Fonte dell’articolo mauroleonardi.it
In quei cinque mesi l’altoatesino – che nel frattempo saltava per un problema all’anca il torneo di Roma e per tonsillite le Olimpiadi di Parigi che erano il suo principale obiettivo stagionale – appare un po’ contratto, minimalista nelle dichiarazioni, quasi scontroso. Nessuno sa che sta portandosi sulle spalle un peso incredibile. Tanto per dirne una, leggendo la sentenza di 33 pagine con le quali viene dichiarato innocente, si scopre che il 4 e il 7 aprile aveva ricevuto ben due sospensioni provvisorie che erano state bloccate per i ricorsi urgenti dei bravissimi avvocati che nel frattempo aveva coinvolto.
Quanti di noi conoscono un ragazzo di 22 anni – i 23 sono stati compiuti da Jannik il 16 agosto, cioè il giorno dopo la sentenza assolutoria – in grado di portare un peso simile? Senza un lamento, stringendo i denti, combattendo, vincendo e perdendo tornei ma consolidando in ogni caso la sua posizione da numero uno al mondo, e, per di più, cosa non secondaria, fidanzandosi? Ecco perché quando mi sento soffocare dalle difficoltà guardo il minuto 2 e 40 secondi della conferenza stampa dopo la sconfitta contro Alcaraz al Rolland Garros avvenuta il 7 giugno quando dice “io sono una persona felice”. Mostriamolo a chi ha voglia di combattere per la propria vita