Come posso avere quella pace del e nel cuore che consentirebbe al Sign…

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Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.

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Quesito

… 
Ho scoperto da poco la sua meritoria opera che svolge rispondendo e risolvendo i tanti dubbi che preoccupano chi si rivolge a lei.
E l’ho scoperta proprio cercando in rete qualcosa che mi aiutasse a capire il momento che sto vivendo.
Le spiego meglio: nella mia vita ho cercato di avere presente il Signore, a volte con impegno… altre volte svogliatamente; dicevo le mie preghiere ma, tranne che in alcuni periodi, cominciavo a rendermi conto di come fosse un qualcosa di simile a un dovere…devo farlo, mi dicevo, mentre qualcos’altro in me diceva che non doveva trattarsi di un dovere, ma di un desiderio…un attrazione… un frutto d’amore.
Tre mesi fa, dopo un mese di ricovero infernale è venuta a mancare la mia mamma con la quale vivevo. Durante il suo ricovero ho intensificato la preghiera aggiungendo ai miei momenti mattutini e serali anche il Rosario, fino ad allora mai recitato.
Ecco, padre, immagino non sia un mistero che questo mio rivolgermi al Signore era dovuto alla richiesta di aiuto per la mia mamma, a un momento di bisogno in cui speravo che l’intervento Celeste risolvesse tutto e mi alleviasse i sensi di colpa dovuti al non essermi accorto della sua malattia. Ma in cuor mio mi ripromettevo di continuare a rivolgermi a Lui a prescindere dalle contingenze. E ho continuato. Mi accorgo, tuttavia, che spesso mi distraggo, che la mia mente vola altrove col pensiero, che mente, cuore, anima e labbra non sono allineate, e oltre a ciò non sono nemmeno sicuro di rivolgermi al Signore nel modo in cui lui si aspetta da me.
Non so se sia necessario comunque dire le preghiere (Pater, Ave…) che ormai a furia di dirle sono trite e ritrite nella mia mente al punto che a volte non mi accorgo nemmeno di dirle … o se io possa rivolgermi al Signore dialogando con lui come si fa quando si incontra un amico. Anche durante la recita del Rosario … il ripetersi ritmato delle Ave mi porta a distrarmi… a sbadigliare (interferenza del maligno?).
Padre vorrei poterle dire che non mi manca la buona volontà … almeno così credo… ma desidererei sentire in me che Dio mi ha fatto dono della grazia e della fede, o che comunque continuo a cercare di ottenere questi doni e di essere sulla buona strada.
Nell’immediatezza della morte della mamma sono andato a messa per qualche volta la domenica …. ma poi ho smesso e non mi confesso da tanti anni.
Padre… mi aiuti… come pregare?… cosa posso dire…? Come creare un vero momento di intimità e isolamento tra me e il Signore?
Come posso, come dice Jacques Philippe, avere quella pace del e nel cuore che consentirebbe al Signore di lavorare in me? Fidarmi e affidarmi totalmente a Lui?
Ho cercato di essere sintetico e mi rendo conto che sarebbe necessario scrivere molto di più per farle capire meglio, ma spero che da queste parole lei possa rivolgermi un aiuto e se sarà necessario continuerò a scriverle.
Nel frattempo la ringrazio
Rosario

Risposta del sacerdote

Caro Rosario, 
anzitutto, sebbene in ritardo ti porgo le condoglianze per la morte della tua carissima mamma. Volentieri la ricorderò nella preghiera e insieme con lei ricorderò anche te.
Sono contento che il Signore ti abbia messo sui nostri passi.
Ti dico brevemente alcune cose.

1. La morte di tua mamma, anzi, la malattia di tua mamma ti ha fatto riscoprire la necessità della preghiera, che ormai ti mancava da troppo tempo.
Mi pare di poter dire che come non ti eri accorto della malattia di tua mamma e andavi avanti tranquillamente, così analogamente andavi avanti tranquillamente anche per la tua vita spirituale senza preghiera.
Il Signore ha approfittato della malattia di tua mamma per risvegliare la tua vita spirituale.
Aveva ragione lo scrittore francese Léon Bloy a dire che la sofferenza ha il compito di risvegliare la presenza di Dio nell’anima.
In te, grazie al Cielo, questa presenza si è risvegliata.

2. Una seconda cosa te la dico a proposito della preghiera, che non consiste soltanto nel dovere di recitare le preghiere, ma nello stare con il Signore. Deve essere come un appuntamento giornaliero che non puoi disattendere.
Se vivi il momento della preghiera come un incontro, sentirai che il Signore vieni ad invadere la tua anima con la sua presenza e con la sua grazia.
Un metodo molto bello per stare in maniera fruttuosa insieme con il Signore è quello di prendere in mano la corona del Rosario e di recitare questa preghiera, che non consiste semplicemente nel ripetersi delle Ave Maria.
Per sapere che cosa devi fare clicca sul motore di ricerca del nostro sito le seguenti parole: A parte la recita materiale del Rosario, che cosa si deve fare mentre si recitano il Padre nostro e le Ave Maria?
È sufficiente che tu clicchi anche soltanto le prime parole. La risposta ti verrà fuori subito.
Ti accorgerai ben presto quanto sia indispensabile respirare insieme al Signore, stare in sua compagnia, godere della sua presenza.

3. Tuttavia per assaporare questo è necessario che Dio sia presente nel tuo cuore mediante la grazia.
Come non puoi gustare la fragranza dei cibi soltanto col pensiero senza che siano nella tua bocca, così per gustare la presenza del Signore hai bisogno che il Signore sia presente.
E poiché Dio non abita in un’anima inquinata del peccato, la prima cosa che devi fare è la confessione sacramentale.
Per mezzo della confessione, Dio personalmente verrà ad abitare nel tuo cuore. Sentirai che tra te e lui c’è una comunione perfetta.
Pertanto ti esorto a confessarti al più presto e poi tieni la confessione come compagna di viaggio per la tua vita. Se è possibile, confessati almeno ogni 15 giorni.
Questo ritmo servirà per mantenere freschezza nella tua vita spirituale.

4. Contemporaneamente riprendi a santificare la domenica e gli altri giorni di festa con la partecipazione alla Santa Messa e, se sei in grazia, anche con la Santa Comunione.
San Tommaso dice che come l’uomo destina una porzione del suo tempo per le varie necessità della sua vita, così “deve destinare del tempo anche al ristoro spirituale,saziando la propria anima di Dio”  (Somma Teologica, II-II, 122, 4, ad 1).
La partecipazione alla Santa Messa festiva è indispensabile per conservarsi in grazia e soprattutto per conservare la presenza di Colui che abita dentro di noi per mezzo della grazia.

Confido che farai tutto questo e che potrai finalmente avere una grande ripresa e una bella rifioritura nella tua vita spirituale.
Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo

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P.Angelo Bellon op, docente di teologia morale.