Come facciamo ad essere sicuri che la Terra è l’unico pianeta dove sus…

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Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.

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Quesito

Caro Padre Angelo,
l’universo è pieno di pianeti, corpi celesti, che qualcuno dice che potrebbero essere abitati….
Come facciamo ad essere sicuri che la Terra è l’unico pianeta dove sussiste la vita umana?
Del resto tutta la storia della salvezza riguarda il pianeta dove noi abitiamo, dove è nato Gesù, dove si è svolta la sua vita, dove Dio ha posto il suo sguardo.
A Roma abbiamo il Papa, tutto si svolge qui. Allora?  Come spiegare tutto questo?
Grazie per una sua risposta.
Sia lodato Gesù Cristo.
Rosa


Risposta del sacerdote

Cara Rosa, 
1. non si può escludere che esistano altri pianeti abitati. 
Ma è necessario portarne le prove.
Certo, se solo la terra è popolata è commovente pensare che Dio abbia creato l’universo così grande e così perfetto perché sia abitato dall’uomo.

2. Il salmo 8 potrebbe inclinare a pensare che la terra sia l’unico pianeta abitato.
Questo salmo, che è di Davide, inizia con queste parole: “O Signore nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli s’innalza la tua magnificenza”. 
La grandezza di Dio viene ammirata tanto nella terra quanto nel cielo.
Poi: “Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli”.
Sì, la grandezza di Dio è così manifesta che gli stessi bambini la riconoscono stupefatti e pieni di meraviglia.
Questa ingenua testimonianza dei bambini ridonda a confusione e vergogna per i nemici di Dio che non vogliono riconoscerne né l’esistenza né la grandezza.
È un fatto che si è già verificato al momento dell’ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme quando i bambini gridavano “Osanna al figlio di Davide”, mentre i sommi sacerdoti e gli scribi sdegnati dicevano a Gesù: “Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: Dalla bocca di bambini e di lattanti hai tratto per te una lode?». Li lasciò, uscì fuori dalla città, verso Betania, e là trascorse la notte” (Mt 21,16-17).

3. Il salmo prosegue: “Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l’uomo perché te ne ricordi? E il figlio dell’uomo perché te ne curi?”.
Il filosofo E.  Kant, che a motivo delle sue premesse asseriva che noi possiamo conoscere solo ciò che appare (il fenomeno) ma non la sostanza delle cose (il noumeno), non potendo così dimostrare l’esistenza di Dio, tuttavia diceva che di Dio gli parlava “il cielo stellato”.
Le stelle, che a milioni e a miriadi sono tutte in movimento e girano ognuna secondo la propria orbita fissata da Dio, sono un inno perenne al Creatore.

4. Tutto questo perché? Ecco il motivo: “Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi?
Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi”.
Davide è meravigliato che Dio, quasi lasciando da parte la maestà del cielo stellato, guardi con tanto amore l’uomo, che è così piccolo e non lo abbandoni a se stesso. 
Tuttavia l’uomo è fatto poco meno di un Dio perché dotato di intelletto e di volontà. È fatto ad immagine e somiglianza di Dio e proprio per questo tutto è posto sotto i suoi piedi.
Tutto il creato, l’universo intero, è al servizio dell’uomo perché osservando le perfezioni visibili delle creature possa comprendere le perfezioni invisibili di Dio, come “la sua eterna potenza e divinità” (Rm 1,20).

5. Sicché “davvero vani per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio, e dai beni visibili non furono capaci di riconoscere colui che è, né, esaminandone le opere, riconobbero l’artefice” (Sal 13,1).
“Se, affascinati dalla loro bellezza, li hanno presi per dèi, pensino quanto è superiore il loro sovrano, perché li ha creati colui che è principio e autore della bellezza.
Se sono colpiti da stupore per la loro potenza ed energia, pensino da ciò quanto è più potente colui che li ha formati.
Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore” (Sal 13,3-5).

6. Tutto questo, senza porre limiti alla divina onnipotenza, inclina a pensare alla grandezza dell’uomo e all’amore sconfinato di Dio verso di lui.
Questo, tuttavia.

Ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo

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P.Angelo Bellon op, docente di teologia morale.