Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.
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Quesito
Caro Padre Angelo,
dopo la lettura di alcune ricerche bibliche e archeologiche, sono venuto a conoscenza del fatto che gli ebrei usassero, all’interno del tempio, sia l’incenso che la cannabis.
Mi piacerebbe comprendere come si concilia l’uso di uno psicotropo quale la cannabis, con la dottrina biblica che sconsiglia esplicitamente ciò che “porta via il senno”: perché, se da un lato è vero che tutto ci è permesso assumere se non ci lasciamo dominare da ciò che assumiamo, è innegabile che questa prassi ritualistica – oltre a deplorare il senno e la ragione – ricordi moltissimo le procedure dei sacerdoti pagani che sfruttavano a pieno le potenzialità di queste erbe per divagare altrove sperando di ottenere qualche rivelazione.
Grazie mille e arrivederci!
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. ho letto quello che riferisce un’agenzia di stampa su questo rinvenimento.
Lo riporto testualmente: “I credenti del santuario di Tel Arad nella valle Be’er Sheva, nel Sud di Israele, utilizzavano cannabis e incenso durante i rituali religiosi. Questo almeno è quanto sostengono, in un articolo pubblicato sul Tel Aviv Journal, gli esperti del Museo di Israele a Gerusalemme, che hanno analizzato le sostanze rinvenute su due altari nel santuario di Tel Arad”.
Si legge anche che “nel centro della città è stato portato alla luce un insieme di edifici che alcuni archeologi suppongono essere un tempio, anche se l’assenza di oggetti di culto trovati nel sito non lo conferma.
Le ossa di pecore e capre mostrano che gli abitanti allevavano piccoli bovini”.
Soprattutto è scritto che questo sarebbe avvenuto “nella prima età del bronzo I”.
Ora la prima età del bronzo è del III millennio a.C.
2. Questi sono i dati riferiti.
Ma corrispondono alla religione ebraica?
3. Secondo la Sacra Scrittura gli ebrei si sono insediati nella terra che tutti conosciamo quando uscirono dall’Egitto. Era la terra di Canaan e i suoi abitanti, chiamati Cananei, erano pagani.
Questo avvenne circa 1200 anni fa avanti Cristo, in un’epoca che non era più quella del bronzo.
Pertanto già sotto un profilo cronologico il tempio di cui parlano i reperti archeologici non era quello “biblico”.
4. Inoltre gli ebrei avevano un unico tempio. Non potevano essercene altri.
L’unico tempio era simbolo dell’unico vero Dio.
A differenza delle altre popolazioni che erano politeiste, gli ebrei hanno sempre conservato il monoteismo. L’unico tempio era proprio il simbolo del rigido monoteismo ebraico.
Il tempio di Gerusalemme fu edificato da Salomone nel X secolo a.C. e il suo culto era regolamentato dai riti indicati dalle Scritture.
Pertanto il tempio di Tel Arad non è un tempio biblico, ebraico.
5. Va ricordato anche che i sacerdoti entravano nel santuario, che si trovava all’interno del tempio, per l’offerta dell’incenso che si faceva ogni mattina e ogni sera.
Vi entrava un sacerdote solo, che veniva estratto a sorte dalla classe sacerdotale che svolgeva questa funzione a turno per una settimana. Le classi sacerdotali, costituite di 1000 sacerdoti ciascuna, erano 24.
Tra l’altro, ad una di queste classi e precisamente alla classe di Abia, apparteneva Zaccaria, il padre di San Giovanni Battista.
Quando i sacerdoti entravano nel santuario, vi sostavano per pochissimo tempo: il tempo di versare l’incenso sull’altare. Poi uscivano subito.
Non si trattenevano in adorazioni. Tant’è che vi fu stupore nel caso di Zaccaria che rimase nel tempio più del previsto per cui tutti si meravigliarono e capirono che era successo qualcosa. Gli era comparso Gabriele che gli aveva annunciato la nascita del figlio, nonostante lui fosse vecchio e tale fosse anche la moglie, Elisabetta.
6. All’interno del tempio, subito dopo il Santuario, c’era una celletta, chiamata il Santo dei Santi. Qui vi entrava solo il sommo sacerdote una volta all’anno per compiere il rito dell’espiazione.
Anche questo rito durava pochissimo.
7. Con la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio che avvenne con Vespasiano e Tito nel 70 d.C., gli ebrei sono rimasti senza tempio e senza sacrificio quotidiano.
8. In tutto il territorio di Israele c’erano sinagoghe, e ce n’erano anche nella diaspora ovunque si trovavano gli ebrei già dispersi a quei tempi in vari luoghi.
Anche oggi gli ebrei hanno le loro sinagoghe in tutte le parti del mondo.
Nelle sinagoghe non è previsto alcun rito di adorazione compiuto da sacerdoti. Vi si entra per ascoltare la lettura di qualche passo della Scrittura e per la recita di alcuni salmi.
Inoltre nella sinagoga non si celebra il sacrificio proprio perché il sacrificio si poteva offrire solo nell’unico tempio di Gerusalemme.
9. Alcuni giornalisti hanno concluso frettolosamente lasciando intendere che forse ciò che è stato praticato in templi pagani venisse applicato anche a Gerusalemme.
A dire il vero, si sono guardati dal dire che questo avvenisse nel tempio di Gerusalemme. Però hanno scritto che la cannabis fu trovata “in terra biblica” sull’altare di un tempio.
Ma un conto è la terra biblica nella quale si insediarono gli ebrei dopo che furono cacciati i cananei, e un altro conto è confondere quello che è avvenuto in quella terra prima dell’insediamento degli ebrei con le usanze degli ebrei.
In ogni caso, se si fosse trattato di questo, nella Sacra Scrittura non sarebbe stato difficile trovarne qualche accenno.
10. Sappiamo invece che anche dopo l’occupazione ebraica rimasero qua e là alcuni segni di divinità cananee, in particolare di Asherah, che insieme ad Anat e Astarte, erano le idee cananee della fecondità.
Si accenna nell’Antico Testamento a pratiche superstiziose, rifacentesi alla menzionata dea cananea, pratiche che furono avversate dalle autorità civili e religiose.
11. Si può comprendere come i sacerdoti di divinità pagane, che secondo San Paolo sono demoni (cfr. 1 Cor 10,20), avessero bisogno di determinate pratiche per stimolare la concentrazione al fine di mettersi in contatto con forze occulte, pratiche che i giornalisti chiamano adorazione.
Ma questa mentalità e simili rituali sono disprezzati dalla Sacra Scrittura come si evince dal caso dei profeti di Baal, ai quali Elia beffandosi di loro diceva: “«Gridate a gran voce, perché è un dio! È occupato, è in affari o è in viaggio; forse dorme, ma si sveglierà». Gridarono a gran voce e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue” (1 Re 1,18,27-28).
Gli ebrei invece erano consapevoli che “non si addormenta e non prende sonno il custode di Israele” (Sal 121,4).
12. Pertanto giustamente ti sei domandato come si potessero conciliare tali pratiche che fanno uscire di senno con il dettato della Sacra Scrittura che mette in guardia da ciò che può far uscire di mente (cfr. Os 4,11).
“Il senno (infatti) è fonte di vita per coloro che lo possiedono” (Pro 16,22).
Ti ringrazio per questa segnalazione che ha mandato in confusione anche altri visitatori.
Ti benedico, ti ricordo nella preghiera e ti auguro ogni bene.
Padre Angelo