IL GRANELLINO (Lc 10,21-24)
In una stanza d’ospedale ci sono due ammalati: un prete anziano e un padre di famiglia. Il prete si lamenta continuamente, mormora, non sopporta nessuno e non accetta la sua condizione di ammalato. Il padre di famiglia, invece, soffre ma in silenzio e dice al prete di essere paziente e di affidarsi al Signore. Nonostante che sia prete, non ha capito il senso della croce, cioè della sofferenza. La mancanza di umiltà gli ha chiuso gli occhi alle realtà del cielo. Non vede oltre la spanna del suo naso. L’altro, uomo senza laurea in teologia, non si ribella davanti alla croce e si affida al Signore con fede e umiltà. È un uomo dal cuore semplice e il Signore rivela se stesso e le realtà del cielo ai semplici che credono alla parola di Gesù Cristo. Mia madre era un’alfabeta, ma era posseduta da una grande verità: che era amata da Dio. Credeva molto nel Paradiso. Mi diceva sempre: “Ho visto parecchie volte il Paradiso!”. È aggiungeva: “Ma voi preti non credete nel Paradiso”. E lo diceva convinta. Mi emoziono quando sento parlare alcuni laici di Dio con passione e mi raccontano esperienze della presenza di Dio fatte lungo il cammino di fede. Invece mi rattrista molto quando vedo che alcuni preti rifiutano di ascoltare la parola di Dio dalla bocca di fratelli laici, pensando che, essendo preti, già sanno tutto circa il senso spirituale dell’esistenza umana. Non si crede all’amore di Dio per sentito dire, ma per aver fatto, in prima persona, l’esperienza di questo amore. E si fa l’esperienza dell’amore di Dio, soprattutto quando si sta in croce. È soprattutto sulla croce che si manifesta l’onnipotenza dell’amore di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei vocazionisti)