Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.
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Quesito
Buonasera Padre Angelo
Le vorrei porre una questione, conosco chi afferma che per i dogmi della Chiesa non c’è alcun obbligo a credere, soprattutto se questi non sono convincenti (sotto un punto di vista Scritturale e anche storico per esempio) o che in ogni caso il dogma limita l’esperienza di fede e la Libertà a credere del cattolico.
Qualche esempio sono l’Immacolata Concezione o l’Assunzione di Maria considerati tardivi, senza base scritturale e di cui c’è stata una lunga diatriba e per questo da non considerarsi oggetto da dogmatizzare (a loro dire).
Ma penso che tale ragionamento, purtroppo possa riguardare tutti i dogmi della Chiesa.
Come risponderebbe lei, essendo più pratico e con una maggiore conoscenza su questi temi? È vero che la Chiesa dice che il fedele è tenuto a credere ai dogmi (qualsiasi)?
Alessio
Risposta del sacerdote
Caro Alessio,
1. anzitutto è necessario precisare che cosa si intende per fede o per credere.
La fede ha per oggetto realtà o verità non evidenti.
Se si aderisce a queste verità o realtà vi si aderisce perché ci si fida di colui che le comunica perché lo si considera competente, veritiero e onesto.
Anche nella fede umana ci si comporta così… Se io vado in stazione per prendere il treno mi fido di quanto viene scritto nella segnaletica tanto per quanto concerne il binario quanto per l’orario.
Ci si fida perché si ritiene che le persone preposte alla ferrovia siano competenti e oneste.
2. Per la fede teologale l’adesione è ancora più sicura e più certa perché ci si fida non di quello che ha detto un uomo ma di quello che ha detto Dio.
Per questo, ad esempio, crediamo che nella Santissima Eucaristia è contenuto il corpo, il sangue, l’anima e la divinità di nostro Signore Gesù Cristo perché l’ha detto Lui, che è la verità.
3. Ognuno è libero di credere o di non credere, ma il credere consiste essenzialmente nel fidarsi di una notizia ricevuta da un altro.
Aderire solo in parte o come si vuole non è avere fede piena. Anzi, non è neppure fede perché è il soggetto a stabilire ciò che si deve credere.
Mentre nella fede di ordine soprannaturale il criterio veritativo è dato solo da Colui che ci parla.
4. Nella Sacra Scrittura troviamo la definizione della fede.
In Eb 11,1 si legge: “la fede è il fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono”.
Oggetto della fede sono le cose che non si vedono e le realtà che ci attendono nella vita futura.
Qui l’unico competente in materia è Gesù Cristo perché “viene dal cielo” (Gv 3,11).
5. Quando la Chiesa fissa come dogma di fede una determinata dottrina vuole dire che quella verità è contenuta nella divina rivelazione, e cioè nella Sacra Scrittura e nella Sacra Tradizione.
L’intendimento del pronunciamento dei dogmi non è quello di limitare la fede, ma piuttosto d servire la fede, e cioè nel proporre ciò che si deve credere con la garanzia che viene dalla promessa di Cristo fatta a Pietro e alla Chiesa (cfr. Mt 16,18).
6. La Congregazione per la dottrina della fede in una nota a commento del Motu proprio di Giovanni Paolo II ad Tuendam fidem dichiara che le dottrine fissate “sia con giudizio solenne (sono i dogmi, n.d.r.) sia con magistero ordinario e universale (…) sono contenute nella Parola di Dio scritta o trasmessa” (29 giugno 1998).
7. Pertanto anche i pronunciamenti dogmatici del Magistero sull’Immacolata concezione della Beata Vergine e sulla sua gloriosa Assunzione in cielo in anima e corpo sono radicati nella divina rivelazione.
Di fatto sia l’Ineffabilis Deus che riguarda il dogma dell’Immacolata sia la Munificentissimus Deus che fissa quello sull’Assunzione della Beata Vergine, espongono la dottrina rivelata su quella verità indicando come essa sia contenuta nella divina rivelazione e come da sempre sia stata recepita nella Chiesa.
8. Ad esempio nella Munificentissimus Deus Pio XII scrive: “Poiché la chiesa universale nella quale vive lo Spirito di verità e la conduce infallibilmente alla conoscenza delle verità rivelate, nel corso dei secoli ha manifestato in molti modi la sua fede (nell’Assunzione di Maria), e poiché tutti i vescovi dell’orbe cattolico con quasi unanime consenso chiedono che sia definita come dogma di fede divina e cattolica la verità dell’assunzione corporea della beatissima vergine Maria al cielo – verità fondata sulla Sacra Scrittura, insita profondamente nell’animo dei fedeli, confermata dal culto ecclesiastico fin dai tempi remotissimi, sommamente consona con altre verità rivelate, splendidamente illustrata e spiegata dallo studio della scienza e sapienza dei teologi – riteniamo giunto il momento prestabilito dalla provvidenza di Dio per proclamare solennemente questo privilegio di Maria vergine”.
9. Che determinate verità siano state fissate come dogma in periodi più o meno lontani o recenti non conferisce ad esse maggiore o minore sicurezza. La fede infatti la si dà a Dio che si è rivelato e per questo tutte godono della massima sicurezza
10. Infine tutte le verità di fede, vale a dire tutti i dogmi, vanno creduti.
Nell’atto di fede si prega così:
“Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo fermamente tutto quello che tu hai rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere.
Ed espressamente credo in te, unico vero Dio in tre Persone uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo.
E credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio, incarnato, morto e risorto per noi,
il quale darà a ciascuno secondo i meriti, il premio o la pena eterna.
Conforme a questa fede voglio sempre vivere.
Signore, accresci la mia fede”.
Con l’augurio che questa fede cresca sempre più, ti assicuro il mio ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo