“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo”, dice Gesù ai suoi discepoli. Se non si ha un incontro personale con Gesù Cristo non si è posseduti dallo zelo di farlo conoscere. San Paolo diceva alle comunità che aveva fondato: “Guai a me se non annunciassi il Vangelo”. Nessuna calunnia, nessun pericolo di mare o di terra, nessuna fame o sete, nessuna persecuzione impediva Paolo di parlare di Gesù e di quello che Gesù aveva fatto nella sua vita. Quando gli si chiedeva: “Paolo, chi è Gesù per te?”. Egli rispondeva: “Per me vivere è Gesù!”. Perciò, mosso dall’amore verso Gesù, egli consacrava ogni istante della sua giornata nel fare conoscere la salvezza di Gesù, opportunamente e inopportunamente. Sapeva che il primo atto di carità che l’apostolo deve compiere per un fratello è parlargli di Gesù nostra salvezza.. “Gesù o niente”, Paolo diceva per esperienza personale.
Gesù era tutto per lui. Per questo motivo ripeteva spesso alle sue comunità: “A confronto di Gesù considerò tutto spazzatura
Sulla bocca di Paolo c’era sempre il nome di Gesù. Il nome di Gesù procurava dolcezza al suo cuore. Diceva sempre che né in cielo né in terra non c’è un nome più dolce e più potente del nome di Gesù. Davanti al nome di Gesù egli si inginocchiava e diceva: “Gesù è il Signore!”.
Si, tutto considerava spazzatura al fine di guadagnare Gesù. Oggi San Paolo mi mette in una forte e profonda crisi. Non cerco Gesù, ma il mio io. Non predico Gesù, ma il mio io . Il nome di Gesù è sempre sulle mie labbra, ma non nel mio cuore. Non mi faccio tutto a tutti per guadagnare qualcuno a Gesù, ma vivo con la volontà di guadagnare tutti a me. Non vivo per avere il carisma della carità, ma i poteri umani per essere rispettato dagli uomini.
San Paolo, spesso ti chiedo d’intercedere per me presso il Signore perché anch’io abbia il carisma della predicazione. Ma oggi ti chiedo di intercedere per me presso Gesù perché io abbia il carisma migliore che è la carità. Senza carità la mia predicazione sarà come un cembalo che tintinna. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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