FarodiRoma – Ma la legalità per cui è morto il carabiniere Mario Cerciello Rega è la stessa di Matteo Salvini?

carabiniere ucciso
carabiniere ucciso

Avevano rubato una borsa a Trastevere e poi avevano ricattato il proprietario. “Paga cento euro e ti ridiamo la borsa con dentro i documenti e le chiavi”. Ma l’uomo aveva denunciato e così, all’incontro con i balordi, non è andato solo lui ma anche due carabinieri. Uno di loro, il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, si era avvicinato ai due non con la pistola spianata ma con il desiderio di risolvere tutto senza spargimenti di sangue. Si è comportato da carabiniere perché si è comportato secondo la legge. Ora, augurarsi come ha fatto il ministro dell’interno Matteo Salvini sui suoi account Facebook e Twitter – ma veniva da Uno Mattina dove suppongo abbia detto cose analoghe – “che gli assassini di Mario vengano beccati e mandati in carcere a vita ai lavori forzati, perché è troppo comodo uccidere e poi stare comodi sul lettino” è dire cose che non corrispondono alla legge.

Avrebbe dovuto augurarsi che l’assassino venisse arrestato quanto prima, processato in tempi brevi in modo giusto, con un regolare processo dove gli venisse assicurata una giusta difesa, e poi, dopo essere stato giudicato secondo la legge, doveva augurarsi che scontasse la sua pena in un carcere che rispettasse la sua dignità. Perché stare stesi “comodi su un lettino” è qualcosa che non esiste nelle carceri italiane, dove invece il più delle volte la cella è una topaia.

Queste frasi del nostro ministro dell’Interno offendono quel sistema delle istituzioni che Cerciello Rega ha onorato con la sua morte, e perciò offendono quel vicebrigadiere che Matteo Salvini ha chiamato confidenzialmente “Mario”, come se lo conoscesse da una vita. Non c’è niente di sano nelle sguaiate affermazioni di Salvini. Qual è il prezzo di quelle affermazioni? Che alla fine confondiamo la giustizia con la vendetta. Che la giustizia e la legalità finiscono per sembrarci qualcosa di troppo debole rispetto alla vendetta, qualcosa che non va più cercato e perseguito con tenacia. E invece la giustizia, in particolare la giustizia delle leggi, dei processi e delle istituzioni, è uno dei principali cementi della nostra civiltà e se viene meno, viene meno quella civiltà di cui Salvini dovrebbe essere servitore, perché questo significa “ministro”. Quando agiamo come il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega costruiamo la civiltà, quando ci comportiamo altrimenti la distruggiamo.

Tratto da FarodiRoma



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