
Il Granelino (Lc 20,27-40)
“Maestro, hai parlato bene” dissero alcuni scribi a Gesù. Quando hai fatto una vera esperienza dell’amore misericordioso di Gesù, non puoi non parlare bene di Lui. Parlare bene di Gesù non significa usare un linguaggio eloquente e non fare errori di grammatica. Per esempio, ci sono professori di teologia che, quando mi parlano di Gesù, mi annoiano. Invece ci sono innamorati di Gesù che, pur non avendo una preparazione teologica, mi commuovono quando parlano delle realtà del cielo, perché la loro parola mi arriva al cuore. Accade (non spesso) che, quando voglio fare bella figura nel ministero della Parola che svolgo, la gente non mi ascolta e non mi dice: “Hai parlato bene”. Invece, quando è lo Spirito a riempire la mia bocca della Parola di Dio, molti degli ascoltatori mi dicono con le lacrime agli occhi: “Padre, la tua omelia è entrata nel mio cuore!”. Una volta San Francesco fu invitato a parlare a Cardinali e a Vescovi. Perché il Vescovo di Assisi (se ricordo bene) amava molto Francesco e voleva che egli facesse una bella figura davanti all’alto clero, gli scrisse il discorso. Quando arrivò il momento di parlare, Francesco mise i fogli da parte e cominciò a parlare delle cose del cielo a braccio. Quando il Santo finì di parlare, tutti si alzarono in piedi e fecero un grande applauso. Quando il cuore è pieno di Dio, è lo Spirito Santo che parla attraverso la bocca del profeta. Quando lo Spirito scende sul profeta, egli dice parole di Verità, parla al momento giusto, con tono giusto. Oggi, in questo tempo di confusione, la Chiesa ha bisogno di cristiani che parlino di Dio non per sentito dire, ma perché hanno fatto realmente esperienza della misericordia di Dio. La Chiesa non ha bisogno di professori, ma di maestri. Amen. Alleluia.