Fonte dell’articolo mauroleonardi.it
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa
Il regno di Dio come un Seme
Non lo sa nemmeno il seminatore come faccia a crescere
Certo serve tempo, pazienza
I tempi della Terra
E’ Vita in nuce
Vita potente prepotente
Che vince contro le avversità
Quel seme è stato gettato nel mio cuore
Pian piano, un po’ alla volta, con ritardi, ma crescerà, crescerà
Non so come
Non so quando
Non so quanto
Non so per quanto
Ma non può che crescere
Se lo desidero
Se l’ho accolto
Se lo curo
Se lo ascolto
Se lo lascio fare…
Se non faccio troppo io
Se non mi ci metto a guardarlo e rimirarlo spostando la terra per vederlo crescere…
Mi basta sentirlo
Mi basta lasciarlo fare, umile e docile.