha, perché, tormentato dalla paura che gli venga tolto il potere da un momento all’altro, non è felice. Egli sospetta di tutti. I Farisei e gli Scribi che avevano il potere religioso, vivevano nella paura ed erano invidiosi di Gesù ascoltato e seguito da una folla immensa. Per paura di perdere il loro potere, decisero di farlo fuori condannandolo a morte di croce. Ma Gesù, scartato dagli uomini, è stato costituito dal Padre celeste Signore del cielo e della terra. A lui il Padre celeste ha dato ogni potere in cielo e in terra. Se gli uomini ti scartano per invidia, non te la prendere con nessuno, ma rimani umile e mite perché arriverà il giorno in cui il Signore ti farà giustizia. Egli ti darà poteri e onori soprannaturali e a quelli che ti hanno messo in croce toglierà il potere di cui si sono impossessati con la violenza. E saranno così svergognati davanti agli uomini. Amen. Amen. (P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
