Che cosa significa quell’espressione “Io sono” che Gesù applica a se s…

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Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.

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Carissimo padre Angelo Bellon,
la volevo ringraziare di vero cuore di aver risposto alla mia domanda, perché caro padre Angelo io sono una ragazza disabile costretta a vivere su un letto e quindi il mio unico modo di approfondire alcuni aspetti teologici li posso fare solo attraverso un computer che è il mio unico modo per comunicare con il mondo esterno e ringrazio nostro Signore Gesù per avermi fatto conoscere il sito amici domenicani di cui lei svolge una attività meravigliosa per approfondire aspetti teologici per crescere nella conoscenza di Dio.
Padre angelo, se possibile, volevo porle solo un’ultima domanda per comprendere ancora meglio un aspetto del vangelo di San Giovanni apostolo.
Nel vangelo di Giovanni, Gesù afferma per ben quattro volte di essere “Io Sono”: Gv 8,24 “se infatti non crederete che Io Sono, morirete nei vostri peccati”.
Gv 8,28: “Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora saprete che Io Sono»”.
Gv 8, 58 “Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono»”.
Gv 13,19 “Ve lo dico fin d’ora prima che accada, perché quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono”.
Perché Gesù per ben quattro volte afferma “Io Sono“?
Cosa significano le parole di Gesù “Io Sono “?
Grazie padre Angelo spero di ricevere una risposta a questa mia ultima domanda, la ringrazio.


Risposta del sacerdote

Carissima, 
1. L’espressione Io Sono si trova nel libro dell’Esodo. Ed è la definizione che Dio dà di se stesso quando Mosè gli chiede chi egli sia.
Ecco il testo dell’Esodo: “Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: «Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi». Mi diranno: «Qual è il suo nome?». E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!»” (Es 3,13-14).

2. Dunque,è il nome di Dio.
Io Sono significa l’Esistente e colui che dà l’esistenza a tutte le cose.
Gesù, definendosi Io Sono dichiara di essere colui che in quanto Dio ha parlato a Mosè.
Dice perciò di essere Dio, l’Esistente, Colui che dà l’esistenza a tutte le cose.

3. La Bibbia di Gerusalemme nel suo caratteristico linguaggio sintetico, preciso e profondo, a Gv 8,24 annota così: “Io Sono: formula che ritornerà nel versetto 28 e in 13,19; si ispira a Is 43,10 seguenti (cf Is 45,18; Dt 32,39), testo che fa allusione al nome divino rivelato a Mosè secondo Es 3,14.
L’innalzamento del Figlio dell’uomo (sulla croce, poi nella gloria del Padre: 12,33) rivelerà la sua origine divina (8,28).
Non riconoscendola, i giudei che rifiuteranno di credere moriranno nei loro peccati come un tempo gli ebrei nel deserto”.

4. Ecco il commento di San Tommaso: “Dice Io Sono all’indicativo, per ricordare quanto era stato detto a Mosè (Es 3,14): Io sono colui che sono” perché è proprio di Dio identificarsi con l’essere stesso.(…).
Ecco perché il Signore afferma: “Se non crederete che Io Sono” cioè che sono il vero Dio, il quale possiede l’essere per essenza, morirete nei vostri peccati”. Usa l’espressione Io Sono per affermare la propria eternità.
Infatti in tutte le cose che hanno un inizio c’è una certa mutabilità e una certa potenza a non essere; cosicché si può riscontrare in esse il passato e il futuro: mancano quindi del vero essere per se stesso. Al contrario in Dio non vi è nessuna potenza a non essere, né egli comincia mai ad essere; perciò è l’essere stesso che propriamente viene designato dal verbo al presente”.

5. Nel versetto precedente, prima di dire “Se non crederete che Io Sono” Gesù aveva detto: “Voi siete di quaggiù io sono di lassù” (Gv 8,23).
San Tommaso così commenta queste parole: “Questa frase può riferirsi a Cristo quale Figlio di Dio e a Cristo in quanto uomo.
In quanto Figlio di Dio viene certo dall’alto, come dirà in seguito: “Io sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo” (Gv 16,28). (…).
Ma anche in quanto uomo Cristo viene dall’alto perché non ebbe attaccamento alle cose mondane e basse, bensì a quelle superiori, nelle quali l’anima di Cristo si tratteneva secondo l’espressione di San Paolo “la nostra conversazione è in cielo” (Fil 3,20); nonché secondo le parole evangeliche “dov’è il tuo tesoro devi pure è il tuo cuore” (Mt 6,21)”.

6. In riferimento alle parole del versetto 28: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora saprete che Io Sono”. Vale a dire quando lo avrete innalzato sulla croce allora sarete testimoni di tutti i prodigi che accompagneranno la mia morte, la mia risurrezione, la mia ascensione e la discesa dello Spirito Santo. E allora conoscerete che io sono Dio.

7. In riferimento al versetto 58: “In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono”. Qualcuno ha notato che anziché tradurre “prima che Abramo fosse sarebbe stato più giusto tradurre fosse fatto” (in greco ghenèstai indica il passaggio dal non essere all’essere. E così risalterebbe di più il significato di quel Io sono, che esclude ogni passaggio dal non essere all’essere, e indica allo stesso tempo l’eternità di Dio.

Sono contento del conforto del computer che per te è un ottimo strumento per approfondire la tua fede e per entrare in comunione con molti.
Ti auguro sereno e Santo Natale, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo

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P.Angelo Bellon op, docente di teologia morale.