Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.
Questo articolo è disponibile anche in:
Italiano
Quesito
Caro Padre Angelo,
Durante una discussione in famiglia, un parente sosteneva che l’Antico testamento è riservato (come insegnamento) solo al popolo ebraico, inoltre insisteva che il nome di Dio e Geova. Questo a suo dire dimostra che la Chiesa cattolica ci mente sui veri insegnamenti di Dio.
Nel ringraziarla per la risposta che vorrà darmi prego per lei,
Concetta
Risposta del sacerdote
Cara Concetta,
1. chi ha fatto quell’affermazione in una discussione di famiglia evidentemente conosce poco l’Antico Testamento. Probabilmente non l’avrà mai letto.
L’Antico Testamento è il racconto della storia di amore tra Dio e l’uomo.
Proprio affermando che l’uomo è stato creato a immagine somiglianza di Dio ne fa comprendere la sua vocazione ultima: quella di entrare è una comunione eterna di vita con Dio.
2. Rotta la comunione con Dio mediante il peccato, Dio non si è arreso, ma è andato alla ricerca dell’uomo che nel frattempo si era nascosto da lui.
Riprende il dialogo e promette un bene ancora più alto: la redenzione.
3. Nello stesso tempo viene svelato che dal momento del peccato è operante nel mondo “il mistero dell’iniquità”, che si esprime in tutte le derive possibili e immaginabili.
4. Nello stesso tempo però viene detto che è all’opera una realtà ancora più grande: è il mistero della pietà, ossia della benevolenza e della misericordia di Dio nei confronti dell’uomo.
Nella lettera ai Romani San Paolo dice a proposito del valore dell’Antico Testamento: “Quanto fu scritto, lo è stato per nostro ammaestramento, affinché mediante quella pazienza e quel conforto che vengono dalle Scritture possiamo ottenere la speranza” (Rm 15,4).
Pertanto l’Antico Testamento, a parte la determinazione di pratiche religiose e civili che corrispondevano alla mentalità del tempo e che nello stesso tempo erano prefigurative della realtà del Nuovo Testamento, conserva tutto il suo valore.
È parola di Dio rivolta all’uomo.
5. A questo punto mi piace ricordare ciò che il Concilio Vaticano II dice dell’Antico Testamento.
In un paragrafo intitolato: Importanza del Vecchio Testamento per i cristiani afferma: “L’economia (il piano salvifica di Dio, n.d.r.) del Vecchio Testamento era soprattutto ordinato a preparare, ad annunziare profeticamente (cfr. Lc 24,44; Gv 5,39; 1 Pt 1,10) e a significare con diverse figure (cfr.1 Cor 10,11) l’avvento di Cristo redentore dell’universo e del regno messianico.
I libri poi del Vecchio Testamento, tenuto conto della condizione del genere umano prima dei tempi della salvezza instaurata da Cristo, manifestano a tutti chi è Dio e chi è l’uomo e il modo con cui Dio giusto e misericordioso agisce con gli uomini. Questi libri, sebbene contengano cose imperfette e caduche, dimostrano tuttavia una vera pedagogia divina.
Quindi i cristiani devono ricevere con devozione questi libri: in essi si esprime un vivo senso di Dio; in essi sono racchiusi sublimi insegnamenti su Dio, una sapienza salutare per la vita dell’uomo e mirabili tesori di preghiere; in essi infine è nascosto il mistero della nostra salvezza” (Dei Verbum 15).
6. E ricordando che non si può separare il Nuovo Testamento dall’Antico dice: “Dio dunque, il quale ha ispirato i libri dell’uno e dell’altro Testamento e ne è l’autore, ha sapientemente disposto che il Nuovo fosse nascosto nel Vecchio e il Vecchio fosse svelato nel Nuovo. Poiché, anche se Cristo ha fondato la Nuova Alleanza nel sangue suo (cfr. Lc 22,20; 1 Cor 11,25), tuttavia i libri del Vecchio Testamento, integralmente assunti nella predicazione evangelica, acquistano e manifestano il loro pieno significato nel Nuovo Testamento (cfr. Mt 5,17; Lc 24,27), che essi a loro volta illuminano e spiegano” (Ib., 16).
7. A proposito del nome di Dio, Dio stesso rivela il suo nome dicendo di essere “Jahwè”. che significa Io sono, o anche: Io sono colui che sono, e cioè infinitamente trascendente nei confronti dell’uomo e quindi mai del tutto conoscibile.
Poiché per gli ebrei il nome indicava la realtà, quando si trovavano di fronte al nome di Dio, poiché la sua realtà è infinitamente più alta della nostra comprensione, anziché dire Jahwè, usavano altre parole come: Eloim, Adonai, Signore, Jeovà.
8. Quando San Paolo scrive: “Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia” (2 Tm 3,16) si riferisce principalmente all’Antico Testamento e ne attesta la fondamentale importanza.
Mentre ti ringrazio per le preghiere che mi hai assicurato, ti porgo gli auguri di ogni bene, ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo