Fonte dell’articolo mauroleonardi.it
Da alcuni anni noi sacerdoti ci troviamo spesso ad asciugare lacrime di uomini e donne vittime del giustizialismo. Politici, professionisti, imprenditori insegnanti, medici e tante altre persone onestissime, si trovano coinvolti in processi infamanti che non danno loro alcuna vera possibilità di difesa: anche perché, in genere, si celebrano non nelle aule dei tribunali ma sulle prime pagine dei giornali.
Con l’aiuto di Ubitennis, chiariamo il punto “giustizialista” della vicenda che coinvolge Jannik. Secondo l’Agenzia mondiale antidoping (è il significato dell’acronimo Wada) il numero uno al mondo, dopo aver chiesto a Naldi se stesse usando qualche pomata e avendone ricevuto una risposta negativa (perché di fatto non aveva iniziato ad usare il farmaco che di lì a poco gli avrebbe dato Umberto Ferrara, un professionista con parecchi anni di esperienza nel campo del doping e con una laurea in farmacia) avrebbe dovuto continuare a fare domande nei giorni successivi, oppure, ancora peggio, interferire negli scambi privati delle persone del suo staff violando la loro privacy e il loro diritto a curare se stessi con le medicine che ritenessero opportune.
Qualora in base a tali assurde argomentazioni il TAS di Losanna decretasse la “mancata diligenza” di Sinner significherebbe che il tennis è finito. I tennisiti infatti dovrebbero smettere di dedicarsi al tennis per diventare poliziotti, commercialisti, medici, farmacologi ecc. ecc. Il motivo per cui un tennista professionista ha uno staff è proprio il bisogno di pensare solo al suo focus (giocare a tennis) e delegare ad altri tutte quelle competenze necessarie al suo lavoro che un giocatore non può avere e alle quali, oltretutto, non può dedicare energie. Sinner non può passare la giornata a controllare il lavoro del fisioterapista e del preparatore fisico, così come non può farlo del manager che cura la sua immagine o di coloro che contrattualizzano le sponsorizzazioni. Se anche avesse le competenze per farlo non avrebbe nessuna possibilità di dedicare quel tempo a tale compito. La giustizia comprende tutto ciò. Il giustizialismo no